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PAT * VIOLENZA SULLE DONNE:  « NEL 2022 SONO STATI 192 I PROCEDIMENTI DI AMMONIMENTO (135) NEL 2021 »

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17.48 - venerdì 24 novembre 2023

 

I numeri della violenza contro le donne in Trentino nel 2022

Alla vigilia della della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne fissata per il 25 novembre è stata presentata oggi, durante una conferenza stampa, la pubblicazione annuale sui numeri della violenza contro le donne in Trentino. La rilevazione è resa possibile dalla proficua sinergia tra istituzioni, terzo settore e forze dell’ordine coordinata dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere.

Un lavoro prezioso quanto complesso che propone un’analisi sia di denunce e procedimenti di ammonimento sia di politiche e servizi offerti alle donne che subiscono violenza nel nostro territorio.

Dopo la flessione del dato complessivo di denunce e procedimenti di ammonimento evidenziata nel periodo della pandemia, nel 2022 si registra una riconversione verso il trend degli anni precedenti. Nel 2022 si registrano 655 tra denunce e ammonimenti (nel 2021 erano 614). Le donne accolte nei servizi residenziali nel 2022 sono state 100 (119 nel 2020 2021). Le donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono state 360 (erano 389 nel 2021). Il numero di accessi per violenza al Pronto Soccorso del 2022 sono in aumento, 469 rispetto ai 428 del 2021.

I dati confermano che la violenza contro le donne, nella grande maggioranza dei casi, riguarda la rete di relazione più vicina alle vittime – se non la più intima – che coinvolge la sfera affettiva e delle conoscenze. Nell’88,1% delle schede, infatti, il presunto autore è un uomo che proviene dal contesto familiare, relazionale o lavorativo delle donne.

 

Femminicidi
In Trentino nel 2022 Viviana Micheluzzi è uccisa dal marito Mauro Moser a Castello – Molina di Fiemme. Nel 2023 sono state due le vittime: Mara Fait uccisa dal vicino casa Ilir Zyba Shehi il 28 luglio, e Iris Setti, uccisa da Chukwuka Nweke mentre attraversava il parco di Rovereto il 5 agosto 2023.

 

Denunce e ammonimenti
Dopo la flessione del dato complessivo di denunce e procedimenti di ammonimento evidenziata nel 2020, nel 2021 e nel 2022 si registra una riconversione verso il trend degli anni precedenti la pandemia, specialmente per quanto riguarda gli ammonimenti. Nel 2022 si registra un totale di denunce pari a 463 (nel 2021 erano 473 479). Nel 2022 sono 192 i procedimenti di ammonimento (nel 2021 erano 135).

 

Servizi antiviolenza
Le donne accolte nei servizi residenziali (la casa rifugio, le comunità di accoglienza madre/bambino e l’abitare accompagnato) nel 2022 sono state 100 (119 nel 2021). Le donne che si sono rivolte ai servizi non residenziali sono state 360 nel 2022 (erano 389 nel 2021). Un dato che rimane costante con gli anni precedenti.
Le donne che accedono ai servizi hanno profili molto diversi: se le utenti residenziali sono più spesso giovani (il 54% è nella fascia 25-44 anni), con una educazione bassa e fragili dal punto di vista economico; le utenti non residenziali sono in media più mature, con un livello di educazione medio-alto (il 78,7% di esse ha almeno il diploma) e con una più alta stabilità lavorativa. Questo viene rispecchiato anche dalla modalità di accesso ai servizi: le donne prendono contatto con i servizi residenziali in maniera più frequente attraverso i Servizi Sociali, mentre coloro che si rivolgono ai servizi non residenziali lo fanno maggiormente attraverso un accesso diretto.

 

Accessi al Pronto Soccorso
Nel 2022 si registra un totale di 469 accessi per violenza al Pronto Soccorso, di cui 216 (46,1%) per violenza domestica. Il numero di accessi per violenza al Pronto Soccorso è in leggero aumento rispetto al 2021 (+9,6%). Il trend di ripresa rispetto ai livelli pre pandemici sembra quindi continuare. Tuttavia, il numero di accessi totali rimane più basso rispetto alla media degli anni precedenti il lockdown.

