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COPPOLA (EUROPA VERDE) * TRENTINO: « PROGETTO CERVO, NO ALL’ABBATTIMENTO »

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22.53 - mercoledì 8 novembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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I Parchi naturali sono aree protette il cui fine principale è la conservazione degli ecosistemi. La caccia interferisce per il suo effetto di disturbo sulle dinamiche naturali della fauna e degli habitat. Un solo colpo di fucile può spaventare tutti gli animali per un raggio di centinaia di metri, anche quelli che non sono oggetto di caccia, impedendo loro di bere, di mangiare o semplicemente di sostare in un determinato luogo. La caccia praticata nei Parchi naturali uccide anche gli animali sani. Il contrario di quanto avviene in natura dove animali deboli e malati muoiono per lasciare il posto ad animali più sani e più forti. Nei Parchi naturali (e non solo) il piombo delle cartucce avvelena l’ambiente e gli animali. Ad essere vittima dell’avvelenamento da piombo sono soprattutto i rapaci, come le aquile e gli avvoltoi. Infatti nutrendosi delle carcasse di animali feriti o morti, a causa della caccia ingeriscono anche piccoli pezzi di piombo. Questi frammenti causano un’intossicazione che può portare alla loro morte.

Ora si cerca di far passare l’abbattimento dei cervi come l’unica soluzione possibile ed evidentemente non si intendono perseguire percorsi meno cruenti. Certamente è la soluzione più facile, quella che richiede minore impegno e ci si rifiuta di sperimentare strategie alternative alla mattanza di 180 cervi all’anno in via sperimentale per il primo biennio e 400 l’anno nel triennio successivo, che tra l’altro saranno venduti a 3,5 euro al chilo dallo stesso Parco. Il tutto con la collaborazione di un centinaio di cacciatori della Val di Sole che hanno ottenuto la qualifica di “coadiuvanti alle attività di controllo del cervo” dalla Fondazione Edmund Mach.

Ricordo che generalmente gli accrescimenti della popolazione di cervi all’interno del Parco sono guidate da meccanismi naturali di autoregolazione delle specie.

Dobbiamo tenere in debito conto che il ritorno del lupo rappresenta una variabile per il riequilibrio della consistenza numerica dell’animale. Ricordo che il più bravo selezionatore e controllore degli erbivori selvatici è sempre stato e sempre sarà un carnivoro selvatico: il lupo ad esempio. Ma le leggi della natura sono perfette, gli animali selvatici, anche in assenza di predatori, si assestano su un numero di esemplari coerente con il territorio occupato e le sue risorse, mai sono in sovrannumero.

L’uccisione dei cervi, oltre a essere un atto inutile e violento, avrà come effetto secondario quello di costringere i lupi a rivolgersi verso altre prede, gli animali domestici che pascolano negli alpeggi.

Sarebbe più opportuno studiare soluzioni alternative e attendere poi con pazienza che il controllo della popolazione dei cervi avvenga naturalmente. Nel frattempo il Parco potrebbe aiutare questo processo utilizzando opportune strategie, provvedendo, nel frattempo, a risarcire i danni (come peraltro già sta facendo) causati dalla numerosa presenza di cervi.

Vorrei infine ricordare come la caccia cosi detta di selezione ai caprioli non ha affatto migliorato la specie, ma ha prodotto l’effetto opposto. Il cacciatore, infatti, tende a sparare ai capi migliori e non, come invece accadrebbe con la selezione naturale, attraverso i predatori.

Ricordo inoltre che è sempre più significativa e ampia quella parte di cittadini e turisti che chiedono di poter passeggiare nel Parco e incontrare animali non spaventati, di poter avvicinare in modo naturale caprioli o marmotte, di poter vivere appieno la natura e suoi abitanti senza le storture create dall’essere umano.

 

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Lucia Coppola

Consigliera provinciale/regionale Tn-AA – Gruppo Misto/Europa Verde

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