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USB LAVORO PRIVATO TRENTINO – SETTORE TRASPORTI * REPLICA A CGIL – CISL – UIL – FAISA: « A DEFINIRE LA BONTÀ DI UN ACCORDO SONO I PARERI DEI LAVORATORI »

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12.06 - lunedì 24 maggio 2021

Abbiamo letto la posizione espressa delle Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl, Uil e Faisa (firmatarie del contratto di secondo livello di Trentino Trasporti) le quali hanno affidato ad un comunicato stampa i cui toni appaiono espressamente mirati a screditare un’altra organizzazione sindacale piuttosto che far valere la loro convinzione sulla bontà dell’accordo.

In primis va detto, come peraltro confermato anche dalle altre Organizzazioni Sindacali, che ad oggi un autista neo assunto, ha uno stipendio tabellare lordo di € 1.461,12, un importo che è evidente non ripaghi il rischio, la responsabilità e la professionalità di operatori che quotidianamente trasportano centinaia di passeggeri e garantiscono loro il diritto alla mobilità. Tale situazione però non nasce dal nulla, infatti è frutto di decenni di mancati rinnovi contrattuali nel corso dei quali, i lavoratori del trasporto pubblico a livello nazionale, hanno perso potere contrattuale e di acquisto, anche rispetto a colleghi dello stesso settore trasporti, come ad esempio i lavoratori cui è applicato il CCNL autorimesse che oggi hanno una paga tabellare lorda di € 1.805,10.

Per quanto attinente il premio presenza, sebbene in passato ai neo assunti fosse dimezzato, situazione generata non in forma unilaterale dall’azienda ma da un accordo sindacale firmato in parte anche dalle sigle oggi firmatarie di questo testo, il nuovo premio presenza (verso il quale i lavoratori chiedevano la parificazione dei trattamenti) prevede vari scaglioni e differenti importi per mansione, che porteranno il personale a conquistare la soglia massima dopo ben 26 anni. Ciò significa che mentre un autista neo assunto raggiungerà dopo 16 anni lo stesso trattamento che prima aveva il collega più anziano, quello più anziano avrà già raggiunto la soglia massima percependo, a parità di mansioni, una paga tabellare ed una indennità maggiore del collega con meno anzianità.

Sull’aspetto dei provvedimenti, false e infondate risultano le dichiarazioni delle altre organizzazioni, non le nostre, infatti il contratto per quanto attinente il premio di risultato annuo che è di 870 euro (variabili), prevede che i provvedimenti disciplinari provochino una penalizzazione percentuale dello stesso, ad esempio: per ogni censura il lavoratore perderà il 2%, per ogni multa il 7%, per ogni sospensione il 15% e via così. Penalizzazioni che quindi è evidente che incidano sull’ammontare del premio del singolo lavoratore al contrario di quanto asserito dai firmatari, che quindi non possiamo che invitare a rileggersi il testo da loro stessi firmato.

Come USB siamo fermamente convinti che a definire la bontà di un accordo siano i pareri dei lavoratori, i quali però adducendo a scusanti superabili, sono stati esclusi dalle stesse Organizzazioni firmatarie, le quali non hanno messo il testo a referendum, massima espressione di democrazia sindacale e massima conferma per gli accordi. USB in questo periodo ha interloquito affondo con i lavoratori, a prescindere dal numero di delegati che ha in RSU, e da molti lavoratori emerge un dato chiaro che dovrebbe far riflettere queste sigle sindacali, a molti questo accordo non piace e difficilmente renderà più appetibile (ammesso sia compito delle organizzazioni sindacali) il lavoro a nuove leve di autisti, infatti la carenza di autisti non è determinata solo dal quantum economico che lo stesso percepisce, ma anche da altri fattori che oggi persistono e se non si interviene persisteranno ancora per un lungo periodo.

Altresì siamo convinti che a toccare il fondo ed a doversi vergognare, non sia USB con il proprio intervento a mezzo stampa, bensì chi ha sottoscritto quell’accordo senza il parere dei lavoratori e concedendo all’azienda ulteriore produttività e riduzioni di tempi accessori (come i 10 minuti giornalieri di agente unico per il servizio extraurbano) senza ascoltare le richieste dei lavoratori e che oggi si giustificano, con una palese retorica sindacale, dietro al “abbiamo fatto il possibile”.

Si può giungere ad un buon accordo anche se i fondi a disposizione sono ridotti, come del resto si può fare un brutto accordo anche con fondi cospicui, tutto dipendente da come si gestiscono, ed in questo caso non possiamo ritenere siano stati ben gestiti, anzi, sicuramente si poteva fare di più, anche con lo stesso valore economico del contratto, evitando di concedere ulteriore produttività dato che il personale è 20 anni che concede produttività all’azienda senza ricevere nulla di più in cambio.

In conclusione, probabilmente chi dovrebbe porsi la domanda se effettivamente fa gli interessi dei lavoratori non dovrebbe essere USB, ma chi rivolge l’attacco; questi, quindi, non ci resta che invitarli ad accogliere la richiesta presentata in RSU e che sarà presentata al termine della raccolta delle firme di indire il referendum e lasciare, come è giusto che sia, l’ultima parola i lavoratori, che sono gli unici a poter dire in via definitiva se l’accordo è positivo o meno.

 

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USB Lavoro Privato del Trentino

Settore Trasporti

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