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ENPA – ORSI IN TRENTINO: «LA PAROLA D’ORDINE DEVE SEMPRE ESSERE “PREVENZIONE”, DA CHIARIRE LA DINAMICA DEI FATTI, ANCHE A FRONTE DEL COMUNICATO STRINGATO E NON ESAUSTIVO DELLA PAT »

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17.54 - domenica 23 agosto 2020

Per prima cosa, intendiamo rivolgere i nostri sinceri auguri di veloce guarigione al giovane carabiniere, involontario protagonista di quanto accaduto nella serata di ieri.

Ancora tutta da chiarire la dinamica dei fatti, anche a fronte del comunicato stringato e non esaustivo della PAT. Ma alcuni elementi diffusi dai media pongono seri dubbi sulla gestione del rapporto fra uomo e animali selvatici. Sarà necessario che la PAT ricostruisca nei dettagli quanto successo, per capire contesto ma anche genesi dell’evento: solo dopo si potranno esprimere più approfondite considerazioni.

Ma già saltano agli occhi  alcuni elementi che ci fanno fortemente dubitare che la PAT abbia le necessarie competenze in tema di gestione della fauna selvatica. L’orso catturato sarebbe M57, un maschio in dispersione di circa 2 anni e mezzo, che avrebbe già in precedenza mostrato (secondo le notizie circolate) di essere particolarmente confidente verso le persone e particolarmente attirato dai rifiuti di cibo. Addirittura, sembra che poco prima di essere catturato sia stato filmato mentre sostava in mezzo ad una strada, frugando in alcuni sacchi di rifiuti, ed anche al momento della cattura rovistava nei cassonetti.

Proprio il fatto che questi comportamenti erano già noti, ci fa chiedere quali azioni di dissuasione siano state poste in essere, al fine di tenerlo lontano dalle zone frequentate, in quali occasioni siano state attuate, quante volte e con che risultati.

Già all’inizio di maggio, in occasione di alcuni video di giovani orsi (uno di questi potrebbe essere proprio M57) che rovistavano in cassonetti e addirittura frugavano nei sacchi di rifiuti abbandonati sul terreno, ENPA aveva scritto all’assessora Zanotelli e ai dirigenti di riferimento, per chiedere sia provvedimenti atti a disincentivare gli animali dalla ricerca di cibo nei centri abitati che ad esercitare il controllo sul corretto conferimento dei rifiuti, con le eventuali sanzioni, al fine di evitare l’abituazione alla presenza umana.

Tutto ciò evidenzia come la provincia di Trento sia del tutto restia ad applicare quelle misure informative, dissuasive e preventive previste dal PACOBACE, che renderebbero possibile la convivenza fra uomo e animali selvatici, dimostrando ancora una volta la totale incapacità nella gestione degli orsi. È dunque tempo che il Ministro – per il bene degli animali e dei cittadini – si riappropri pienamente della gestione degli orsi, animali particolarmente protetti e bene indisponibile dello Stato su cui la Provincia sembra muoversi in una totale autonomia e allo sbaraglio.

 

 

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