 

Tanti gli attori istituzionali presenti oggi in Provincia per la presentazione dei dati e delle iniziative – Insieme contro la violenza sulle donne

Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione dei dati relativi alla violenza contro le donne in Trentino contenuti nella pubblicazione annuale frutto di una sinergia fra istituzioni, terzo settore e forze dell’ordine e delle iniziative in programma per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Erano presenti: il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l’assessore alla salute Mario Tonina; il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Paride Gianmoena; la dirigente UMSe Pari opportunità prevenzione della violenza e criminalità, Laura Castegnaro; il commissario del Governo per la provincia di Trento, Filippo Santarelli; il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento, Sandro Raimondi; il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Rovereto, Orietta Canova; il rettore dell’Università degli studi di Trento, Flavio Deflorian; il direttore dell’integrazione socio-sanitaria di APSS, Elena Bravi; Unità operativa psicologia APSS, la psicologa Maria Montanaro dell’U.O. psicologia dell’Apss; il questore di Trento, Maurizio Improta; il comandante del reparto operativo dei Carabinieri, Tenente Colonnello Michele Capurso; il dirigente generale dell’Agenzia per la Coesione sociale, Luciano Malfer. A moderare Giampaolo Pedrotti, capo ufficio stampa della Provincia.

In apertura il presidente Maurizio Fugatti ha puntato l’attenzione sulla virtuosa collaborazione che esiste sul territorio fra i diversi soggetti che operano nel contrasto alla violenza di genere. “L’attenzione delle istituzioni deve essere alta, ancora più se pensiamo che, accanto ai drammatici e recenti fatti di cronaca che ci hanno tutti toccato, in questo 2023 in Trentino ci sono stati due femminicidi, seppur con presupposti diversi da quanto successo in Veneto – ha esordito il presidente Fugatti nel ricordare Mara Fait ed Iris Setti -. Come Provincia, vorrei evidenziare le tante iniziative che abbiamo messo in campo nella passata legislatura, e vedo qui fra i presenti anche l’ex assessore Stefania Segnana. Abbiamo innanzitutto lavorato sui servizi residenziali per le donne vittime di violenza e sulle case rifugio, implementandoli, va poi ricordata l’importante misura dell’assegno di autodeterminazione rivolto alle donne vittime di violenza, che ha visto nel 2022 52 beneficiarie e per il corrente anno 65 donne interessate da questo intervento. Importante è stato poi il tema della formazione sia di insegnanti che di studenti – ha aggiunto il presidente – con attività svolte all’interno delle classi da formatori e realtà del privato sociale, ma anche con percorsi formativi rivolti al personale docente, promossi da Iprase e con il coinvolgimento dell’UMSe, che hanno visto focus specifici sulla violenza assistita, sulla cultura delle pari opportunità fra uomo e donna, sul contrasto a bullismo e cyber-bullismo, ma anche di alfabetizzazione finanziaria nonché rivolti a prevenire e contrastare la violenza di genere. Il tutto – ha concluso Fugatti – grazie a una forte collaborazione e sinergia fra le diverse istituzioni, segnale distintivo del Trentino”.

Il commissario Santarelli ha posto in luce l’impegno di tutti gli enti coinvolti, che si esplica nel Protocollo attivo ormai da molti anni, fra Provincia, Commissariato, Procure di Trento e di Rovereto, Azienda sanitaria, Consorzio dei Comuni, nonché Università di Trento, “dobbiamo operare tutti insieme costruendo una vera e propria rete di protezione”, ha concluso il commissario. Il procuratore Raimondi ha evidenziato il forte impegno della Procura di Trento nel contrastare la violenza contro le donne, con iniziative specifiche come la direttiva emanata in pieno lockdown per procedere in via prioritaria all’allontanamento del maltrattante, e ha concluso con un auspicio forte, che la giornata del 25 novembre possa essere cancellata, perché non più necessaria.

Il procuratore Canova ha evidenziato la sensibilità del territorio trentino sul tema, spiegando la necessità di rafforzare l’assistenza alle vittime anche dopo la raccolta delle testimonianze, ovvero di accompagnarle fino al processo, e ha concluso ricordando l’importante esperienza trentina dei percorsi rivolti agli uomini maltrattanti.
Flavio Deflorian, rettore dell’Università di Trento ha commentato: “Come istituzione formativa che accoglie ogni anno migliaia di giovani donne e di giovani uomini, sentiamo in maniera particolarmente forte la necessità di lavorare su questi temi. E sono tante le iniziative che abbiamo attivato negli ultimi anni: per l’inclusione, per le pari opportunità, per rendere sempre più accogliente e sicuro il nostro Ateneo. I risultati conseguiti finora dalla rete dei soggetti che in Trentino operano per il contrasto alla violenza di genere devono essere uno stimolo a fare sempre di più e meglio. Credo però che la formazione che previene la violenza debba partire prima, fin dalla scuola”.

