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LANCIO D'AGENZIA

DEGASPERI (ONDA CIVICA TRENTINO) – INTERROGAZIONE * FOLGARIASKI: « I CONTI NON TORNANO, LA PROVINCIA DI TRENTO PROCEDA AD UN CONTROLLO E PROMUOVA UN CONFRONTO SERIO SULLE PROSPETTIVE »

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07.17 - mercoledì 31 marzo 2021

Folgariaski, i conti non tornano. La Provincia proceda ad un controllo e promuova un confronto serio sulle prospettive.

Con l’interrogazione n. 1841/XVI lo scrivente aveva sottoposto all’attenzione della Giunta la vicenda della raccolta di nuovo capitale sociale per assicurare il presupposto della continuità aziendale oltre i 12 mesi per Folgaria Ski spa. Era stato l’organo di controllo della Società ad indicare la necessità di pervenire, entro il giugno 2020, al reperimento di nuove sottoscrizioni per un importo “non inferiore a due milioni di euro”. Il contributo dei privati costituiva uno dei contenuti dell’Accordo Quadro sottoscritto con Trentino Sviluppo, società della Provincia che partecipa a Folgariaski con una quota superiore al 20% del capitale. L’anno scorso, rispondendo nell’aula del Consiglio provinciale a un’interrogazione orale, l’assessore Failoni aveva comunicato che “la raccolta delle adesioni per l’aumento di capitale tra i soci privati, iniziata da diversi mesi, risulta essere in stato di avanzata attuazione” e che entro il mese di novembre 2020 sarebbe stata convocata un’assemblea “ove sarà proposta una delibera di aumento di tre milioni e non di due”. Senonché la relazione del Collegio sindacale presentata in merito all’assemblea convocata dalla Folgariaski il 3 novembre 2020, informa che il nuovo capitale sociale, frutto dei contributi dei privati, aveva raggiunto quota di 515.000 euro, pari al 25% dei necessari 2 milioni che lo stesso giudicava necessari per garantire la continuità aziendale. Anche se nulla è trapelato dai responsabili della società dell’altipiano sulla difficile situazione economica interna, è probabile che l’insufficienza delle risorse raccolte tra i privati rispetto alle previsioni e, successivamente, i mancati ricavi derivanti dalla disastrosa stagione invernale da poco conclusa, abbiano indotto i vertici della Folgariaski a collocare i propri dipendenti in cassa integrazione ordinaria a partire a dalla seconda metà di marzo di quest’anno.

Evidentemente la liquidità residua non basta neppure a garantire la retribuzione del personale. Non è difficile immaginare che la società potrebbe avere buon gioco nel giustificare pubblicamente questa scelta – della quale non ha peraltro dato notizia – solo o prevalentemente con l’assenza totale di incassi dovuta alle restrizioni imposte dal governo. Ma a rivelare che il ricorso a questo argomento altro non è che un alibi, anzi, una “foglia di fico”, è ancora una volta la lettura della relazione del Collegio Sindacale, risalente questa volta al 18 dicembre scorso, redatta quindi prima dello stop definitivo agli impianti di risalita imposto a livello nazionale per frenare i contagi del Covid-19. Sulla base, dunque, della situazione di bilancio della Folgariaski precedente alla crisi legata all’emergenza in corso, la relazione esorta la società a dotarsi di un piano che consenta di reperire nuovo capitale sociale nel corso del 2021. Scrivono i revisori che occorreranno, nell’ordine, “€. 1.600.000 in denaro da sottoscrivere e versare in base al piano dei flussi 2021 aggiornato al 30 giugno 2021; €. 2.900.000 in denaro, sempre in base al piano dei flussi aggiornato al 30 novembre 2021, se si comprendessero anche i cinque mesi successivi al 30 giugno 2021 pre-stagione invernale 2021/22”. Ne consegue che secondo il Collegio Sindacale per la continuità aziendale della Folgariaski il reperimento di nuovo capitale sociale in denaro dovrà ammontare non più a 2.000.000 di euro come richiesto nella prima relazione, bensì a 4.500.000 di euro. Questo dimostra innanzitutto – e in modo inequivocabile – il fallimento della sottoscrizione conclusasi nel novembre 2020, dal momento che i privati avevano versato contributi pari ad appena il 25% dell’importo richiesto. Ma anziché chiedersi la ragione di questa ritrosia nel sostenere la società, che rende plausibile supporre che la popolazione dell’Altopiano e soprattutto gli operatori economici abbiano oggi delle difficoltà a fornire l’apporto richiesto o inizino a dubitare della buona gestione della Folgariaski, l’amministratore delegato non ha trovato di meglio che accusare a mezzo stampa le partite Iva di “fare orecchie da mercante pur beneficiando in larga misura di questo sistema”.

