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FONDAZIONE HAYDN * “CROSSING BOHÈME“: « L’EVENTO COLLATERALE CHE ANTICIPA LA PRIMA DE LA BOHÈME, A BOLZANO (18/11 – 18.00) »

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15.07 - venerdì 17 novembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Crossing bohème.  L’evento collaterale che anticipa la prima de La bohème. Sabato 18 novembre alle ore 18.00 al Teatro Comunale di Bolzano.  La Fondazione Haydn di Bolzano e Trento presenta il primo appuntamento del suo programma d’opera 2023/24: domenica 19 e martedì 21 novembre il Teatro Comunale di Bolzano accoglie La bohème con la regia di Matthias Lošek. Anticipa l’opera pucciniana uno speciale caffè filosofico, Crossing bohème, con ospiti del mondo della cultura, interventi musicali e performance. L’appuntamento è sabato 18 novembre alle ore 18.00 al Teatro Comunale di Bolzano.

Il nuovo programma d’opera della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento si apre con uno dei melodrammi più amati di tutti i tempi, capace, a distanza di oltre cent’anni dalla sua prima rappresentazione, di emozionare e appassionare il pubblico di tutto il mondo. Firmata da Matthias Lošek, che ne cura la regia, approda “La bohème” di Giacomo Puccini (Bolzano, Teatro Comunale, 19 e 21.11.23 | Trento, Teatro Sociale, 21 e 22.02.24).

Ad accompagnare l’esperienza dell’opera pucciniana, sabato 18 novembre alle ore 18.00 al Teatro Comunale di Bolzano si svolgerà Crossing bohème, un evento collaterale immerso nell’atmosfera di un café filosofico con ospiti del mondo della cultura, interventi musicali e performance. La moderazione degli incontri sarà affidata a Marco Russo, filosofo e manager dell’etichetta col legno, affiancato da ospiti del panorama culturale regionale. A cosa serve l’arte? Perché siamo così attratti dal melodramma? Quanto sono importanti la libertà e la realizzazione di sé nella vita? Sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati e discussi in diversi talk da 30 minuti ciascuno: una piccola festa per celebrare confrontarsi su temi tanto universali quanto intimi. La bohème diventa così oggi uno spunto per leggere la contemporaneità: un’opera nuova che riscopre l’attualità di Puccini con creatività e introspezione, in linea col titolo drammaturgico della stagione, Nothing is written.

Nell’ambito di Crossing bohème interverranno: Matthias Losek, regista de La bohème e direttore musicale del programma d’opera per la Fondazione Haydn, Donata Romizi (filosofa e docente all’Università di Vienna), Roberto Tubaro (Südtirol Jazzfestival Alto Adige e progetto WAAG), Diego Tartarotti (visual artist), Kunigunde Weissenegger (communication strategist, co-founder di FranzLAB), Lena Simonetti (poetry slammer), Manuela Kerer (compositrice).
La serata sarà intervallata da una serie di interludi musicali e poetici che avranno come protagonisti la soprano Alexandra Grigoras (Mimì ne La bohème) e Arianna Orsini al pianoforte, Josuè Esaù Iovane (Orchestra Haydn) al violino elettrico, Lena Simonetti (poetry slam) e il dj set di Giorgio Matteazzi.

 

LA BOHÈME
Il 19 e 21 novembre a Bolzano

Il nuovo programma d’opera della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento si apre con uno dei melodrammi più amati di tutti i tempi, capace, a distanza di oltre cent’anni dalla sua prima rappresentazione, di emozionare e appassionare il pubblico di tutto il mondo. Firmata da Matthias Lošek, che ne cura la regia, approda “La bohème” di Giacomo Puccini (Bolzano, Teatro Comunale, 19 e 21.11.23 | Trento, Teatro Sociale, 21 e 22.02.24).

Matthias Lošek, al suo ultimo mandato come direttore artistico per il programma d’opera, ha scelto una messa in scena capace di esaltare i tratti che rendono La bohème un dramma fortemente contemporaneo senza perdere, lungo il percorso, alcun ingrediente della ricetta originale. “Ogni buona opera – sottolinea – può essere contemporanea. I protagonisti de La bohème, quattro ragazzi all’inizio delle loro carriere, sono il perfetto emblema di un nuovo inizio: rappresentano pienamente il motto che abbiamo scelto per questa stagione, “Nothing is written”. Quest’opera è melodramma puro: parla di vita e amore, sofferenza e morte. Ma è anche, a mio parere, la più crudele e attuale fra quelle mai scritte. Segue il percorso di una giovane ragazza gravemente malata, Mimì, che viene strappata alla vita, mentre la società si limita a osservare. Direi che si tratta di un tema di grande attualità”.

