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CARABINIERI – PIACENZA * FURTI IN ABITAZIONE: « 34 SOGGETTI INDAGATI, L’ESECUZIONE DELL’ORDINANZA HA COMPORTATO UN INTERVENTO MASSIVO NEI CAMPI NOMADI »

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17.13 - venerdì 15 marzo 2019

Procura della Repubblica di Piacenza. Su richiesta della Procura della Repubblica di Piacenza, alle prime ore del mattino oltre 100 militari del Comando Provinciale di Piacenza, supportati da unità cinofile, dal Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì e dall’Arma territorialmente competente, hanno dato esecuzione, nelle province di Piacenza, Torino, Alessandria e Pavia, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Piacenza, nei confronti di 34 soggetti indagati dei delitti di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazioni private, in particolare ai danni di persone anziane, cascinali rurali, esercizi commerciali, su autoveicoli in sosta, ad estorsioni ai danni di anziani, a ricettazione e riciclaggio di beni di provenienza illecita, quali ad esempio telefoni cellulari, computer, gioielli e materiale ferroso, e all’utilizzo fraudolento di bancomat e carte di credito, alla detenzione e porto abusivo di pistole e fucili nonché alla detenzione ai fini di spaccio di cocaina.

I destinatari delle misure, infatti, sono gravemente indiziati a vario titolo di aver commesso almeno 40 furti in abitazione in provincia di Piacenza, in alcuni casi approfittando di persone anziane che vivevano sole in casa. L’esecuzione dell’ordinanza ha comportato un intervento massivo nei campi nomadi di Piacenza, in strada Torre della Razza, e Caorso, dove sono state eseguite perquisizioni locali e personali delegate dall’autorità giudiziaria per la ricerca di eventuale refurtiva, sostanze stupefacenti ed armi.

Il provvedimento trae origine da una complessa indagine condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Piacenza dal febbraio 2017 all’aprile 2018 e che, nel settembre 2017 in Cortemaggiore (PC), aveva già portato in carcere un indagato colto in flagranza di detenzione di oltre cento grammi di “cocaina”.

Nel corso delle indagini è stato possibile accertare la responsabilità degli indagati in relazione ad una florida attività dedita ai furti in abitazione, spesso ai danni di anziani, nonché presso cascine e aziende, e la successiva monetizzazione della refurtiva anche attraverso il canale dello smaltimento illecito di rifiuti ferrosi, avvalendosi di compiacenti ditte di trattamento dei rifiuti della Provincia. In particolare è poi emerso come gli indagati raggirassero persone anziane che vivevano sole, simulando falsamente condizioni di indigenza e quindi di bisogno, connesse a necessità mediche o legate ad infortuni o incidenti stradali, inducendo le vittime a versare somme di denaro in alcuni casi superiori a 1.500 euro.

L’attività ha consentito di documentare l’esistenza di una associazione radicata, con molti componenti, con una rigida divisione dei compiti e gerarchicamente strutturata. È stata inoltre evidenziata l’elevata pericolosità sociale del sodalizio criminale, avendo accertato che alcuni indagati avevano la disponibilità di armi per proteggere gli interessi dei loro traffici illeciti, nonché una significativa capacità di intimidazione da parte di questi che veniva mostrata con forza a chi non soggiaceva alle loro richieste, minacciando ad esempio un controllore e custode di un’area ecologica del comune di Caorso (PC), che aveva tentato di impedire loro l’accesso alla struttura per far prelevare indebitamente del materiale metallico, e inoltre successivamente anche lo stesso Sindaco di quel comune, che si era preoccupato di verificare che presso il sito vi accedessero solo soggetti autorizzati.

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