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CGIL CISL UIL – TRENTINO * REDDITO DI CITTADINANZA: « LE DIFFERENZE TRA TRENTO E BOLZANO SONO ACCENTUATE, LA PAT AMPLI I SERVIZI AI PERCETTORI »

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19.53 - domenica 22 agosto 2021

Reddito di cittadinanza. “Attuare le condizionalità  e ampliare i servizi ai percettori in Trentino”. Per Cgil Cisl Uil ai percettori che rifiutano impieghi o non si attivano va tolto il sussidio. Serve subito rafforzare Agenzia del Lavoro come prevede il Pnrr. Sui numeri del Rdc le differenze tra Trento e Bolzano sono meno accentuate di quanto sembra.

“Il reddito di cittadinanza, come i sostegni al reddito provinciali, è uno strumento di inclusione sociale monco che rischia di essere inefficace se non si impongono precisi obblighi e condizionalità ai nuclei familiari e se non si offrono servizi di reinserimento nel mercato del lavoro come accade in tutti i Paesi avanzati. Su questo fronte la Provincia autonoma di Trento ha precise responsabilità che, purtroppo, fino ad oggi non ha ancora esercitato appieno, visto che di fatto la delega al Trentino sulle condizionalità imposte ai beneficiari, prevista dalla legislazione nazionale, non è messa in atto come si dovrebbe”.

Cgil Cisl Uil del Trentino tornano sulla questione del reddito di cittadinanza, dopo la pubblicazione dei dati forniti dall’Inps riferiti ai primi sei mesi dell’anno nella nostra Provincia. “Era naturale – spiegano i segretari generali delle tre organizzazioni sindacali Grosselli (Cgil), Bezzi (Cisl) e Alotti (Uil) – che in numeri crescessero dopo lo tsunami della pandemia, il tonfo di dieci punti percentuali del Pil provinciale, l’esplosione della cassa integrazione e la perdita di oltre 30mila contratti di lavoro nel solo 2020. Come stabilizzatore del reddito di fronte a situazioni di crisi, la misura introdotta nel 2019 dal Governo Lega-5Stelle funziona.

Quello che manca sono le condizionalità e le politiche attive e da mesi chiediamo alla Giunta provinciale di attuarle, a partire da un potenziamento dei centri per l’impiego e di Agenzia del Lavoro, come prevede anche il Pnrr (sono quasi 11mila le nuove assunzioni a livello nazionale nei prossimi tre anni). Come sindacati abbiamo sempre detto che a chiunque rifiuti un impiego o non si attivi va tolto immediatamente il sostegno al reddito”.

Sulla macroscopica differenza tra i numeri dei percettori in Provincia di Trento rispetto alla Provincia di Bolzano, i sindacati invitano alla cautela. “Si tratta infatti di un’illusione ottica – spiegano Grosselli, Bezzi e Alotti -. Trento e Bolzano infatti hanno scelto due strade diverse nella gestione del Reddito di Cittadinanza. In Trentino pretendiamo che, prima di chiedere i sostegni provinciali, il nucleo familiare faccia domanda di Rdc che poi eventualmente sarà la Provincia ad integrare, facendo così risparmiare qualche milione di euro ogni anno al bilancio di piazza Dante e accollando tutta la spesa dovuta all’Inps.

A Bolzano al contrario i nuclei familiari debbono scegliere tra reddito di cittadinanza o sostegni provinciali che, essendo molto più sostanziosi, sono scelti dalla stragrande maggioranza dei nuclei indigenti, riducendo al minimo i beneficiari di Rdc, con notevoli risparmi per l’Inps. Se non ci fosse questa impostazione, anche a Bolzano i numeri del Reddito di cittadinanza quest’anno risulterebbero molto più alti del passato”.

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