L’assessore Tonina ha evidenziato il grande lavoro portato avanti congiuntamente dai diversi soggetti. “Ancora una volta la Provincia attraverso la sua speciale autonomia si sa distinguere, stiamo lavorando per dare le giuste risposte su un tema sul quale nessuno può tirarsi fuori”, sono state le parole dell’assessore alla salute che ha ricordato anche l’importante lavoro svolto finora, fra cui l’approvazione avvenuta da poco delle Linee di indirizzo per contrastare la violenza contro le donne e ringraziato l’ex assessore Segnana.

Il questore Improta ha citato l’impegno della Questura nel raccogliere le testimonianze e la sfida quotidiana delle forze dell’ordine nel cercare di individuare, attraverso alcuni comportamenti spia, eventuali situazioni a rischio per poter intervenire prima dei fatti, mentre il tenente colonnello Capurso ha posto l’attenzione sull’indispensabile ruolo delle campagne di sensibilizzazione e della formazione per gli operatori avviate dalle istituzioni. Il presidente del Cal Gianmoena ha concluso come sia indispensabile l’impegno di tutti e la sfida che ci deve accompagnare quotidianamente, quella di “riconoscere le differenze di genere”.
La dirigente dell’UMSe Castegnaro ha presentato i dati 2022 sul fenomeno della violenza contro le donne in Trentino mentre il dirigente generale dell’Agenzia per la Coesione sociale Luciano Malfer ha infine illustrato le Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne per il biennio 2023-2024. Quattro saranno le linee di intervento: prevenzione, protezione e sostegno, perseguire e punire, assistenza e promozione.

 

Per riascoltare tutti gli interventi clicca qui:
https://www.facebook.com/provincia.autonoma.trento/videos/6971304566260693?locale=it_IT

 

Donne vittime di violenza: azioni e interventi in Trentino

Contrastare la violenza sulle donne grazie a un grande lavoro di sistema, che unisce istituzioni pubbliche e private, i centri del territorio e le forze dell’ordine. È l’obiettivo dell’amministrazione provinciale che, in sinergia con tutti i soggetti coinvolti, punta a raggiungere tutte le donne in difficoltà e a spingerle a denunciare. Raccontano questo, i dati, che vedono le denunce in aumento, e raccontano anche il forte impegno degli amministratori, degli operatori sanitari e sociali, degli agenti al fianco delle donne che hanno subito violenza fisica, psicologica. Sotto il dettaglio delle azioni e degli interventi messi in campo in Trentino.

Centro per uomini autori di violenza
Nel 2023 si è conclusa la procedura per il nuovo affidamento del servizio Centro per uomini autori di violenza (C.U.A.V.) investendo risorse provinciali (250.000 euro). Tale servizio, volto a prevenire e interrompere i comportamenti violenti al fine di evitare le recidive, è realizzato su due sedi: a Trento (via Verruca 1) e a Rovereto (piazza Damiano Chiesa n°8). Per accedervi si può chiamare il numero 379 2106182 oppure scrivere acambiamenti.cuav.tn@gmail.com.

 

Servizi residenziali e non residenziali
In provincia di Trento sono presenti sia servizi residenziali che non residenziali per le donne vittime di violenza accoglienza e sostegno. In particolare i primi offrono accoglienza alle donne vittime di violenza e ai loro figli e sono il Servizio residenziale per donne vittime di violenza (che si compone di Casa rifugio e abitare accompagnato), comunità di accoglienza genitore /bambino e alloggi di abitare accompagnato. I secondi, in prima battuta il Centro Antiviolenza, offrono invece servizi quali: consulenza psicologica e sociale; orientamento nella scelta dei servizi sanitari e socio-assistenziali territoriali; percorsi di reinserimento sociale e lavorativo e percorsi rivolti ai figli minori.
Nel 2023 sono state avviate le procedure per l’affidamento di un nuovo servizio Centro antiviolenza e un nuovo Servizio residenziale per donne vittime di violenza, ad integrazione di quelli esistenti, al fine di potenziare l’offerta esistente a partire dal 2024.

