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MART – ROVERETO (TN) * NUOVE MOSTRE: « “ALLEGORIA DELLA PUBBLICITÀ PUBBLICA“ / “ARTE E FASCISMO“ »

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18.37 - venerdì 15 marzo 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Allegoria della Pubblicità pubblica, da un’idea di Vittorio Sgarbi a cura di Giulia Colletti e Gabriele Lorenzoni in collaborazione con Servizio cultura, turismo e politiche giovanili, Comune di Trento. Galleria civica, Trento 28 marzo – 30 giugno 2024.

La mostra affronta il tema della felicità pubblica, intesa come l’urgenza del singolo a travalicare il proprio interesse privato con l’obiettivo del bene collettivo. Attraverso una compenetrazione di epoche, soggetti, matrici culturali, il percorso espositivo favorisce la coesistenza di ricerche artistiche che si interrogano sulla felicità non solo come principio di autodeterminazione della persona ma come interesse pubblico. Tra riti sociali e linguaggi culturali, artisti e artiste invitano a sperimentare nuove forme di socialità e a concepire la felicità pubblica come condizione di benessere raggiungibile attraverso pratiche quotidiane di resistenza e di partecipazione attiva.

Artisti in mostra.
Galleria Civica: Hangama Amiri, John Baldessari, Gianfranco Baruchello, Mirella Bentivoglio, Alighiero Boetti, Maurizio Cattelan, Piermario Ciani, Betty Danon, Gino De Dominicis, Anna Esposito, Nan Goldin, Daniel Gonzalez, Dan Halter, Sharon Hayes, Diango Hernandez, Annalies Klophaus, Eva Koťátková, Barbara Kruger, Ketty La Rocca, Yarema Malashchuk & Roman Himey, Lucia Marcucci, Jacopo Mazzonelli, Alina McDonald, Bruno Munari, Jackson Nkumanda, Maurizio Nannucci, Anna Oberto, Ahmet Öğüt, Solomostry, Mariasilvia Spolato, Zapruder.
Outdoor: Chiara Camoni con Centro di Sperimentazione, Hannes Egger, Eduard Habicher, Tamara Janes, Ahmet Öğüt , Ozmo, Nico Vascellari, Chiara Ventura, Wunderkammer.

La mostra è inserita nel programma di Trento Capitale Europea del Volontariato 2024 e prevede, oltre all’esposizione negli spazi della Galleria Civica, un panel di progetti sul territorio (performance, interventi di arte pubblica, laboratori).

 

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Arte e Fascismo da un’idea di Vittorio Sgarbi a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari. Mart Rovereto, 14 aprile – 1 settembre 2024

La mostra analizza i vari e complessi modi in cui il regime fascista influì sulla produzione figurativa italiana, utilizzando a fini propagandistici il linguaggio dell’arte. Durante il Ventennio la produzione artistica fu infatti ricca ed eterogenea. Accanto al persistere di ricerche di avanguardia legate al Futurismo, si delinea una linea di “ritorno all’ordine”, che confluisce nel movimento del Novecento italiano, creato da Margherita Sarfatti.
Il ritorno all’antico, funzionale all’affermazione della tradizione italiana, trova varie declinazioni, dal rinnovato sguardo ai maestri antichi dei protagonisti di Novecento fino a più radicali affermazioni di un’arte di propaganda volta alla costruzione del consenso. Lo stesso modello di una ritrovata armonia tra tradizione e modernità gode del sostegno da parte del regime, alla ricerca della definizione di un “sistema delle arti” organizzato.
Allo stesso tempo, i nuovi luoghi del potere divengono strumento di affermazione attraverso un linguaggio aperto tanto al classicismo quanto al razionalismo, che coinvolge architettura, scultura e arte murale, rinata sotto l’impulso di una rinnovata volontà celebrativa.

La mostra rievoca le principali occasioni in cui gli artisti danno voce all’ideologia, ai temi e ai miti del fascismo attraverso la partecipazione a Biennali, Quadriennali, mostre sindacali, a concorsi e a commissioni pubbliche.

Tra pittura, scultura, documenti e progetti, il percorso espositivo si snoda tra oltre 400 opere di artisti e architetti come Mario Sironi, Carlo Carrà, Adolfo Wildt, Arturo Martini, Marino Marini, Massimo Campigli, Achille Funi, Fortunato Depero, Tullio Crali, Thayaht, Renato Bertelli, Renato Guttuso. Provenienti da collezioni pubbliche e private le opere dialogano con alcuni dei grandi capolavori del Mart e con numerosi materiali provenienti dai fondi dell’Archivio del ’900.

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