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CCIAA – TRENTO E BANCA D’ITALIA * “ACCESSO AL CREDITO E SOSTENIBILITÀ“: BORT, « OCCASIONE PER CREARE UN TERRENO COMUNE DI DIALOGO »

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18.05 - mercoledì 13 marzo 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Un convegno organizzato da CCIAA in collaborazione con Banca d’Italia. L’accesso al credito e la sostenibilità. I parametri sono ESG come vantaggio competitivo per le imprese. “L’accesso al credito e la sostenibilità” è il titolo del convegno che si è svolto questo pomeriggio in Accademia d’Impresa, organizzato da Camera di Commercio di Trento in collaborazione con la filiale locale della Banca d’Italia. Scopo dell’iniziativa è stato quello di fornire una serie di indicazioni per agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso l’adozione dei criteri ESG.

Nel suo intervento introduttivo il direttore della filiale trentina di Banca d’Italia, Maurizio Silvi, ha sottolineato come le banche siano sempre più impegnate nell’orientare gli operatori economici verso la sostenibilità soprattutto per questioni di profitto: “La sostenibilità incide sulla redditività delle imprese. L’opinione pubblica è sempre più attenta ai temi ambientali, sociali e di governance: a parità di prezzo sceglie prodotti sostenibili e orienta il mercato. Le banche possono fare molto per convincere le imprese ad essere più virtuose, in particolare con la leva del credito”.

Ma perché i temi della sostenibilità sono così importanti per le banche e in particolare per la BCE che al riguardo ha emanato specifiche direttive? Lo hanno chiarito in modo esauriente Michele Cascarano e Cosimo Marsella, rispettivamente economista e vice direttore della filiale trentina di Bankitalia: “Perché il sistema finanziario è per sua natura un sistema di propagazione dei rischi. La BCE – ha spiegato Cascarano – ha tra i suoi obiettivi quello di garantire la stabilità monetaria e la stabilità finanziaria dell’Unione. I cambiamenti climatici e le tensioni sociali possono incidere sul prezzo dei beni, possono quindi generare inflazione e mettere a rischio la stabilità monetaria. A loro volta i rischi climatici possono impattare pesantemente sull’economia reale e contagiare il sistema finanziario indebolendo le banche e, tramite esse, i sistemi-Paese”. Di qui l’esigenza di disporre di una documentazione accurata e di dati affidabili sulla sostenibilità delle imprese nel momento in cui esse si accingono a richiedere finanziamenti. Cascarano e Marsella hanno anche illustrato le indicazioni che Banca d’Italia fornisce alle imprese per incorporare i criteri ESG nel proprio modello di business: “Se le imprese rendono adeguatamente conto del proprio imbatto ambientale, sociale e di governance – ha concluso Marsella – avranno significativi vantaggi sui costi del capitale”.

Ma la sostenibilità si può promuovere solo con la leva finanziaria? E’ l’interrogativo che si è posta Ericka Costa, docente di Economia e management presso UniTN: “La finanza è sicuramente una leva del cambiamento, ma non può essere l’unica. La finanziarizzazione della sostenibilità è il rischio che dobbiamo scongiurare. Il pericolo infatti è quello che le imprese si limitino ad un’adesione solo formale ai criteri ESG all’unico fine di ottenere un vantaggio fiscale o un finanziamento conveniente. Ma che poi a livello operativo il cambiamento non ci sia o sia minimale. Sarebbe un approccio improduttivo sul lungo periodo. La prospettiva della sostenibilità deve coincidere con scelte strategiche e non semplicemente di compliance”.

Il punto di vista delle imprese, in particolare di quelle piccole, è stato illustrato efficacemente da Raffaella Ferrai, commercialista, revisore contabile e presidente dell’Ordine dei commercialisti di Trento. “Per le piccole realtà la sostenibiltà è l’ennesimo adempimento burocratico che si vedono piombare addosso”. I commercialisti, interlocutori privilegiati delle PMI nel campo delle incombenze fiscali, si trovano spesso a fare cultura della sostenibilità: “Cerchiamo di far capire che oggi lo scopo dell’impresa non è più solo quello di massimizzare il profitto, ma di integrare anche principi etici: il rispetto dei diritti umani, la qualità e la sicurezza del lavoro, la tutela dell’ambiente, lotta alla corruzione”. Si tratta per molti operatori economici un cambio di prospettiva e di un allargamento dei propri orizzonti. “L’ordine dei commercialisti – ha evidenziato Ferrai – è impegnato in prima linea in un’attività di mediazione culturale per rendere comprensibili il vantaggio del cambiamento che spesso sembrano solo costi”.

Vantaggi che invece sono stati illustrati concretamente dalla testimonianza di Valeria Ghezzi, ceo di Funivie Seggiovie S. Martino srl che dall’applicazione dei criteri di sostenibilità ha raccontato come è riuscita ad ottenere una significativa riduzione del tasso di interesse con un evidente vantaggio per la redditività complessiva dell’impresa.

“Questo convegno è stato l’occasione – ha commentato Giovanni Bort, presidente della Camera di commercio di Trento- per creare un terreno comune di dialogo fra banche e imprese. Perché due interlocutori si capiscano è necessario che parlino lo stesso linguaggio. Per questo abbiamo voluto creare un momento di confronto e auspichiamo che ce ne siano molti altri. La sintonia fra banche e piccole imprese su questi temi è di fondamentale importanza per un’economia come la nostra in cui il 90% delle aziende è di piccole o piccolissime dimensioni”.

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