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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * TERZA COMMISSIONE: « VALDASTICO, RINVIATO DI NUOVO IL VOTO SULLA VARIANTE AL PUP SUL CORRIDOIO EST »

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12.38 - martedì 21 febbraio 2023

Terza commissione, di nuovo rinviato il voto sulla variante al Pup sul corridoio est. In Terza commissione, presieduta da Ivano Job (Misto), si è affrontato per la terza volta, rinviandolo di nuovo, il parere sulla variante al Pup del corridoio est che riguarda la Valdastico. E’ stato poi aperto l’iter del ddl di Lucia Coppola (Europa Verde) che ha come obiettivo il potenziamento della raccolta differenziata anche per evitare l’impianto di rigassificazione previsto dal Quinto aggiornamento del Piano rifiuti. Infine, si è parlato della petizione contro l’impianto sperimentale di trattamento dei rifiuti previsto a Pergine.

 

Corridoio est, si aspetta la valutazione del Cal e del Ministero

Ancora una volta il parere sulla delibera sulla variante del Pup sul corridoio est è stata rinviata in Terza commissione. Il presidente della commissione, Ivano Job (Misto), in apertura di seduta ha proposto all’assessore Tonina il rinvio del punto. Questo perché, ha detto, non c’è la comunicazione del Cal e ci sono difficoltà nella commissione per l’espressione del parere. L’assessore non si è opposto alla richiesta perché, ha affermato, c’è tempo e ha anche lui confermato la necessità di avere il parere del Cal e del Ministero delle infrastrutture che dovrebbe esprimersi nei prossimi giorni. Alessio Manica del Pd ha sottolineato che le difficoltà nella maggioranza sono evidenti e ha aggiunto che il passaggio è particolarmente rilevante perché riguarda un progetto che rappresenta un discrimine sulla scelta del modello di sviluppo, Manica ha poi chiesto che la commissione venga convocata per esprimere il parere sulla delibera dopo la valutazione del Cal e del Mit. La decisione è stata rinviata con voto unanime.

 

Via all’iter del ddl Coppola per portare la differenziata al massimo

Si è passati poi al ddl n. 134 di Lucia Coppola e sottoscritto anche da Zanella, Dallapiccola, Marini, Degasperi e Manica e che è stato presentato il 24 marzo dello scorso anno. Tra le finalità, ha ricordato la consigliera di Europa Verde, c’è l’omologazione e il coordinamento del sistema della raccolta differenziata su tutto il territorio provinciale per ridurre il volume della produzione dei rifiuti fino ad arrivare all’obiettivo “rifiuti zero”. Un ddl composto da 12 articoli e che, nell’intento dei proponenti, dovrebbe portare la differenziata a livelli tali da rendere inutile l’impianto di incenerimento dei rifiuti, anche attraverso un meccanismo partecipativo dei cittadini. Purtroppo, ha detto Lucia Coppola, negli anni i territori hanno perso un “linguaggio” comune sui rifiuti e si sono abbandonate le campagne per contenere la produzione di imballaggi e plastiche. Mancano, inoltre, i controlli sui supermercati e le cooperative per contenere il materiale da smaltire con la differenziata. Nella città di Trento è stata abbandonata l’educazione per le fasce di popolazione come gli immigrati o gli studenti universitari. Ma, ha aggiunto, l’informazione e la partecipazione sono fondamentali per ottenere una raccolta differenziata efficiente così come i premi per i cittadini virtuosi. L’esponente di Europa Verde ha detto infine di fare fatica a capire i motivi della scelta del rigassificatore che, in un passato abbastanza recente, ha visto l’opposizione di cittadini e comitati. Un passaggio, ha detto, che si auspica venga accompagnato da attente valutazioni.

 