 

Gruppo interdisciplinare per la prevenzione e il contrasto delle situazioni di violenza di genere
Nel 2023 è stata prevista l’istituzione con legge provinciale di un Gruppo interistituzionale per la protezione delle vittime di violenza, con il compito di elaborare piani coordinati di supporto e protezione delle vittime di violenza nei casi ad alto rischio, caratterizzati da grave minaccia o rischio di letalità. Il gruppo sarà costituito a breve e sarà composto da rappresentanti di: Commissariato del Governo per la provincia di Trento, Questura di Trento nelle articolazioni della divisione anticrimine e della squadra mobile, altre Forze dell’Ordine, Ordine degli assistenti sociali della regione Trentino – Alto Adige, Struttura provinciale competente in materia di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, Azienda provinciale per i servizi sanitari, Soggetti convenzionati per la gestione di centri antiviolenza e case rifugio. Potranno essere invitati a partecipare agli incontri del Gruppo rappresentanti dei servizi sociali territoriali, di altri enti pubblici e di enti del terzo settore

 

Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne per il biennio 2023 – 2024
Il 13 ottobre scorso sono state approvate le Linee di indirizzo per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne per il biennio 2023 – 2024. Il documento risponde all’esigenza di delineare a livello provinciale un’azione efficace contro la violenza di genere. Alla redazione delle Linee di indirizzo si è giunti grazie ad un percorso partecipato che ha coinvolto il Gruppo delle assistenti sociali esperte, il Tavolo degli enti del terzo settore – filiera antiviolenza, ed è stato condiviso con il Comitato per la tutela delle donne vittima di violenza. Il documento individua quattro assi, sedici priorità di azione e rispettive linee di intervento da implementare per garantire la qualità, l’efficacia e la coerenza di tutti gli interventi di prevenzione e contrasto della violenza sulla popolazione femminile sul territorio.

 

Assegno di autodeterminazione
Con legge provinciale n. 3 del 2021 è stata modificata la legge n. 6 del 2010 (Interventi per la prevenzione della violenza di genere e per la tutela delle donne che ne sono vittime), introducendo la misura dell’assegno di autodeterminazione, destinato alle donne vittime di violenza prese in carico dal Servizio sociale territoriale, per sostenerne l’autonomia e in particolare per agevolare: l’autonomia abitativa e il rafforzamento o il raggiungimento dell’autonomia personale. Dal primo aprile 2022 le donne possono fare richiesta di accesso all’assegno.
L’importo mensile dell’assegno è pari ad euro 400 euro (ridotto a 200 euro se la richiedente è ospite di una struttura residenziale socio-assistenziale che garantisce vitto e alloggio). La durata dell’assegno va da un minimo di 3 a un massimo di 12 mesi. Le beneficiarie dell’assegno nel 2022 (dal 01 aprile al 31 dicembre) sono state 50 per un importo totale di 110.800 euro. Da inizio anno 2023 al 20 novembre è stato corrisposto l’assegno di autodeterminazione a 65 donne per un importo di 291.200 euro.

 

Fondo di solidarietà
La Provincia ha inoltre istituito il Fondo di solidarietà per vittime di violenza per sostenere le vittime nelle azioni intraprese in sede giudiziaria, attraverso l’anticipazione del risarcimento del danno morale riconosciuto con provvedimento dell’autorità giudiziaria, fatta salva la restituzione delle somme anticipate nei casi e con le modalità stabilite dalla deliberazione.

 

Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza
Il Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza è un organismo tecnico di supporto al comitato per la programmazione sociale con funzioni propositive e consultive, composto anche da esperti in materia di tutela delle donne vittime di violenza.

 

Osservatorio provinciale sulla violenza di genere
L’osservatorio provinciale sulla violenza di genere fornisce ogni elemento utile per l’attività del comitato per la tutela delle donne vittime di violenza (quando istituito); cura la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati relativi al fenomeno della violenza contro le donne, in particolare per la conoscenza del fenomeno sul territorio provinciale. Mantiene un costante rapporto di collaborazione con il sistema informativo delle politiche sociali.

 

Formazione
Vengono costantemente progettati e realizzati, in collaborazione con Tsm-Trentino School of Management, percorsi formativi per le figure professionali sociali e per gli operatori a vario titolo impegnati nell’erogazione di interventi socio- assistenziali nonché per gli altri soggetti che fanno parte della rete dei servizi antiviolenza. In particolare si sta definendo il programma formativo per la formazione interdisciplinare da realizzare nei diversi territori, al fine di consolidare le reti territoriali antiviolenza.

 

Lavoro di rete
E’ inoltre sempre attivo il coordinamento della rete antiviolenza con il Tavolo del Terzo settore che coinvolge le strutture del privato sociale e con il Tavolo delle assistenti sociali esperte in materia di violenza di genere. La struttura provinciale competente, collabora con il Servizio sociale territoriale anche attraverso attività di confronto e consulenza in merito a situazioni di particolare complessità o che richiedono il collocamento residenziale fuori provincia.

 

 

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