(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Letta la sentenza del Giudice del lavoro di Trento con la dovuta attenzione e ponderazione che la delicatezza del caso impone, Apss rileva che, nel merito, la sentenza accerta la correttezza formale dei procedimenti svolti dalla commissione interna e dall’ufficio procedimenti disciplinari di Apss nonché dal Comitato dei garanti.
La sentenza è molto articolata e conferma nel merito le contestazioni e i fatti principali addebitati al dottor Saverio Tateo in sede disciplinare da Apss. Il giudice ritiene però che, ai fini del licenziamento disciplinare per giusta causa, i fatti dovevano essere tempestivamente contestati al direttore di struttura complessa nel momento in cui la precedente Direzione aziendale ne era venuta a conoscenza e pertanto il licenziamento risulta tardivo rispetto ai fatti contestati e quindi non può essere considerato legittimo. Ma l’attuale direzione di Apss rileva che, quando ha avviato il procedimento disciplinare, non era a conoscenza che i fatti fossero stati già rappresentati alla direzione e all’Ordine dei medici della Provincia di Trento e, infatti, nulla di quanto emerge ora in sede giudiziale è presente negli atti depositati negli archivi aziendali.
Se è inoppugnabile che il Giudice abbia disposto la reintegra sul posto di lavoro del dottor Saverio Tateo, è altrettanto vero che ha convenuto nel merito su dieci contestazioni mosse da Apss nei suoi confronti che attestano l’avvelenamento del clima nell’Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trento, imponendo approfondite considerazioni sulla compatibilità ambientale di un possibile ritorno del professionista alla direzione dell’Unità operativa. Tale incompatibilità non è evaporata, anzi, permane tutt’ora con caratteristiche più evidenti e forti, tali da farne elemento di attenta valutazione, in primis da parte della Direzione. Rimane inoltre attuale che il rapporto di fiducia tra la direzione di Apss e il professionista sia venuto meno.
Nell’esecuzione della sentenza si terrà conto della necessità di garantire continuità alle attività dell’Unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale di Trento e al contempo di garantire serenità di lavoro a tutto il personale medico, infermieristico, ostetrico e di supporto che nell’Unità operativa opera quotidianamente con abnegazione e professionalità.
Infine, vista la delicatezza delle questioni e il numero delle persone coinvolte, anche per garantire la necessaria serenità a coloro che operano in un reparto di eccellenza che assiste ogni anno migliaia di donne e bambini con grande professionalità e umanità, si auspica che tutti coloro che stanno intervenendo sul caso operino con maggiore prudenza nelle proprie dichiarazioni.