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TERMOMETRO POLITICO * NOTO – SONDAGGI ELETTORALI: « ELEZIONI EUROPEE CON LEADER CANDIDATO, FDI 29.0% / PD 20.5% / M5S 16.5% / LEGA7.5% / FI 8.0% » RILEVAZIONI 7/3 – DIFFUSIONE 13/3)

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07.56 - venerdì 15 marzo 2024

Sondaggi elettorali Noto, Meloni candidata fa guadagnare il 2% a Fratelli d’Italia. Nessun effetto, invece, su Italia Viva se Renzi si presenta.

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Candidare o non candidare i leader alle prossime elezioni europee? I principali partiti dovranno sciogliere il nodo nei prossimi mesi. Da un lato la presenza in lista del segretario può attirare voto di opinione, anche se poi, una volta eletto, non siederebbe nel Parlamento di Bruxelles. Dall’altro apparirebbe come un’operazione cinica e intellettualmente poco onesta, proprio per questo.

Se dal calcolo dei costi e dei benefici dovesse scaturire la decisione di candidare Giorgia Meloni, però, Fratelli d’Italia potrebbe guadagnare il 2% secondo gli ultimi sondaggi elettorali di Noto, passando dal 27% al 29%.

Se invece si candidasse Elly Schlein il Pd guadagnerebbe l’1% salendo dal 19,5% al 20,5%, mentre se in lista ci fosse Antonio Tajani Forza Italia guadagnerebbe solo lo 0,5%, raggiungendo l’8%. Nessun effetto, invece, per Italia Viva con Matteo Renzi candidato. Rimarrebbe al 3%.

sondaggi elettorali

 

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Sondaggi elettorali, con Meloni, Schlein, Tajani e Renzi candidati ci rimetterebbero soprattutto i piccoli
E cosa succederebbe ai partiti che non candidano i leader se questi quattro fossero in lista? In realtà secondo i sondaggi elettorali di Noto non ci sarebbero grandi effetti. Il Movimento 5 Stelle non subirebbe un calo, rimanendo al 16,5%, i loro elettori non sarebbero attirati dalle candidature altrui, mentre Verdi e Sinistra passerebbero dal 4% al 3,5%. Anche Azione scenderebbe dal 3,5% al 3%. Sarebbe l’effetto dello spostamento di questi elettori alcuni leader candidati o solo di un minore astensionismo? Ferma al 3,5%, invece, Azione.

A diminuire sarebbe anche Noi Moderati, dal 2% all’1,5%. Sono voti che andrebbero a Forza Italia e Tajani? Molto più notevole, invece, il calo delle formazioni più piccole, che passerebbero dal 5,5% al 4%. Si tratta probabilmente di elettori delusi che si muovono verso partiti minori, spesso più radicali, per protesta, ma che potrebbero muoversi, spesso tornare, verso quelli maggiori se i leader si impegnassero.

 

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