(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Dagli Autonomisti Popolari forte richiamo al buon senso. Di fronte all’indegno spettacolo che sta dando di questi tempi la politica trentina, noi Autonomisti Popolari Fiocco di Neve che fanno capo a Walter Kaswalder, abbiamo preferito starcene in silenzio. Lo abbiamo fatto, sia pure a fatica, per spirito di squadra, perché abbiamo sempre anteposto il bene dell’Autonomia trentina a quello del partito nella speranza, ahinoi vana, che alla fine prevalesse il buon senso e la concretezza del buon amministrare. Non osiamo dire la speranza dell’ “intelligenza politica”, perché su quella abbiamo capito ormai di non poter più contare. Non mi permetto e non voglio, quale segretaria degli autonomisti popolari (AP) né dare suggerimenti, né entrare nelle miserevoli diatribe di questi giorni, umilianti per un’autonomia che sembra essere sempre più “schiava di Roma” anziché padrona del proprio destino e del proprio autogoverno.
Sento tuttavia l’obbligo politico e morale di intervenire, dopo lungo e dignitoso silenzio, a sostegno del ruolo politico degli Autonomisti Popolari (AP) non potendo tollerare che ci si mettano ulteriormente i piedi in testa. Ricordiamo sommessamente, ma con fermezza, che abbiamo portato in Consiglio provinciale l’unico, vero, storico autonomista, coerente interprete della storia, dei valori e di quell’identità trentina che sembra sempre più essere calpestata. Non ci interessa se ci sono stati accordi preelettorali (sempre disdicevoli, anche perché inevitabilmente portano poi, a elezioni avvenute, a queste situazioni).
Ci interessa invece difendere la dignità politica e la posizione della componente autonomista dentro la coalizione di maggioranza che “le mene politiche” di questi giorni vorrebbero escludere. Fuori di metafora come può un governo definirsi “autonomista” se proprio quella componente viene marginalizzata e sacrificata sulla base di accordi romani preelettorali e non? Non possiamo tollerare la svendita dell’autonomismo storico del quale, volenti o nolenti, siamo gli unici rappresentanti eletti in consiglio provinciale. Quell’autonomismo che è sempre stato e vuole continuare ad essere protagonista della nostra storia dai tempi dell’Asar ad oggi. Questo non può di certo essere ignorato negli equilibri di governo della nostra Autonomia, se Autonomia lo vuole essere di fatto e non soltanto a parole. A buon intenditore.
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Barbara Balsamo
Per il direttivo di Autonomisti Popolari