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GUARDIA FINANZA – TRENTO * LAVORO NERO: « 95 CASI IRREGOLARI SCOPERTI NEL SETTORE AGRICOLO, 25 LAVORATORI EXTRACOMUNITARI HANNO DICHIARATO DI PERCEPIRE TRA 5 EURO E 20 EURO A GIORNATA »

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11.36 - mercoledì 27 novembre 2019

Le Fiamme Gialle del Trentino-Alto Adige hanno effettuato 105 controlli ad aziende agricole impegnate nella vendemmia e nella raccolta delle mele.

La lotta al lavoro nero impegna sotto diversi profili la Guardia di Finanza nella sua veste di polizia economico-finanziaria.

Dal 1° gennaio al corrente mese, la Guardia di Finanza del Trentino – Alto Adige ha eseguito, nelle province di Trento e Bolzano, 1.194 interventi in materia di sommerso da lavoro di cui 217 sono risultati irregolari con la scoperta di 394 lavoratori “in nero” e 843 lavoratori irregolari.

Il lavoro nero si riscontra in diversi settori tra cui quello agricolo dove è cogente la necessità di disporre di manovalanza in un determinato arco temporale (di solito coincidente con il periodo primaverile ed estivo), cui si abbina un bisogno di velocizzazione dei processi di raccolta, inevitabilmente concentrati in un ristretto arco temporale per evitare il rischio di deperimento.

Con riguardo allo specifico comparto, il sovraordinato Comando Regionale ha predisposto, anche per la corrente annualità, un piano coordinato di controlli nel settore agricolo, denominato “Piano Agricoltura”, che ha dato riscontro positivo in entrambe le province. Nel trimestre settembre-novembre, le Fiamme Gialle trentine e bolzanine hanno eseguito 105 controlli nei confronti di aziende agricole impegnate nella vendemmia e nella raccolta delle mele di cui 26 con 93 lavoratori completamente “in nero” e 2 iscritti a libro paga ma percettori di salari “fuori busta”. Operando un focus sulla realtà trentina, sono stati eseguiti 38 interventi di cui 2 hanno avuto esito irregolare con la scoperta di 13 lavoratori “in nero” di nazionalità italiana, moldava e marocchina.

I responsabili delle imprese “irregolari” sono stati segnalati ai competenti Uffici del Lavoro, per quanto attiene le violazioni relative all’illecito impiego della manodopera, e all’Agenzia delle Entrate per i profili di carattere strettamente tributario. In proposito, si rammenta che la disciplina di settore prevede l’applicazione della cosiddetta “Maxisanzione” in caso di impiego di lavoratori “in nero” che oscilla da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 43.000 euro per ciascun lavoratore irregolare in base al numero di giorni di effettivo lavoro. L’importo della sanzione, inoltre, è aumentato del 20 % in caso di impiego di lavoratori stranieri che non possiedono un valido permesso di soggiorno ovvero di minori in età non lavorativa.

In tempi recenti, l’azione di contrasto al sommerso da lavoro nel settore agricolo ha visto impegnata la Tenenza di Riva del Garda nell’operazione “Oro Verde” che, in collaborazione con gli uffici ispettivi INPS di Brescia, ha portato alla denuncia di tre soggetti per il reato di sfruttamento aggravato della manodopera nonché a scovare oltre duecento lavoratori irregolari e in nero. In particolare, le indagini hanno consentito di ricostruire il modus operandi adottato dai denunciati i quali, approfittando dello stato di bisogno e delle necessità economiche dei richiedenti protezione internazionale, riuscivano a procacciarsi manodopera a bassissimo costo nella totale assenza del versamento di contributi previdenziali.

I 25 lavoratori extracomunitari di etnia indiana e africana, impiegati nelle campagne trentine in condizioni degradanti, hanno dichiarato di percepire tra cinque euro e venti euro per l’intera giornata, retribuzione inferiore del 60% a quanto previsto dal Contratto collettivo del lavoro per gli operai agricoli a tempo determinato, pari a circa dodici euro.

In territorio altoatesino, ammontano a 80 i lavoratori completamente in nero scoperti dalle Fiamme Gialle, la maggior parte dei quali impiegati nella raccolta delle mele.

Il dato, sostanzialmente in linea con quello riscontrato lo scorso anno, conferma come il fenomeno del sommerso in agricoltura sia piuttosto diffuso anche in questa provincia e necessiti di un costante monitoraggio da parte degli organi competenti. Infatti, su 67 aziende controllate, 24 sono risultate irregolari (pari a circa il 36%).

Non sono mancati casi di Finanzieri che hanno dovuto ingaggiare veri e propri inseguimenti in mezzo alle campagne, nei confronti di dipendenti che si volevano sottrarre all’individuazione.

L’attività in parola è stata eseguita in stretta sinergia dei locali Uffici Ispettivi del Lavoro e dell’INPS, con i quali si condividono procedure e corrette applicazioni delle norme legate al fenomeno.

In ultima battuta, è doveroso evidenziare che l’azione di contrasto al sommerso da lavoro svolta dalla Guardia di Finanza è preziosa sotto un duplice aspetto: da un lato, consente di recuperare le ingenti risorse che il “sommerso” sottrae al benessere della collettività; dall’altro, permette di smantellare tutte quelle condotte illegali che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini, i lavoratori e gli imprenditori onesti. La difesa del lavoro passa soprattutto attraverso la lotta ai fenomeni di sfruttamento della manodopera, al “caporalato” e alle altre gravi forme di prevaricazione e violenza che, come illustrato in precedenza, colpiscono significativamente anche la realtà locale.

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