La questione delle grandi derivazioni idroelettriche non è solo una questione tecnica, di burocrazia o di diritto ma è soprattutto una questione politica, una questione che mette al centro il valore dell’autonomia come la intendiamo noi trentini.
La proroga voluta dalla giunta provinciale è un atto a tutti gli effetti illegittimo in quanto una proroga è già stata fatta e quindi rende illegittimo una seconda proroga. La legge provinciale verrà sicuramente impugnata a livello nazionale con conseguente nuova gara. Trentino autonomista libero ribadisce che sia un atto necessario quello di riappropriarsi delle concessioni in un’ottica di aiuto alla comunità e per il bene della collettività.
Solo una autonomia miope può non accorgersi di quanto sia strategica la gestione dell’energia nel periodo storico in cui viviamo.
Gestire in primis produzione e distribuzione dell’energia (da fonti con costi marginali vicini allo zero come l’idroelettrico) darà una marcia in più al nostro territorio proteggendo il potere di acquisto delle famiglie e la produzione delle nostre imprese.
Dal modus operandi della giunta in questi 5 anni si può capire come i tentacoli di Roma siano sempre più presenti sul nostro territorio, non solo attraverso i fatti che parlano di una direzione politica incapace di ascoltare il territorio e gli elettori, ma da burattini mossi a livello locale dai diktat dei loro rappresentanti romani. Se non interveniamo subito vedremo la nostra autonomia perdere sempre più potere legislativo e di influenza. Partire dall’energia è un passo fondamentale per ridare vigore al nostro statuto.
*
Luigi Campestrini