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COMITATO PERMANENTE DIFESA ACQUE – TRENTINO: BONAZZA, « OPS! SIAMO A SECCO, LA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO NON SI MACCHI DI ECOCIDIO »

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11.25 - giovedì 6 aprile 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Il prolungato periodo di siccità che stiamo vivendo è la dimostrazione del rapido avanzamento dei cambiamenti climatici sul nostro arco alpino. L’estrema carenza idrica è sotto gli occhi di tutti e richiede un’azione politico-tecnica forte e scientificamente informata. Per questo motivo chiediamo che la Provincia di Trento abbandoni l’idea anacronistica e antiscientifica della costruzione di nuovi bacini artificiali e persegua immediatamente un ambizioso piano di realizzazione capillare di infrastrutture ecologiche. La retorica dell’emergenza è l’insopportabile e immaturo piagnisteo di chi, negli ultimi 30 anni, non ha fatto abbastanza per prepararsi al cambiamento climatico.

L’unico vero serbatoio che possiamo ricaricare ha un nome preciso e si chiama falda acquifera. “I sistemi di ricarica controllata della falda costano in media 1,5€/mc di capacità di infiltrazione annua, mentre per gli invasi i costi arrivano a 5-6€/mc di volume invasabile. I sistemi di ricarica controllata consumano molto meno territorio e per essi è più facile trovare siti idonei”1.

Chiediamo l’adozione immediata di “misure mirate all’incremento della funzionalità ecologica dei terreni agrari e della loro capacità di trattenere e far infiltrare le acque meteoriche e prevenire il degrado dei suoli”2. L’approccio industriale distrugge le nostre valli. I grandi imperi agricoli non di rado si dipingono la faccia di verde fregiandosi, a torto, di agire in maniera sostenibile, salvo poi richiedere deroghe alle più basilari norme di tutela ambientale.

Chiediamo “la riqualificazione morfologica ed ecologica dei corsi d’acqua, decanalizzandoli e recuperando le forti incisioni subite nei decenni scorsi, riconnettendo le pianure alluvionali, ripristinando fitte formazioni boscate riparie; la ricostituzione della rete di siepi interpoderali e del reticolo idraulico minuto; l’adozione generalizzata di pratiche colturali che implementino il contenuto di sostanza organica nei suoli e la loro capacità di assorbire le piogge e trattenere umidità e nutrienti (un incremento dell’1% nel contenuto di sostanza organica può garantire fino a 300 mc/ha di accumulo idrico nel suolo, disponibile per la vegetazione); la de-impermeabilizzazione delle aree urbane. Queste sono misure previste dalle strategie per la “biodiversità 2030” e “From farm to fork” nell’ambito del New Green Deal della UE. E riprese dalla recente proposta normativa (il “Pacchetto Natura”) presentata il 22 giugno scorso dalla Commissione Europea”3.

Le proposte attualmente in discussione sia a livello nazionale che in Trentino vanno esattamente nella direzione opposta.
Solo attraverso la realizzazione delle azioni sopra proposte, l’acqua sarà tutelata sul medio-lungo termine e potrà quindi essere disponibile per i cittadini, gli agricoltori, gli allevatori e tutti coloro che ne fanno uso.

La Provincia di Trento non si macchi di ecocidio!

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Tommaso Bonazza

Portavoce Comitato Permanente per la Difesa delle Acque del Trentino

 

 

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