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COPPOLA (ALLEANZA VERDI E SINISTRA) * PROFUGHI UCRAINI: « LA PROVINCIA DI TRENTO STA SMOBILITANDO GLI AIUTI IN CORSO? »

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08.05 - lunedì 8 gennaio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Profughi ucraini: la Provincia smobilita gli aiuti in corso ? In Trentino vi è una lunga tradizione di solidarietà, ben radicata e gelosamente custodita, affidata spesso a associazioni di volontariato, enti religiosi, strutture pubbliche messe a disposizione da Comuni e Provincia.

Spesso anticipando gli aiuti statali che, per forza di cose, arrivano purtroppo in ritardo. E questo riguarda non solo la Protezione civile e i Vigili del fuoco volontari, il cui lavoro è sempre stato apprezzato e lodato per tempestività ed efficienza, ovunque siano stati impiegati, ma anche una diffusa rete di associazioni di volontariato che operano sul territorio ed anche all’estero. Un lavoro abitualmente coordinato e/o assistito dalla Provincia e dai Comuni, con mezzi e risorse.

Qualcosa sembra essersi inceppato con l’emergenza scatenata dalla guerra russo-ucraina, dove massicci e perduranti bombardamenti di strutture civili da parte dell’esercito russo ha provocato un elevato numero di profughi. Profughi – è bene ribadirlo – in fuga dal loro Paese per la guerra, ma fermamente intenzionati a ritornarvi non appena le condizioni lo permetteranno. Molti profughi giunti in Trentino dal febbraio del 2022 sono stati ospitati inizialmente presso le famiglie di altri ucraini qui residenti e poi, a poco a poco, ospitati in diverse strutture gestite da cooperative, ma finanziate dalla Provincia. Alcuni di loro – dove si è presentata l’opportunità e superate le difficoltà burocratiche – hanno trovato piccoli lavori, spesso saltuari, per integrare il modesto sussidio statale. Si tratta di lavori assolutamente precari e spesso mal retribuiti.

Mi è stato riferito che sarebbe in corso un tentativo di allontanamento da queste strutture di ricovero di coloro che hanno trovato il lavoro e un minimo di retribuzione. La scusa è che sono in grado di arrangiarsi! Qualcuna è già stata chiusa.

Chiunque conosce la difficoltà di reperire alloggi in affitto da parte di stranieri che non possono garantire guadagni sicuri e quindi di essere in grado di pagare affitti onerosi. Tanto più se la prospettiva di permanenza non è a lungo termine.

Tutto ciò premesso e ripromettendomi di approfondire l’argomento su come funzionano questi luoghi di accoglienza (alcune molto bene, ma altre – come quella di S. Vito di Pergine – dove vi sono lamentele perché vi sarebbero ospitati profughi di diverse nazionalità in un luogo lontano dai centri abitati con scarsi collegamenti), interrogo il Presidente della Provincia per sapere:

se corrisponde al vero che qualche struttura di accoglienza è stata chiusa concentrando un numero eccessivo di profughi a S. Vito, dove sono ospitati profughi di diversa provenienza (africani, medio- orientali, pakistani, ecc.) rendendo così difficile la convivenza fra loro per difficoltà oggettive (cultura, lingua, religione e stili di vita molto diversi);

se corrisponde al vero che la Provincia intenderebbe allontanare da tali strutture chi ha un reddito da lavoro, senza peraltro accertare l’entità del reddito in rapporto alla consistenza del nucleo familiare interessato;

se alle persone eventualmente allontanate dai centri di accoglienza sono stati offerti alloggi alternativi, magari attingendo ai molti alloggi sfitti di proprietà pubblica;

quanti fondi ha messo a disposizione finora il Governo nazionale per sostenere i profughi, quanti la Provincia e quanti provengono da donazioni private (enti assistenziali e religiosi, sindacati, industriali, ecc.) e come sono impiegati questi fondi.

 

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Cons. Lucia Coppola

Consigliera provinciale/regionale – Alleanza Verdi e Sinistra

 

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