Al direttore d’orchestra Timothy Redmond il compito mettere in evidenza la coloritura musicale dei singoli atti e, insieme all’Orchestra Haydn, di condurre il pubblico in un universo dalle forti e intense sonorità, specchio dell’universo bohémien e della vita interiore dei personaggi per i quali Puccini creò melodie memorabili e soluzioni orchestrali che sono entrate di diritto nella storia della musica. Era il 1896 quando al Teatro Regio di Torino andò in scena la prima de La bohème, un’opera in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, diretta da un appena ventinovenne Arturo Toscanini. Dopo la prima rappresentazione, Puccini apportò alcuni cambiamenti e al suo secondo debutto, al Teatro Grande di Brescia, la rappresentazione ottenne un consenso così ampio, si narra, da far tremare le pareti della sala.

Il libretto è basato sul romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, una raccolta di storie che narrano la vita di un gruppo di giovani bohèmiens – Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline – che, sospesi tra il desiderio di libertà e la necessità di guadagnarsi da vivere, cercano di essere artisti sullo sfondo di una vibrante Parigi di fine Ottocento. Sul loro cammino si faranno largo l’amore, ma anche la morte. Marcello vive con Musetta una relazione saltuaria all’insegna della gelosia e della civetteria, mentre Rodolfo si innamora inaspettatamente della bella vicina Mimì, il cui destino è segnato dalla malattia. A dare voce e corpo ai principali protagonisti c’è un cast di giovani talenti: Alexandra Grigoras (Mimì), Galina Benevich (Musetta), Alessandro Scotto di Luzio (Rodolfo), Matteo Loi (Marcello), Gianni Giuga (Schaunard), Matteo D’Apolito (Colline). “Per me era importante che gli artisti scelti fossero giovani, così da poter rappresentare in maniera veritiera i personaggi. – commenta Lošek – Nell’opera, e soprattutto in la bohème, è importante a mio parere riprodurre la veridicità. Credo infatti che ogni opera comporti anche una buona dose di identificazione. Per questo si tratta di un genere che continua ancora oggi ad affascinare”. Fra tutti i personaggi spicca Mimì, il suo dramma, la sua struggente storia di vita e morte.

Essenziale, attenta alla dimensione tragica insita nella musica e nel racconto, questa bohème nasce da una riflessione rispetto alle numerose rappresentazioni che ne sono state date nel tempo. Punto di riferimento per Lošek sono state anche le letture sbarcate al cinema e a teatro, a partire da quella del regista Baz Luhrmann (Sydney, 1993), una bohème come “coming of age drama” che con il suo concetto ha stabilito nuovi standard sia in termini musicali che di interpretazione dei personaggi. A 30 anni dalla produzione di Luhrmann, l’obiettivo è di evitare ogni cliché e di arrivare al cuore dell’opera attraverso un registro essenziale e originale. I costumi e la scena, realizzati da Oliver Mölter fanno riferimento all’immaginario pop, il lighting design curato da Norbert Chmel ha lo scopo di rendere comprensibile con poche scelte stilistiche l’inevitabile arco della vita e della natura.
Fra tutti i personaggi spicca Mimì, il suo dramma, la sua struggente storia di vita e morte. Una bohème quindi che diventa una sorta di requiem, che tuttavia celebra la vita e l’amore in tutte le sue sfaccettature: la giovinezza, la premura, la carica sessuale, la sopportazione, l’eterno e il fugace, ma anche la gelosia e l’odio.

Per chi desidera inoltre approfondire e avvicinarsi alle proposte dalla Fondazione Haydn per questo programma d’opera, ritorna Oper.a Talk, l’appuntamento introduttivo ad ogni spettacolo in programma un’ora prima della rappresentazione nel foyer del Teatro Comunale di Bolzano (Dom 19.11.23, ore 16.00 & Mar 21.11.23, ore 18.00) e presso il Teatro Sociale di Trento (Mer 21.02.24, ore 18.00 & Gio 22.02.24, ore 18.00).

