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MAULE – VALDUGA – STANCHINA – MALFER / INTERROGAZIONE * PRONTO SOCCORSO: « RENDERE PIÙ AGEVOLE L’ATTESA AGLI ANZIANI »

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07.17 - venerdì 29 marzo 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Oggetto: Affollamento dei Pronto soccorso: tuteliamo gli anziani con il “codice argento”.

L’assessore alla salute Mario Tonina, come riportato dall’Adige del 24 febbraio 2024, ha dichiarato il suo impegno a lavorare per ridurre l’affollamento nei Pronto soccorso delle strutture ospedaliere trentine, indicando questo fenomeno come uno dei prioritari nella gestione della salute in provincia di Trento.

L’incremento della pressione sui pronto soccorso deriva da una parte dagli accessi non appropriati, dall’altra dalla difficoltà di trasferire i pazienti che richiedono un ricovero verso i reparti adeguati. I pronto soccorso ricevono una vasta gamma di richieste: non solo necessità sanitarie, ma anche esigenze preventive, personali, sociali, giudiziarie, assicurative e amministrative. Nonostante le strutture di pronto soccorso e Medicina d’Urgenza si siano adeguate per far fronte a queste molteplici richieste, è fondamentale un approccio sistemico e coordinato da parte delle Aziende sanitarie e dell’intero sistema sanitario.

Per valutare l’efficacia dei servizi sanitari, non è sufficiente limitarsi a misurare i tempi di attesa per prestazioni non urgenti, sia ambulatoriali che ospedaliere. È cruciale considerare la complessità del sistema e le molteplici necessità che gli operatori, dal triage fino alla visita vera e propria, si trovano ad affrontare.

Nel definire problemi e soluzioni, è vitale coinvolgere direttamente medici e infermieri operanti in emergenza e urgenza. Questo approccio garantisce un uso più mirato delle risorse in funzione della gravità delle richieste sanitarie e promuove la sostenibilità del sistema, anche in termini di condizioni lavorative del personale sanitario.

In attesa della realizzazione degli interventi strutturali necessari a risolvere definitivamente tale problema, è urgente mettere in campo azioni che garantiscano, a ciascun paziente che afferisce ai nostri Pronto soccorso, il rispetto della dignità personale in una situazione già critica per la propria salute. Questo significa intervenire per evitare loro esperienze da girone dantesco come quelle già vissute ora dai pazienti con codice di minore gravità, costretti ad attendere in situazioni disagiate anche 7-8 ore, prima di vedersi presi in carico effettivamente, a prescindere dall’età e dallo stato di fragilità.

E’ evidente che la priorità va sempre data all’urgenza in base all’effettiva gravità della situazione, così come indicata dal Triage stesso, ma occorre fare un ragionamento anche in un’ottica complessiva, immaginando anche dei percorsi che si prendano carico di particolari fragilità dove, a parità di codice, possa essere garantita una priorità diversa.

Le Linee di indirizzo nazionali per la gestione del sovraffollamento in pronto soccorso, redatte dal Ministero della Salute già nel 2018, indicano, tra i fattori rilevanti per una miglior gestione dei Pronto soccorso affollati, i “fattori di umanizzazione” del servizio, favorendo “la centralità del paziente, facendosi carico non solo degli aspetti fisici della malattia, ma anche di quelli psicologici, relazionali e sociali; ciò comporta l’esigenza di conciliare le politiche di accoglienza, informazione e comfort con l’adozione di percorsi assistenziali specifici”, in particolare per una categoria particolarmente fragile, ovvero quella degli anziani.

L’attesa in Pronto soccorso è un’esperienza difficile per chiunque, ma per gli anziani, in particolare per quelli fragili, presenta sfide e disagi amplificati e non sempre gli operatori, costretti a ritmi serrati e talvolta a turni particolarmente lunghi e complessi, all’interno di un sistema come quello del Pronto Soccorso, hanno lo spazio per dedicarsi alle particolari necessità di determinati pazienti che vivono, nella loro quotidianità, una particolare condizione.

Problemi fisici:
L’invecchiamento porta a una minore capacità di adattamento e resistenza allo stress e l’attesa prolungata in un ambiente affollato e rumoroso può causare affaticamento e peggiorare condizioni preesistenti.
Stare seduti per lunghi periodi può essere doloroso o scomodo per gli anziani con
problemi articolari o muscolari. L’accesso ai servizi igienici può risultare difficoltoso e l’utilizzo di barelle non adeguate può causare decubiti.

Problemi cognitivi:
L’ambiente caotico del pronto soccorso può disorientare gli anziani, soprattutto quelli con demenza o confusione mentale.
Problemi di udito o vista possono ostacolare la comunicazione con il personale medico, creando frustrazione e ansia.

La complessità delle informazioni mediche e delle procedure può risultare difficile da comprendere per gli anziani, soprattutto se sotto stress.

Problemi psicologici:
L’attesa in un ambiente sconosciuto e impersonale può causare ansia e solitudine, soprattutto negli anziani che non hanno familiari o accompagnatori.

La sensazione di incertezza e la preoccupazione per la propria salute possono alimentare la paura e può far sentire gli anziani vulnerabili e impotenti.

Per far fronte alle citate problematiche, in diverse ASL del Nord Italia è stato introdotto un percorso prioritario di triage e di visita a favore degli anziani di età pari o superiore ai 75 anni, che non presentano caratteristiche di urgenza grave. Rispetto agli altri fast track il così detto percorso o codice “argento” ha l’obiettivo di una più efficace presa in carico non solo da un punto di vista della rapidità ma anche della competenza specialistica, che tenga conto anche del possibile disagio psichico, fisico e sociale, con notevole beneficio dell’anziano in attesa.

Tutto ciò premesso il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale a implementare, all’interno delle strutture ospedaliere provinciali, soluzioni organizzative per contribuire a rendere l’attesa in Pronto soccorso un’esperienza più dignitosa, in particolare per gli anziani, attraverso:

• l’istituzione del “codice argento” che corrisponda ad un percorso prioritario di triage e di visita a favore degli anziani di età pari o superiore ai 75 anni, che non presentino caratteristiche di urgenza grave, in modo che sia efficace la presa in carico sia da un punto di vista della rapidità che della competenza specialistica, prevedendo una valutazione multidimensionale geriatrica che tenga conto anche del possibile disagio psichico, fisico e sociale;
• l’approntamento di aree di attesa dedicate agli anziani con un ambiente tranquillo e confortevole, accesso facilitato ai servizi igienici e bevande, possibilità di presenza di un familiare o un accompagnatore;
• la promozione di iniziative di formazione continua rivolte sia al personale medico e sanitario, che a quello ausiliario e di vigilanza, rispetto alle esigenze specifiche degli anziani in Pronto soccorso.

 

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Chiara Maule
Francesco Valduga
Roberto Stanchina
Michele Malfer

 

Consiglio Provincia autonoma Trento (Gruppo Campobase)

 

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