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CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI – CONSORZIO COMUNI TRENTINI * SEDUTA 12/10: « PROROGA GRANDI DERIVAZIONI IDROELETTRICHE, ORIENTAMENTI PER L’AUDIZIONE SUL DDL PROPOSTO DALLA GIUNTA PAT »

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18.10 - mercoledì 12 ottobre 2022

Proroga delle grandi derivazioni idroelettriche. Orientamenti per l’audizione sul DDL proposto dalla Giunta. E’ un tema importante quello affrontato oggi dal Consiglio delle autonomie locali, chiamato a esprimersi in vista dell’audizione concessa dalla Terza Commissione permanente. In discussione il Disegno di legge 162 ‘Piano industriale per il miglioramento degli impianti di grande derivazione a scopo idroelettrico.’

Il disegno di legge intende dare risposte alla recente crisi energetica che ha reso evidente la necessità di efficientare e, più in generale, di migliorare la tecnologia degli impianti di grande derivazione d’acqua a scopo idroelettrico con lo scopo di rendere più competitiva la produzione di questo tipo di energia rinnovabile rispetto a quella prodotta da altre fonti. Prevede, inoltre, che una parte dei proventi derivanti dallo sfruttamento della risorsa idroelettrica sia introitata dalla Provincia, come nuova componente di canone, da impiegare per sostenere i maggiori costi energetici. A fronte dell’elaborazione ed approvazione di un piano industriale che corrisponda a tali finalità, si prevede la proroga, fino alla primavera del 2029 delle concessioni in essere, in linea con la scadenza di altre realtà esistenti nel panorama nazionale.

La proposta normativa è stata presentata ai consiglieri dal Vicepresidente della Provincia, e firmatario del disegno di legge, Mario Tonina. “Nel corso degli ultimi mesi” – ha evidenziato Tonina – “la Provincia ha avuto modo di dialogare, a più riprese, col Governo, rispetto alla possibilità di differire la scadenza delle nostre grandi derivazioni al 2029, come peraltro già previsto dal Piano Colao. Nel contesto dell’attuale crisi energetica, risulta ancor più necessario ed urgente differire il rinnovo di tali concessioni, a fronte dell’impegno dei concessionari uscenti di incrementare i loro impegni a favore del territorio. Da qui la decisione di procedere con questo disegno di legge. Molti altri Paesi europei hanno peraltro riconsiderato o allontanato nel tempo la prospettiva della messa a gara delle loro derivazioni idroelettriche. Occorrerà sfruttare il maggior tempo a disposizione, che questa norma garantirebbe, per sviluppare un’ulteriore interlocuzione in tal senso con il nuovo Governo, in procinto di essere costituito.”

A fronte della situazione di crisi energetica in cui ci troviamo – ha osservato il Presidente del CAL, Paride Gianmoena – la proposta della Giunta non può che incontrare la nostra condivisione, in quanto consente di valorizzare al meglio il patrimonio delle grandi derivazioni idroelettriche di cui dispone il Trentino, ricavandone – tra l’altro – risorse aggiuntive, utilizzabili per lenire gli effetti deleteri che il caro bolletta sta producendo nei confronti di famiglie ed imprese, ma anche degli enti pubblici.

L’ulteriore richiesta, che è stata condivisa dal CAL e che sarà portata all’attenzione della Commissione consiliare, è di prevedere un analogo meccanismo di proroga anche per le piccole derivazioni a scopo idroelettrico, di cui molti enti locali trentini sono titolari, allineandone la scadenza al nuovo termine del 2029, che questo disegno di legge fissa per le concessioni di potenza superiore ai 3.000 kW.
“Auspichiamo” – ha evidenziato ancora Gianmoena – “che, anche in considerazione del contesto emergenziale in cui ci troviamo, la proposta di legge in discussione possa superare, qualora approvata, ogni possibile censura da parte del Governo. Rimane chiaro che il sistema Trentino deve comunque continuare a lavorare, per essere pronto a gestire efficacemente la riassegnazione delle grandi derivazioni, nell’eventualità in cui dovesse rimanere confermata la scadenza del 2024.”

