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FENALT – TRENTO * ISTRUZIONE: « LA PAT CONDANNATA DALLA CORTE D’APPELLO A PAGARE 120MILA EURO AD UNA VENTINA DI DOCENTI, DOPO 10 ANNI LA STORICA VITTORIA DEI PRECARI »

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10.13 - venerdì 5 febbraio 2021

Molti sono i mali che affliggono la scuola italiana, ma uno di questi è quello che riguarda il trattamento economico dei docenti che è tra i più penalizzanti d’Europa. Lo si denuncia da tempo, ma si ignora che una delle tante cause di questa situazione, che coinvolge anche i docenti trentini, va ricercata nella scorretta ricostruzione di carriera del periodo di precariato, spesso decennale, che ha riflessi negativi su tutta la vita lavorativa. Ora grazie ad un’iniziativa legale di Fenalt, le cose cambiano radicalmente.

È stata pubblicata in questi giorni la sentenza della Corte d’Appello di Trento che mette fine alla lunga vicenda giudiziaria di una ventina di docenti precari, riconoscendo loro finalmente il diritto non essere discriminati rispetto ai colleghi di ruolo e condannando la Provincia autonoma di Trento a risarcirli, per una somma complessiva di oltre 120mila euro.

Il ricorso al Tribunale del Lavoro, patrocinato dagli avvocati Franco Moser e Federico Fior, è stato supportato da Fenalt che con convinzione ha fatto propria e finanziato l’azione legale avviata dai docenti, al tempo appartenenti allo storico movimento degli Stati Generali della Scuola Trentina.

Riferendosi alla normativa europea che contrasta la reiterazione abusiva dei contratti a termine, i docenti – precari storici della scuola trentina – chiedevano che fosse riconosciuto loro il diritto all’assunzione in ruolo (dopo tre anni di servizio a tempo determinato) e di conseguenza una giusta ricostruzione di carriera.

I ricorrenti sono stati divisi fin da subito in due gruppi, che hanno attraversato vicende processuali diverse, ma sostanzialmente parallele: un iter durato dieci anni.

I giudici della Corte di Appello hanno stabilito infine che, pur essendo la richiesta dell’assunzione in ruolo non applicabile (considerando la specifica realtà del mondo della scuola), l’Amministrazione provinciale ha illecitamente tratto vantaggio da questa circostanza: la PaT avrebbe dovuto trattare i docenti precari al pari dei colleghi di ruolo, innanzitutto riconoscendone l’anzianità di servizio e dunque anche gli scatti retributivi.

Al di là dell’importante risarcimento economico per i docenti ricorrenti (che per alcuni è arrivato ad oltre 10.000 euro), la sentenza della Corte d’Appello di Trento assume un valore storico, in quanto stabilisce definitivamente un principio di grande importanza, che ora apre la strada a nuovi ricorsi.

“Vedendo premiata la tenacia e la competenza con cui ha condotto l’intero percorso giudiziario, Fenalt è pronta a muoversi su tre diversi fronti, sempre con l’ausilio legale degli avvocati Franco Moser e Federico Fior. – afferma il segretario generale Maurizio Valentinotti – Innanzitutto, già nelle prossime settimane, verrà avviato un nuovo ricorso degli stessi precari per chiedere il riconoscimento delle differenze retributive maturate, e tuttora dovute, in relazione alle annualità non contemplate in questa vicenda (quelle successive al 2011, ovvero data di inizio del contenzioso).

Inoltre, Fenalt è disponibile a supportare i ricorsi di tutti i docenti che si trovano, o che si sono trovati, nelle stesse condizioni e che ora intendono avvalersi del diritto affermato nella sentenza della Corte d’Appello”.

Infine, avendo constatato che al momento dell’assunzione a tempo indeterminato, l’inquadramento stipendiale avviene nella maggior parte dei casi in modo penalizzante per il lavoratore (non tenendo in conto di tutti gli scatti maturati durante il precariato), Fenalt intende mettere a disposizione i propri uffici per calcolare il risarcimento cui si potrebbe aver diritto e soprattutto l’inquadramento corretto, nonché il supporto legale per poi eventualmente agire di conseguenza.

 

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Maurizio Valentinotti
Segretario generale Fenalt

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