A rendere però pienamente lecito manifestare pesanti dubbi e gravi preoccupazioni in ordine all’andamento e alla gestione della Folgariaski, è il totale delle passività indicate nel bilancio 2020, che ammontano complessivamente a 44 milioni e 935.008 euro, il debito di esercizio di 27 milioni e 267.474 euro, un mutuo ipotecario residuo da pagare alle banche di 10 milioni e 802.244 euro, perdite di esercizio relative alla produttività di 17 milioni e 667.534 euro, un totale passivo risultante dallo stato patrimoniale di 24 milioni e 308.134 euro, impegni per ipoteche non risultanti dallo stato patrimoniale per 50 milioni e 700.000 euro, a fronte di un capitale sociale di 3 milioni e 1.337 euro, di garanzie reali pari a 57 milioni e 500.000 euro e di contributi di 460.249 euro. Come sia possibile considerare questo bilancio “il migliore di sempre” – è quanto hanno dichiarato alla stampa i responsabili della Folgariaski dopo l’ultima assemblea – è obiettivamente un mistero. Ma ancor più indecifrabile è il comportamento di Trentino Sviluppo spa e dell’assessore provinciale competente, perché né la prima né il secondo hanno eccepito alcunché in merito a queste cifre a dir poco inquietanti. E questo nonostante sia un preciso dovere dell’Amministrazione provinciale esercitare, per correttezza e trasparenza su un’importante società partecipata come la Folgariaski, un rigoroso controllo sulla gestione delle risorse, visto che queste provengono in buona parte dalle casse pubbliche. Di questa corresponsabilità nell’evidente condizione problematica della maggiore attività dell’altipiano, da cui dipende l’economia di un’intera comunità, la Provincia è tenuta a rendere conto, fornendo adeguate spiegazioni. Assistiamo al contrario al silenzio assordante sia dell’assessore che della Trentino Sviluppo, mentre gli unici indizi di una situazione problematica ormai impossibile da nascondere trapelano dalle relazioni annuali del Collegio Sindacale della Folgariaski. Vittime incolpevoli di questa situazione sono gli operatori economici e la popolazione residente sull’Altopiano.

Tanto più che i segnali, alla luce dei quali sarebbe stato necessario preoccuparsi, c’erano già da tempo. Basti pensare che nel 2017 la Folgariaski si è resa responsabile di abusi edilizi per i quali il Tribunale l’aveva condannata al pagamento di onerose sanzioni. Che a seguito di questi fatti la società era ricorsa al TAR subendo un’ulteriore condanna che aveva comportato anche il pagamento delle spese processuali. Che il sindaco e il vicesindaco di Folgaria contro i quali il presidente e l’allora amministratore delegato della Folgariaski avevano presentato un esposto alla Procura della Repubblica, ottenevano una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto. Che nonostante l’evidente penuria di risorse disponibili nel bilancio e il gravissimo periodo di crisi legato alla pandemia, in occasione dell’ultima assemblea l’ex amministratore delegato della società è stato sostituito e assunto, aggiungendo un nuovo dipendente all’organico con la qualifica di funzionario con mansioni direttive e una retribuzione annua pari a 60.000 euro, operazione che non a caso è stata oggetto di altra interrogazione. L’elenco delle scelte sbagliate o inopportune come queste potrebbe continuare.

In conclusione, considerati

  • –  la situazione economica rappresentata nell’ultimo bilancio della Società;
  • –  la scarsa provvista di risorse raccolte presso imprenditori e partite iva locali, da cui dopo l’insuccesso della prima sottoscrizione del capitale sociale è oltremodo improbabile attendersi la disponibilità a concorrere ulteriormente e raggiungere in tal modo l’importo di 4

    milioni e mezzo di euro richiesto dal Collegio Sindacale nella sua ultima relazione;

  • –  l’impossibilità di attendere dalla Provincia tramite Trentino Sviluppo interventi risolutivi o iniezioni di risorse tali da “tappare i buchi” o almeno ridare ossigeno alle casse della società;
  • –  l’assenza di atti che documentino il necessario e doveroso controllo pubblico della Provincia

    sul bilancio e sull’andamento economico della società;

  • –  il diritto del Comune di Folgaria, della Comunità dell’Alpe Cimbra, dei cittadini residenti,

    degli istituti di credito, degli imprenditori e delle partite Iva dell’altopiano di conoscere finalmente e con chiarezza quale sia la reale condizione economica della Società da cui dipende in larga misura l’economia locale e come venga gestito il denaro pubblico e i soldi da loro versati, a maggior ragione in questa delicatissima e difficile fase legata alla pandemia,

    Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

  1. se e come intenda accertare con adeguati controlli e rendere di pubblico dominio la reale condizione economica e di bilancio della Folgariaski spa;
  2. per quale ragione non abbia già provveduto in tal senso nonostante il consistente coinvolgimento di Trentino Sviluppo spa nella compagine e nel capitale sociale della Folgariaski;
  3. che conseguenze abbia in termini di continuità aziendale l’insufficiente disponibilità di risorse e la scarsa provvista ottenuta nel 2020 dagli operatori economici locali che hanno solo in minima perte risposto alla richiesta del Collegio Sindacale di concorrere all’aumento del capitale sociale;
  1. quali siano state le spese complessivamente sostenute dalla Folgariaski in occasione dei processi e dei ricorsi promossi e persi dalla Società negli ultimi 10 anni;
  2. se e come si intende intervenire a fronte delle prospettive economiche critiche e gravi che emergono dai dati del bilancio 2020;
  3. se intenda sollecitare un confronto urgente con i vertici della Folgariaski, con le pubbliche istituzioni (Comune e Comunità), con le associazioni imprenditoriali, gli istituti di credito e i soggetti sociali più rappresentativi dell’altopiano per valutare le iniziative da intraprendere con urgenza a tutela degli interessi collettivi e dell’indotto, tenuto conto delle prospettive alquanto incerte e problematiche che si profilano all’orizzonte.

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

Cons. prov. Filippo Degasperi

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