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LANCIO D'AGENZIA

SETTIMANALE ” OGGI ” * ANTEPRIMA: AMADEUS, « IL FESTIVAL SANREMO È UNA CERTEZZA, SI FARÀ PERCHÉ NOI TUTTI ABBIAMO BISOGNO DI TORNARE ALLA NORMALITÀ »

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16.08 - mercoledì 16 settembre 2020

«Sanremo è una certezza. Non voglio nemmeno pensare che non possa esserci, perché è la normalità, e noi tutti abbiamo bisogno di tornare alla normalità, perché un Sanremo con il teatro Ariston vuoto non è il Festival che vogliamo».
Così Amadeus in un’intervista a OGGI, in edicola da domani. «Il prossimo Festival sarà quello della rinascita, farà da ponte con quello che abbiamo vissuto e ci riporterà nella normalità. E spero proprio che Fiorello sia accanto a me… Non gliel’ho chiesto perché non ce n’è bisogno: se avrà piacere di esserci ci sarà. La nostra amicizia prevale su tutto e tutti».
Con OGGI Amadeus torna anche sull’edizione passata: «Confesso che dopo averlo fatto ero convinto di non voler ripetere l’esperienza, proprio perché so che è impossibile rifare quegli ascolti». E ancora: «Pentito delle scelte sulle donne che ha fatto per lo scorso Sanremo? Non mi sono pentito di nulla. Volevo tante sfaccettature femminili e le ho avute. Ho fatto scelte oneste e rispettose, poi le strumentalizzazioni ci sono sempre».
Dopo aver raccontato le preoccupazioni famigliari passate a causa del Covid («Mio figlio Josè era molto cambiato nel lockdown. Per me e Giovanna è stato straziante osservare questa trasformazione. Non faceva che mangiare, era nervoso. Poi, finita l’emergenza di quei mesi, è tornato quello di sempre… E siamo stati molto in ansia per Alice (la sua prima figlia, ndr), che ho potuto rivedere solo a luglio, dopo cinque mesi. Lavora in Galizia»), Amadeus mostra ottimismo per il suo programma «I soliti ignoti», dopo la positività di uno degli autori: «Io ho fatto il tampone e sono negativo. È importante accertarsi con i tamponi che tutti i collaboratori stiano bene e sanificare tutto. Questa settimana abbiamo sospeso le registrazioni ma riprenderemo a breve. Non salteremo puntate, sono in onda quelle che avevamo già registrato nei giorni precedenti».

URBANO CAIRO A «OGGI»: «IL TORINO NON LO VENDO. RISPETTIAMO LE REGOLE E RIPORTIAMO LE FAMIGLIE ALLO STADIO»
In un’intervista a OGGI, in edicola da domani, Urbano Cairo parla del Torino e della difficile ripartenza del calcio.
«Vendere la società? Assolutamente no. Non ho venduto prima, quando si era fatto molto bene, a maggior ragione non vendo adesso che abbiamo concluso una stagione molto al di sotto delle aspettative pur avendo tenuto tutti i giocatori e fatto innesti importanti… È andata male, dobbiamo rendercene conto e ripartire correggendo gli errori dello scorso anno», dice il presidente dei granata sulle cui prospettive dice: «Siamo all’inizio di un nuovo ciclo. Abbiamo cambiato allenatore e direttore sportivo, introdotto nuovi giocatori… Ma voglio evitare di fissare oggi i nostri obiettivi. È bene partire a fari spenti e ragionare partita dopo partita, dando tempo a Marco Giampaolo».
Sulla Serie A afferma: «Io credo che si potrebbe portare sugli spalti un numero limitato di persone, come si è fatto del resto in alcuni eventi singoli… Quando sarà possibile, anche allo Stadio Grande Torino lo faremo in sicurezza, utilizzandolo solo in quota parte e rispettando le regole di distanziamento. Sono le famiglie e i tifosi a dare la linfa vitale al calcio».

DELITTO DI CAIVANO/VITTORIA SCHISANO, CONCORRENTE DI «BALLANDO» NATA UOMO, A «OGGI»: «ABBRACCEREI CIRO, E SERVE UNA LEGGE CONTRO L’OMOTRANSFOBIA»
«Provo rabbia, tristezza, indignazione», dice Vittoria Schisano che prima di cambiare sesso, si chiamava Giuseppe, concorrente di «Ballando con le stelle».
A OGGI, in edicola da domani, dà il suo giudizio sulla morte della ventenne Maria Paola Gaglione, speronata in motorino dal fratello, Michele Antonio, che non accettava la sua relazione con Ciro Migliore, biologicamente donna: «A Ciro vorrei dire che l’amore non ha colpe. Se lo incontrassi, lo abbraccerei e piangerei con lui la morte della sua ragazza. Il fratello invece merita la galera… Sono troppo scossa. Io conosco bene quella realtà e quei luoghi, ci sono nata. E ricordo che, quando a scuola venivo deriso e insultato, gli insegnanti facevano finta di non vedere. Io piangevo e non mi sentivo gay. Mi sentivo donna… Serve una legge contro l’omotransfobia. Il ritardo continua a fare vittime».

IVA ZANICCHI SI SFOGA SU «OGGI»: «AL MIO SHOW SU MEDIASET, BLOCCATO DAL COVID, NON RINUNCIO»
«Nel maggio scorso avremmo dovuto realizzare sulle reti Mediaset due puntate di uno show tutto mio, celebrativo della carriera… E ora eccomi qui, a non conoscere ancora le mie sorti».
Iva Zanicchi, in un’intervista a OGGI, in edicola da domani, sembra voler lanciare un messaggio al Biscione: «Dobbiamo trovarci presto a discuterne: è l’unica cosa alla quale tenga davvero».
Svanite le esperienze al «Grande Fratello», con Chiambretti e a «All together now» avverte: «Io all’occorrenza sto a casa tranquilla in relax. Però aspettiamo di capire che cosa ne sarà del mio show. Non sono mica come un mio nonno baciapile che al paese chiamavano “il Diplomatico”».

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