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FONDI PENSIONE: LABORFONDS: OK BILANCIO 2016 ADESIONI CRESCONO A 115.760 (PDF 27 PAG)

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20.59 - giovedì 20 aprile 2017

(Fonte: Laborfonds) – Si è riunita oggi a Trento l’Assemblea dei Delegati del Fondo Pensione Laborfonds. Approvato il bilancio dell’esercizio 2016; invariate la quota d’iscrizione e la quota associativa per il 2017. Nel suo primo anno di incarico da Direttore Generale Forno fa “decollare” le adesioni che “volano” nel 1° trimestre 2017

Replicando l’esperienza positiva degli ultimi anni, il Consiglio di Amministrazione di Laborfonds su proposta del Presidente Tomasi ha sposato l’idea di convocare l’Assemblea dei Delegati presso una delle aziende associate al Fondo, annoverabile fra le eccellenze del nostro territorio. La stessa è stata convocata presso lo spazio “Ferrari Incontri”, all’interno del complesso delle Cantine Ferrari della Famiglia Lunelli, nota a livello internazionale per la produzione delle prestigiose omonime “Bollicine”.

Il Direttore Generale Ivonne Forno ha spiegato ulteriormente la filosofia sottostante alla scelta di portare l’Assemblea dei Delegati in azienda: “Laborfonds non è “solo” il fondo pensione dei lavoratori della Regione Trentino Alto Adige, ma è “anche” il Fondo delle aziende e degli enti che insistono sul territorio della Regione. Dalla loro salute trae la sua salute!

Questo è, peraltro, anche il senso del progetto degli investimenti locali! Dopo tanto impegno profuso nella realizzazione e condivisione del progetto – primo in Italia – del Fondo Strategico Trentino Alto Adige (Fstaa), con soddisfazione possiamo comunicare di aver beneficiato già nel 2016 della distribuzione dei primi dividendi e del 100% del credito di imposta (circa 1,5 milioni di euro) riconosciuto dallo Stato per gli investimenti di lungo periodo effettuati nell’economia reale, a favore quindi del territorio. All’investimento nel Fstaa si è aggiunto, a dicembre 2016, quello nel Fondo Housing Sociale Trentino, ovvero il fondo che metterà a disposizione dei cittadini 500 alloggi a canone moderato”.

Dopo la visita alla cantina, i Delegati hanno approvato il bilancio dell’esercizio 2016 e confermato, anche per il 2017, la quota d’iscrizione (5,16 euro) e la quota associativa (10 euro, ridotti a 8 euro a fronte della scelta di ricevere le comunicazioni on-line da parte del Fondo). “La conferma della quota associativa rispetto agli anni precedenti”, spiega Tomasi, “è un dato importante se si considera che, a partire da agosto 2015, il Fondo ha sopportato e sta sopportando in via diretta una serie di costi per attività che precedentemente erano svolte a suo favore in forma gratuita da parte della Regione, attraverso il service amministrativo.

Per il 2016 parliamo di costi nell’ordine dei 300.000 euro, che sono destinati inevitabilmente ad aumentare nel 2017, considerando che dal 1° gennaio di quest’anno la Regione ha ridotto ulteriormente il perimetro dei servizi forniti gratuitamente”.

Il Presidente Tomasi ha colto inoltre l’occasione per manifestare la propria soddisfazione per i risultati ottenuti relativamente a tutte le linee di investimento del Fondo (il cui patrimonio totale ha superato i 2,4 miliardi di euro) in un anno non particolarmente facile e con un altissimo livello di volatilità. “Spicca fra tutte la Linea Bilanciata, ha ricordato, che ha ottenuto un rendimento superiore al 4%, risultando fra le migliori in Italia”.

“Nel 2016 il Fondo Pensione, nel suo essere anche progetto sociale oltre che economico e previdenziale, ha erogato prestazioni ai suoi aderenti per oltre 94 milioni di euro e versato, a febbraio u.s. a favore del territorio regionale, oltre 15 milioni di euro di imposta sostitutiva. Dal 2000 ad oggi l’imposta sostitutiva versata alle province di Trento e Bolzano supera i 105 milioni di euro. Numeri non di poco conto per le province e, conseguentemente per tutti i cittadini!”.

