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UILPA – UNIONE ITALIANA LAVORATORI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE * RIFORMA ORDINAMENTO PA: COLOMBI, « IL SINDACATO È PRONTO A RIAPRIRE LA TRATTATIVA, MA DALL’ALTRA PARTE SI ASTENGANO I PERDITEMPO »

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13.13 - mercoledì 24 febbraio 2021

Sandro Colombi (Uilpa). Riforma dell’ordinamento della p.a., riapriamo subito tavolo della trattativa. Esclusi perditempo.

Dopo una fase di oblio sta riprendendo quota la questione della riforma del sistema di classificazione professionale nel settore pubblico. Era ora. Con l’Aran avevamo iniziato a discuterne per il comparto Funzioni Centrali a seguito alla firma del CCNL 2016-2018. Poi però tutto si fermò e ci chiediamo ancora perché. Un’idea ce la siamo fatta: una riforma di questa portata non sarebbe stata a costo zero. E forse l’Aran non se la sentiva di ripetere il solito ritornello: non ci sono soldi.

Ma il tempo è galantuomo e oggi occorre una profonda revisione del sistema di inquadramento del personale e dei criteri di ridefinizione dei profili professionali perché la macchina dello Stato non può pensare di affrontare le sfide che l’attendono con il sistema del “mansionismo” ereditato dagli anni ‘70 e ‘80. E proprio con la pandemia abbiamo tutti toccato con mano di quanto ci sia bisogno di una p.a. efficiente.

Per questo motivo vanno allestite quelle catene di valore in funzione e per effetto delle quali le singole amministrazioni siano interconnesse e in grado di interagire in tempo reale grazie alla Rete. Ciò comporta un enorme sforzo di re-profiling del personale così come è stato fatto in alcuni settori del privato. Per esempio, nelle telecomunicazioni e nell’industria metalmeccanica.

Anche nel settore pubblico riscrivere i profili significa trovare l’equazione fra inquadramento professionale e nuova organizzazione del lavoro. Non si parte da zero. Da parecchio tempo nella p.a. il lavoro è già cambiato, sta continuando a cambiare. Ma le attuali declaratorie sono vecchie di quasi 25 anni e non permettono di governare le trasformazioni già avvenute in termini di flessibilità e carichi di lavoro.

È proprio per questo motivo che il sindacato non vede l’ora di affrontare il problema: c’è una situazione da sanare. La si sana in due modi: 1) con un ordinamento liberato da anacronistici paletti normativi e tortuose procedure burocratiche; 2) con un meccanismo di progressioni economiche che consenta di agganciare in modo dinamico la qualità della prestazione al livello retributivo.

C’è anche una mentalità da cambiare. Finora i lavoratori sono stati considerati un costo: è arrivato il momento di considerarli un investimento. Perciò non ci si venga a ripetere che non ci sono soldi o che sono pochi. Si cambi prospettiva: i lavoratori costituiscono il fattore umano che fa funzionare ogni cosa (macchine comprese).

Vogliamo davvero realizzare la riforma delle declaratorie professionali? Il sindacato è il primo a volerla ed è pronto a riaprire la trattativa. Ma dall’altra parte si astengano i perditempo.

 

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Sandro Colombi, Segretario Generale Uilpa

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