Il Sindaco di Giovo, Vittorio Stonfer, ha chiesto se l’interesse degli attuali concessionari, a presentare il piano industriale previsto, sia stato sondato. Inoltre, ha chiesto in che rapporti si ponga il disegno di legge rispetto alla normativa comunitaria. Il vicepresidente Tonina ha evidenziato come il disegno di legge possa, secondo le valutazioni di chi lo propone, trovare l’interessamento dei principali concessionari uscenti. Rispetto al tema della compatibilità con il diritto europeo, Tonina ha evidenziato come l’Italia sia oggi l’unico paese in Europa ad avere confermato il proposito di porre a gara le grandi derivazioni idroelettriche. Sarà comunque necessario interloquire con il Governo nazionale e con la Commissione europea per trovare una soluzione che soddisfi gli interessi locali, nel quadro dei principi condivisi a livello europeo.

Francesco Valduga, sindaco di Rovereto, ha osservato come il rispetto del principio di leale collaborazione fra lo Stato e la Provincia imporrebbe, in questa materia, una certa cautela nell’esercizio della potestà legislativa provinciale. La situazione emergenziale in cui ci troviamo giustifica, tuttavia, il tentativo della Provincia di esercitare la propria autonomia legislativa per salvaguardare gli interessi della nostra comunità. Occorre, comunque, che sia la Provincia che i Concessionari locali uscenti si preparino ad affrontare anche la prospettiva della messa a gara delle grandi derivazioni.

Franco Ianeselli, sindaco di Trento, ha evidenziato l’importanza del tema toccato dal disegno di legge e l’esigenza di sostenerne il corso di approvazione, a prescindere da ogni schermaglia politica. Ha condiviso, inoltre, il pensiero del sindaco Valduga rispetto all’opportunità che i concessionari uscenti, e in particolare quelli partecipati da Provincia e Comuni, si facciano trovare pronti al rinnovo delle assegnazioni. Andrea Brugnara, primo cittadino di Lavis, ha chiesto se sia stata presa in considerazione anche in Trentino la proposta, avanzata dalla Camera di commercio di Bolzano, di gestire in autonomia la determinazione dei prezzi dell’energia, attraverso la costituzione di una Authority locale. Roberto Andreatta, dirigente generale del Dipartimento provinciale competente, ha evidenziato come la difficoltà di giungere a tale risultato è prima di tutto tecnica: la rete elettrica provinciale è infatti connessa a quella nazionale ed europea, e la produzione elettrica locale non è sufficiente a coprire, in ogni momento, il fabbisogno locale. Pertanto, non è pensabile una gestione del tutto autonoma dei fabbisogni e delle politiche di prezzo. Vi sono, poi, anche ostacoli normativi legati all’esistenza di una potestà dello Stato di gestire in termini unitari la politica energetica nazionale.

Il Disegno di Legge
Si tratta della modificazione dell’articolo 26 septies della legge provinciale n. 4 del 1998.
In sostanza, il disegno di legge prevede che gli attuali concessionari di grandi derivazioni idroelettriche, attualmente in esercizio, possano presentare un piano industriale che preveda: investimenti per l’efficientamento degli impianti idroelettrici; il miglioramento delle loro capacità di stoccaggio, quindi; un incremento della resilienza delle infrastrutture in termini di sicurezza e regolarità della produzione e l’aumento della capacità produttiva degli impianti stessi. Si prevede inoltre il pagamento di un’ulteriore componente di canone, parametrata ai valori di mercato dell’energia elettrica.
A seguito dell’approvazione del piano industriale, le condizioni di esercizio della concessione saranno conseguentemente modificate. Il piano è articolato in due fasi temporali: una prima fase che termina al 31 dicembre 2024 (in coerenza con la scadenza prevista dall’articolo 13, comma 6, dello Statuto di autonomia) e una eventuale seconda fase la cui durata non può essere superiore al termine previsto dalla normativa statale per le concessioni rilasciate all’ENEL S.p.a., fissato attualmente al 1/04/2029 (trentesimo anno successivo alla data di entrata in vigore del d.lgs. n. 79/1999. Per la durata del Piano sono sospese le procedure per l’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico relative ad impianti interessati dal piano medesimo. In caso di cessazione anticipata del Piano la Provincia, corrisponde un indennizzo pari al valore della parte degli inves

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