Ivonne Forno, a cui va dato il merito di aver fatto “cambiare marcia” al Fondo già nel corso del suo primo anno di incarico a Direttore Generale, ha quindi fornito una serie di aggiornamenti rispetto all’andamento degli aderenti ed alle iniziative avviate nel 2016 che hanno rilanciato il numero delle adesioni. “Sono veramente soddisfatta” – esordisce Forno – “nel 2016 ci siamo messi in gioco, abbiamo completamente riorganizzato la squadra, rivisto l’approccio verso il mondo dei lavoratori, ma anche quello delle aziende. Abbiamo lavorato per creare e stimolare sinergie fra i vari attori presenti sul territorio, per informare le aziende ma soprattutto i lavoratori.

Nel 2016 gli aderenti sono aumentati di circa 1.500 unità rispetto a fine 2015 (e si tratta di dati al netto delle uscite dal Fondo); nei primi tre mesi del 2017 il numero è ancora più “forte”: siamo arrivati a quota 116.567 (+807 da inizio anno). Questi dati sono di grandissimo stimolo per proseguire in maniera ancora più convinta nelle iniziative che abbiamo intrapreso per spiegare, informare, fidelizzare (spiegando che la scelta di aderire a Laborfonds è in assoluto la migliore rispetto a qualsiasi altra), non attendendo che i lavoratori vengano da noi, ma andando da loro nelle aziende!

Sono aumentate moltissimo anche le adesioni dei soggetti fiscalmente a carico e delle donne, altro segnale importante! Ma” – continua Forno – “sono ancora troppi, infatti, i lavoratori che aderiscono ai fondi pensione aperti e ai Pip, che a differenza di Laborfonds – che è un’associazione senza scopo di lucro dove ogni euro risparmiato va a completo e totale favore degli aderenti – sono prodotti commerciali di banche ed assicurazioni.

Sono troppi se si considerano soprattutto i giovani! Nelle numerosissime assemblee organizzate presso le aziende abbiamo illustrato i numeri, soprattutto quelli relativi ai costi, spiegando che sono i costi a fare la differenza insieme al contributo del datore di lavoro! Negli incontri con i lavoratori, però,” aggiunge Forno, “apprendiamo dati preoccupanti circa il numero delle adesioni a tali prodotti e ci chiediamo come sia possibile che, a fronte di una proposta che nel tempo ha dimostrato rendimenti stabili e in ogni caso pienamente in linea con la media del mercato, si possa optare per soluzioni che talvolta non beneficiano nemmeno del contributo del datore di lavoro (obbligatorio invece se si sceglie di versare il contributo a proprio carico a Laborfonds) e con costi che sono multipli (per i fondi aperti si parla di 3-4 volte e per i PIP anche di 10 volte) rispetto a quelli di Laborfonds, in quanto necessari per remunerare reti di collocamento e di promozione che Laborfonds non ha!!”

“E’ un progetto importante e da difendere”, chiude il Presidente Tomasi “anche rispetto alle preoccupanti evoluzioni dei rinnovi dei Ccnl a livello nazionale che prevedono l’adesione contrattuale obbligatoria solo a favore dei fondi pensione nazionali. Nel 2016 abbiamo avviato un confronto con le Parti Istitutive al fine di modificare ed aggiornare l’accordo istitutivo e creare i presupposti per poter dare ulteriore stabilità e longevità ad un progetto unico in Italia, con una valenza sociale importantissima per la popolazione della nostra Regione, volano per lo sviluppo del territorio, nel quale noi crediamo moltissimo!

A tutte le Parti Istitutive, ma soprattutto alla Regione ed alle due Province, chiediamo di fare la loro parte per confermare e rilanciare in maniera convinta – in qualità di Parti Istitutive del Fondo – la scelta pionieristica di 20 anni fa”.

 

 

 

 

 

 

In allegato report Pdf (slide):
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Foto: da comunicato stampa

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