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LETTERE AL DIRETTORE

AMBROSI (LEGA) * ’NDRANGHETA SETTORE PORFIDO: « VALORIZZARE AL MEGLIO LA PARTE SANA, IL LAVORO CHE PER ANNI TRENTINI ONESTI E LABORIOSI HANNO PORTATO AVANTI TRA SACRIFICI E DIFFICOLTÀ »

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11.03 - mercoledì 28 ottobre 2020

“Sono in politica a causa del conflitto tra il bene e il male e credo che alla fine il bene debba prevalere”.

Lo disse la lady di ferro, Margaret Thatcher, che più di altri conobbe e portò avanti una battaglia tra l’84 e l’85 con i cavatori delle miniere.

Ho ripreso quelle parole perché sono convinta che quanto sta attraversando in questi giorni il sistema economico trentino con l’indagine e lo scandalo dell’ndrangheta nel settore del porfido debba far riflettere ed essere, perché no, visto come un punto di partenza.

Dopotutto è dimostrato che è proprio dalle crisi e da una buona gestione delle esperienze negative che nascono le migliori opportunità di crescita.

Come noto, da molti anni ormai il settore estrattivo locale sta attraversando un momento caratterizzato da una crisi grave e profonda, accompagnata dalla diminuzione dei posti di lavoro e del fatturato delle imprese.

In questo periodo di legislatura ho incontrato rappresentanti del settore, ho effettuato sopralluoghi nelle cave. Le problematiche del settore sono cosa nota, come sono note le difficoltà di arrivare ad una linea condivisa e comune da parte degli stessi cavatori.

In tempi recenti si è da più parti giustamente invocata, la necessità di innovazione, aggregazione, garanzia di elevata qualità del prodotto, nonché di nuove strategie di promozione per la nostra preziosissima pietra.

Ma ciò di cui oggi voglio parlare va ben oltre.

Le forze dell’ordine, che ringrazio per essere presenti e vigilanti sul nostro territorio, hanno inferto un duro colpo alla parte malata del sistema.

Adesso, però, mentre facciamo affidamento sulla giustizia perché faccia il proprio corso con la severità necessaria, dobbiamo stare attenti a valorizzare al meglio la parte sana, il lavoro che per anni trentini onesti e laboriosi hanno portato avanti tra sacrifici e difficoltà.

Sarebbe profondamente ingiusto se l’immagine del settore e di un prodotto così prezioso e di nicchia, fiore all’occhiello del nostro territorio, come il porfido venisse definitivamente compromesso.

Un’immagine globale di un settore in difficoltà, che necessita certamente di individuare nuovi stimoli e soluzioni alle molteplici problematiche, ma nel contempo tenace, desideroso di non arrendersi e grandissima parte del quale nulla ha a che vedere con la criminalità.

Da garantista, inoltre, mi sento anche di difendere i cavatori del porfido che forse in tutto questo sono vittime, non collusi.

Desidero difendere l’immagine del tessuto economico del Trentino, un tessuto sano e che rispecchia la natura autentica, profonda della nostra terra.

Desidero farlo anche perché quanto sta accadendo non getti nello sconforto e demoralizzazione i lavoratori e imprenditori del settore, per evitare un clima di sfiducia e pessimismo verso l’intero comparto e verso tutti i suoi attori già pesantemente colpiti economicamente e soprattutto in un momento di pandemia già di per se difficile.

E’ noto che ogni ambito può purtroppo essere caratterizzato dalla presenza di elementi criminali. Ma non per questo è accettabile fare di tutta l’erba un fascio.

Il settore del porfido, non dimentichiamolo, ha dato moltissimo alle nostre comunità e continuerà a farlo.

Ha altresì contribuito alla cultura e alla conoscenza del territorio, a dare lavoro a molte famiglie trentine e ad evitare lo spopolamento delle nostre valli.

Per cui son certa che le trentine e i trentini tutti, insieme alle istituzioni e le comunità interessate si impegneranno a ricostruire e a dimostrare con fatti concreti quell’immagine positiva e di qualità della filiera del porfido, puntando su criteri quali la legalità e la trasparenza, oltre che la qualità, che caratterizzano l’ “oro rosso” e tutto ciò che ruota dietro quella strategica filiera.

 

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Alessia Ambrosi
Consigliere Lega Salvini Trentino

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