 

Nothing is written
Il Programm.a Oper.a 2023/24

Un inno all’imprevedibilità e alle infinite possibilità che la vita offre nel suo dispiegarsi giorno dopo giorno: per la nona stagione nella veste di direttore artistico dell’attività operistica della Fondazione Haydn, Matthias Lošek ha scelto come frase-guida Nothing is written, niente è scritto, proseguendo una tradizione che dal 2015 – prima stagione dedicata all’esplorazione dell’opera – collega la programmazione a tematiche capaci di toccare nel profondo la sensibilità del pubblico. “Nothing is written – commenta Lošek – sta a significare che nulla è impossibile, che tutto ha sempre un nuovo inizio. I titoli delle stagioni teatrali che ho curato, sin dalla prima, The irony of life, sono ispirati alla cultura pop, cercano di suscitare curiosità e offrire stimoli senza mai imporre delle letture forzate. Ciò che sottende l’opera contemporanea è infatti la domanda: cosa riesce a smuovere le persone?”.

Fra novembre 2023 e marzo 2024 domineranno la scena tre storie a loro modo connesse con il presente, appassionanti e attuali: il 19 e il 21 novembre 2023 al Teatro Comunale di Bolzano e il 21 e 22 febbraio 2024 al Teatro Sociale di Trento, appuntamento con “La bohème” di Giacomo Puccini in una produzione che vedrà la regia di Matthias Lošek e la direzione musicale di Timothy Redmond. Il 21 gennaio al Teatro SanbàPolis di Trento e il 23 gennaio al Teatro Comunale di Bolzano sarà possibile scoprire l’opera vincitrice della quarta edizione del bando Fringe, “LORIT”, del compositore austriaco Marius Binder con la regia di Christina Constanze Polzer, il libretto di Robert Prosser e la direzione musicale di Christoph Huber. È atteso invece a Bolzano, il 16 e il 17 marzo 2024, “Dorian Gray” con le composizioni di Matteo Franceschini, la regia e il libretto di Stefano Simone Pintor e la direzione musicale di Rossen Gergov.

Un ringraziamento speciale va a tutti partner istituzionali: il Ministero della Cultura, la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, le Province autonome e i Comuni di Trento e Bolzano, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, Alperia e tutti i partner che ogni anno sostengono con convinzione il lavoro della Fondazione Haydn.

 

Info e biglietti
La vendita dei biglietti e carnet è attiva presso le biglietterie del Teatro Comunale di Bolzano (t. 0471 053800 / info@ticket.bz.it) e del Teatro Sociale di Trento (t. 0461 213834 numero verde 800 013952 – online: boxol.it/centrosantachiara/it).
Costo dei biglietti: 30€/20€/7€

 

Maggiori informazioni su www.haydn.it

LA BOHÈME – A Requiem for Mimì
Libretto Giuseppe Giacosa, Luigi Illica
Editore Casa Ricordi, Milano
Prima assoluta 01.02.1896, Teatro Regio, Torino

Direzione musicale Timothy Redmond
Regia Matthias Lošek
Scene, Lighting design Norbert Chmel
Costumi Oliver Mölter

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Coro Ensemble vocale Continuum
Maestro del coro Luigi Azzolini

 

Interpreti
Mimì Alexandra Grigoras
Musetta Galina Benevich
Rodolfo, poeta Alessandro Scotto Di Luzio
Marcello, pittore Matteo Loi
Schaunard, musicista Gianni Giuga
Colline, filosofo Matteo D’Apolito
Benoît, il padrone di casa Lorenzo Ziller
Parpignol, venditore ambulante Marco Gaspari
Alcindoro, consigliere di stato Lorenzo Ziller
Sergente dei doganieri Lorenzo Ziller
Doganiere Federico Evangelista

 

Voci bianche
Coro della Scuola di Musica / Chor der Musikschule “A. Vivaldi” (BZ)
Coro di voci bianche dell’Istituto comprensivo Trento 5 (TN)
Direzione del coro Anita Degano (BZ) / Anna Nicolodi (TN)

Durata 150’ con intervallo
In italiano con sopratitoli in italiano e tedesco

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