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COORDINAMENTO STUDENTESCO TRENTO – LETTERA AD ASSESSORE PAT GEROSA: ISTRUZIONE: “ SCENDIAMO IN PIAZZA L’8 MARZO, PER UN ALTRO GENERE DI EDUCAZIONE “

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20.11 - lunedì 4 marzo 2024

Non è immune nemmeno il Trentino ad episodi di violenza di genere, che hanno ormai inquinato anche gli ambienti scolastici. Per tutta risposta la neo assessora all’Istruzione Francesca Gerosa ha proposto dei percorsi formativi all’interno delle ore già previste dal progetto di educazione alla cittadinanza.

Il testo di indizione recita che questo iter tende a creare “consapevolezza dei pericoli che si possono incontrare all’interno della società”, di autostima, di autodeterminazione e di “ristabilire l’idea del rispetto delle leggi e delle regole”. Tutto ciò, prosegue, “valutando come non appesantire il personale docente”.

La Provincia autonoma di Trento, sotto il vessillo di “Dio, patria e famiglia”, punta a creare una divisione tra i due sessi (in questo modo invalidando completamente le identità che non si sentono di appartenere ai due generi binari) e vuole insegnare “alle ragazze come credere in loro stesse” e come “percepire i pericoli”, così “si sentiranno più forti e magari non staranno con un compagno che le vuole maltrattare”.

Invece, i ragazzi vanno educati ad avere “rispetto per gli altri” per evitare che diventino “uomini che picchiano le donne”. A questa proposta oltremodo datata, arrivata in seguito ai molteplici casi di molestie sessuali subite da adolescenti, si aggiunge la fastidiosa retorica del “not all men”, che invita a non generalizzare e nasconde che siamo davanti ad un problema strutturale.

Gerosa parla di questi episodi come di “casi isolati”, scaricando la responsabilità della gestione ad ambiti familiari, riducendo così il problema ad una dinamica privata e non alla necessità di un cambiamento collettivo della società.

Oltre a ciò, secondo l’assessora, al posto di educare ad una affettività sana e alle relazioni, si deve insegnare la cosiddetta “gestione della rabbia” e “la capacità di gestire le sconfitte”.

Afferma per di più che non si può sapere se una persona è violenta finché non lo dimostra, tramandando ancora una volta il concetto del “mostro” e dell’eccezione alla regola, del caso particolare in preda ad uno scatto d’ira. Siamo ben consapevoli che non è così: non vogliamo e non dobbiamo essere noi ad “imparare a dover riconoscere quelli che possono essere i segnali di pericolo”.

Non dobbiamo aspettare che ci accada qualcosa per agire, ma dobbiamo prevenire affinché non ce ne sia bisogno: educando le nuove generazioni e trattando temi quali la cura reciproca e il consenso, andando oltre la cultura patriarcale, misogina, machista e del dominio che esiste e si struttura anche all’interno dell’attuale sistema educativo.

Chi amministra il Trentino, da Fratelli d’Italia alla giunta Fugatti già da tempo è intervenuto rispetto a questo tema, lo ha fatto nel 2018 smantellando il programma di educazione sessuale, affettiva e di genere, rendendolo non obbligatorio e ostacolando i singoli istituti, rendendo obbligatoria l’approvazione da parte dei genitori. Continuano a farlo nel 2024, portando avanti le politiche repressive del governo e dei media mainstream che perpetuano una propaganda patriarcale.

Contro tutto questo non smetteremo di farci sentire e di esprimere dissenso, continueremo a pretendere un altro genere di educazione che ci prenderemo formandoci, discutendo e riempiendo le piazze e le strade delle nostre città!

Scendiamo in piazza l’otto marzo, per un altro genere di educazione!

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