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LEGAMBIENTE – TRENTO * AREA SCIISTICA BOLBENO: « NON PARE VERO CHE NELL’ERA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI ANCORA SI SPENDA DEL DENARO PUBBLICO PER UNA STAZIONE SCIISTICA A 575 METRI SUL LIVELLO DEL MARE! »

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14.51 - lunedì 23 dicembre 2019

La Provincia autonoma di Trento decide di investire 4 milioni di € per l’area sciistica di Bolbeno. Legambiente: non pare vero che nell’era dei cambiamenti climatici ancora si spenda del denaro pubblico per sovvenzionare una stazione sciistica a 575 metri sul livello del mare!

Mentre la quasi totalità degli scienziati di tutto il mondo ci ricorda come l’emergenza climatica sia un fatto reale e non uno scenario possibile, la Giunta trentina sigla un accordo che prevede un investimento di ben 4 milioni di euro per un impianto sciistico, quello di Bolbeno, situato a poco più di 500 metri di quota. “Una scelta come questa ci lascia senza parole – affermano Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e Andrea Giachetti presidente di Legambiente Trento – E’ bene ricordare che nelle Alpi le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale, con conseguenti rischi di aumenti spropositati nei prossimi decenni, tanto che tutti gli esperti suggeriscono di evitare gli investimenti perlomeno al di sotto dei 1800 metri di quota. Non possiamo illuderci della neve che arriva all’improvviso. Non sempre arriva e, se nevica, non è più come un tempo quando durava dei mesi, ora sparisce con la prima folata di foehn. Se si può comprendere il desiderio di mantenere come impianto di paese uno skilift con una pista adatta ai bambini, usato per scuola di sci, non ci sono scusanti per investimenti così consistenti che non hanno futuro.”.

La neve artificiale non può essere una soluzione. È impensabile sopperire alla mancanza di neve naturale con l’innevamento artificiale tout court. In un momento in cui viene chiesto a tutti di fare la propria parte anche in termini di mitigazione dell’effetto serra, ovvero di riduzione dei consumi energetici superflui, non si può programmare l’esistenza di una stazione in funzione dell’artificialità della neve. A ulteriori consumi di energia si sommerebbero problemi di bilancio idrico dovuti alla creazione di bacini artificiali che tenderebbero a diventare sempre più grandi giacché le “finestre di freddo” indispensabili per produrre la neve artificiale si stanno riducendo sempre di più. Nel futuro prossimo sarà sempre più difficile produrre neve artificiale se non con impatti enormi per l’ambiente e costi economici rilevanti. Costi che pagano i cittadini poiché i finanziamenti sono pressoché totalmente pubblici. “Anziché disperdere il denaro pubblico sempre più ridotto, è impellente costruire nuove strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. – concludono i dirigenti di Legambiente – Per il futuro prossimo della montagna di media quota sarà fondamentale una diversificazione dell’offerta turistica invernale, orientando soprattutto i clienti verso un’offerta turistica “all season” con proposte più flessibili ancorché più sostenibili. Su questi orizzonti si dovrebbero collocare le scelte di coloro che sono preposti a organizzare lo sviluppo futuro delle nostre montagne e non su opzioni fuori luogo e fuori tempo.”.

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