Tonina: con la differenziata al 78% rimangono 80 mila tonnellate da smaltire

Tonina non ha espresso un parere sul ddl, ma ha detto di sentirsi di difendere il grande lavoro fatto con il Quinto aggiornamento del Piano smaltimento rifiuti. In questo momento, ha ricordato, c’è una discussione con il Cal sul tema e nell’addendum, approvato dalla Giunta nel dicembre scorso, che completa l’aggiornamento tante questioni poste nel ddl hanno trovato una risposta. Noi, ha continuato l’assessore, siamo convinti che è importante lavorare per completare un percorso avviato fin dal 2000, che ci ha visti passare dal 15% al 77 – 78% di differenziata, per arrivare a percentuali ancora più alte. Ma, in base all’esperienza e alle ricerche di Fbk e Università, non sembra ci siano le condizioni per ridurre ancora di molto il residuo. Oggi ci sono 80 mila tonnellate che devono essere smaltite e con le discariche esaurite non c’è alternativa all’esportazione. Tredicimila vanno già a Bolzano, per le altre vanno trovate soluzioni. Quindi, ha concluso Tonina, l’impegno sul piano della formazione e dell’informazione per migliorare la differenziata c’è, ma scendere sotto certi livelli è difficile.
Alessio Manica ha ricordato che 20 anni fa i comuni diedero via libera all’inceneritore da 300 mila tonnellate, ma per fortuna si prese una strada diversa che ha portato il Trentino in una situazione ben diversa da quella dell’inizio 2000. Per quanto riguarda l’impianto previsto il consigliere Pd ha sottolineato il problema delle scorie che non è ancora stato risolto. Così come aperto rimane quello della Co2. Infine, Manica ha aggiunto che, nel percorso di partecipazione sul Quinto aggiornamento, il tema dell’inceneritore è rimasto a margine. L’esponente Pd ha chiuso auspicando che l’impianto rimanga nelle mani pubbliche, anche per evitare, in caso di calo della produzione locale, l’importazione dei rifiuti da incenerire.
Job ha chiesto a che punto sono i progetti di recupero delle discariche di Imer e Monclassico. A Imer, ha risposto Tonina, i lavori stanno per iniziate e a breve seguirà Monclassico. Per ciò che riguarda l’impianto l’assessore ha ribadito che la Pat spinge comunque sul miglioramento della differenziata come dimostra l’Alto Garda. Ma, nonostante l’impegno, poco si può incidere sul residuo che dovrà venire gestito ed è questa la ragione per la quale si pensa a un impianto per 80 mila tonnellate. L’assessore ha detto di capire le motivazioni degli ambientalisti, ma una riduzione del residuo a 15 mila tonnellate non è, secondo i calcoli fatti da Appa, realistica. Sul tema dei rifiuti sanitari rispondendo a Manica ha affermato che la questione è molto complessa. Rispondendo a Job i tecnici Appa hanno affermato che è stato chiesto all’Azienda sanitaria di adattare i consumi ai reali bisogni per evitare sprechi e quindi la produzione di rifiuti.

 

Peccato non avere una gestione regionale dei rifiuti

Infine, il consigliere Pd ha sollevato di nuovo la questione della necessità di una gestione regionale dei rifiuti anche di fronte al secco no della Giunta altoatesina. Secondo Manica un aiuto potrebbe venire dai problemi che l’inceneritore di Bolzano sta affrontando nello smaltimento di alcune frazioni plastiche e che potrebbero aprire le porte alla collaborazione tra Trento e Bolzano. Tonina ha ribadito che le strade con l’Alto Adige sono oggi chiuse, ma se, in vista di un impianto a Trento, si potessero aprire prospettive queste sarebbero ben accolte. Peccato, ha aggiunto, che non si è riusciti ad arrivare, con un bacino di un milione di persone, ad una gestione regionale; magari con un inceneritore unico e con una differenziata omogenea (basi pensare che in Provincia di Bolzano è al 65%). L’assessore ha concluso dicendo che non sarebbe stato giusto non prevedere nel Quinto aggiornamento l’impianto. Se non verrà realizzato l’unica via d’uscita è l’esportazione di 80 mila tonnellate di rifiuti con forti costi economici e ambientali. Infine, va tenuto conto dei miglioramenti tecnologici che hanno permesso di ridurre al massimo, rispetto al passato, le emissioni che sono nettamente inferiori a quelle prodotte dal trasporto. La decisione sul tipo di impianto non è stata ancora presa, ha concluso Tonina, ma la scelta metterà al primo posto la sicurezza e la salute dei cittadini.

 

Petizione contro il termossidatore di Pergine, niente voto sulla relazione

Ultimo punto affrontato dalla Terza commissione, anche questo rinviato, quello della petizione contro l’impianto sperimentale di termossidazione di Pergine. Alessio Manica ha sottolineato che la decisione spetta alla Giunta e la Commissione non ha alcun potere per dire sì o no all’impianto. Può solo esprimersi sulla relazione che segue l’incontro con i rappresentanti della petizione e la discussione tra i commissari. In merito all’impianto Job ha chiesto se è garantito il 100% di sicurezza per gli abitanti della zona e se ci sia la possibilità di chiedere alla società che farà queste sperimentazioni una copertura assicurativa per eventuali danni ai cittadini. L’ingegner Rampanelli dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente ha detto che non ci sono elementi che possano far temere rischi e l’impatto sulla qualità dell’aria del termossidatore è trascurabile. C’è un elenco di rifiuti, ha ricordato inoltre, che possono essere portati nell’impianto escludendo quelli che possono produrre diossine. Infine, per quanto riguarda le assicurazioni ha ricordato che la legge prevede fidejussioni di garanzia da parte della società. Lucia Coppola ha detto di aver sempre avuto profondi dubbi su questa iniziativa, anche perché si tratta di una sperimentazione in una zona troppo vicina a scuole, asili e a un centro giovani. Inoltre, l’inquinamento nel perginese è pesante e non c’era certo bisogno di un impianto di questo tipo. Roberto Andreatta, dirigente generale del Dipartimento ambiente, ha ricordato che l’impianto tratterà in tutto 700 tonnellate di rifiuti non pericolosi, per un complesso di 150 giorni, suddivisi su tre giorni alla settimana. L’Appa, è stato specificato nel corso della seduta, non ha autorizzato una sperimentazione, ma, come prevede la legge per due anni, solo una raccolta di dati per capire se l’azienda con questa attività di trattamento può fare business. Katia Rossato (FdI) ha ribadito la sua contrarietà alla collocazione dell’impianto in una zona troppo vicina ad una zona abitata già pressata dall’inquinamento. Inoltre, ha concluso, è mancata la condivisione con la popolazione che non è mai stata coinvolta dal Comune di Pergine.

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