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LANCIO D'AGENZIA

ASSOCIAZIONE TRANSDOLOMITES * FERROVIA VALLI AVISIO: PRESIDENTE GIRARDI, « NELLA NOSTRA LETTERA AL PRESIDENTE FUGATTI IL PROFONDO DISAPPUNTO PER LA MANCANZA DI DIALOGO » (ALLEGATO PDF)

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07.07 - giovedì 16 gennaio 2020

Nel 2019 la Giunta provinciale di Trento ha promosso gli Stati generali della montagna che doveva rappresentare un processo partecipativo dedicato al futuro della montagna trentina.  Tale azione doveva mirare a raccogliere le istanze dei territori per elaborarle in un piano di proposte strategiche per la valorizzazione della montagna.

Dal 2016, nelle valli dell’Avisio e città di Trento, Transdolomites aveva avviato un simile percorso centrato sul tema dei trasporti con lo sguardo rivolto al futuro delle aree di montagna e di fondovalle. Un percorso partecipativo complesso ed esaustivo in quanto parlare di mobilità significa abbracciare tanti settori; urbanistica, ambiente, energia, politica sociale, turismo, internazionalizzazione delle aree di montagna attraverso la programmazione strategica delle infrastrutture affinchè esse siano maggiormente connesse con il resto del mondo.

Questo percorso è stato caratterizzato da un’azione politica che attraverso petizioni e mozioni si è rivolto a tutti i Comuni e Comunità di Valle delle valli di Fassa, Fiemme, Cembra, città di Trento. Ancora prima di tutto ciò, fu il Consiglio provinciale di Trento ad entrare nel merito della questione approvando all’unanimità la mozione numero 38 « Interventi a sostegno dell’attività di studio e progettazione relativa alla realizzazione di una ferrovia delle Valli dell’Avisio», nella seduta del 12 giugno 2014.

Ciò che è emerso tra il 2016-2017 nel solco dell’iniziativa di Transdolomites, è stato un chiaro indirizzo politico ove la maggior parte delle istituzioni locali ha chiesto alla Giunta Provinciale dell’allora Presidente Ugo Rossi, di avviare il percorso di progettazione della ferrovia Trento-Penia via Valle di Cembra e di promuovere successivamente il confronto con le comunità locali. Le istituzioni pubbliche di questa importante parte del Trentino orientale chiedono sia promossa una migliore conoscenza dei contenuti della proposta della nuova ferrovia delle Valli dell’Avisio.

La montagna, dunque, già da allora aveva indicato le sue strategie per la sua valorizzazione e sviluppo per il futuro.

La Giunta provinciale della passata legislatura e quella attualmente in carica non hanno dato seguito alle richieste in oggetto. Hanno ignorato la voce delle istituzioni del Trentino, hanno ignorato anche la voce dei cittadini che in una petizione popolare attivata da Transdolomites nelle 8.000 firme raccolte tra il 2011-2012 chiedeva alla PAT di attivarsi attraverso la progettazione della Trento-Penia .

È nostro dovere ricordare che dalla fine del 2016 alla primavera 2018 le petizioni sono state discusse e deliberate favorevolmente dalle seguenti amministrazioni;

–          Comunità della Valle di Cembra

–          Comunità Territoriale Valle di Fiemme

–          Comun General de Fascia

–          Comune di Pozza di Fassa

–          Comune di Soraga

–          Comune di Moena

–          Comune di Predazzo

–          Comune di Ziano

–          Comune di Cavalese

–          Comune di Castello-Molina

–          Comune di Capriana

–          Comune di Altavalle

–          Comune di Cembra Lisignago

–          Comune di Giovo

–          Comune di Segonzano

–          Comune di Trento

 

Le ultime due Giunte provinciali, indifferenti a tutto ciò sono andate proponendo delle soluzioni di mobilità pubblica (vedi la proposta del Brt, Bus Rapid Transit) che sempre più destano diffidenza nelle valli. Eppure il senso della proposta della ferrovia delle Valli dell’Avisio è di divenire un tassello importante del progetto europeo del tunnel di base della Ferrovia del Brennero. Cosa che nel caso Brt non avrebbe alcun senso ed efficacia.

Una dimenticanza o superficialità grave in quanto nel corso dell’affinamento del progetto del Brennero e parallelamente con la redazione del Piano urbanistico provinciale degli anni scorsi, in Trentino era andata consolidandosi l’ipotesi di creare una rete ferroviaria provinciale di collegamento intervallivo in grado di connettere tra loro le principali realtà del territorio e di migliorare l’accessibilità al corridoio del Brennero.

Trattasi per la cronaca dell’idea di progetto denominata “ Metroland”.

Il tutto, si scriveva nel 2008: «Sempre nell’ottica dell’integrazione e dello sviluppo bilanciato delle valli il piano provinciale della mobilità dovrà considerare tracciati derivati dallo studio approfondito delle caratteristiche  strutturali, economico-sociali e ambientali dei territori interessati. Dovrà inoltre valutare la possibile previsione dei raccordi e delle connessioni con il sistema infrastrutturale collaterale all’asse principale di ciascun corridoio, in particolare per l’accesso alle località turistiche».

Transdolomites da allora ad oggi ha sempre dichiarato a lavorato nel solco di queste enunciazioni malgrado tra il 2009-2013 da parte dell’esecutivo retto dall’ex presidente Lorenzo Dellai vi fosse stato un totale rigetto al confronto.

A seguito di un periodo di mancato confronto tra la Pat e Transdolomites , una prima svolta si ebbe con la mozione numero 38 del 12 giugno 2014 del Consiglio provinciale per iniziativa dell’allora vicepresidente Diego Mosna. In quell’occasione era dato leggere: «Acquisita l’evidenza che il Progetto Metroland non appare ad oggi realizzabile, a causa della contrazione del bilancio provinciale che comporta un ridimensionamento nel piano delle opere pubbliche, si sta manifestando da parte della Giunta provinciale, e in particolare del Presidente Rossi e dell’Assessore Gilmozzi, un’attenzione seria e costruttiva nei confronti dell’operato e delle proposte dell’Associazione Transdolomites. Ciò porta a ribadire la centralità dell’investimento su rotaia, ma in un quadro di maggior sostenibilità economica e ambientale. Si stanno gettando le basi per una nuova modalità di rapporto tra Associazione e Provincia che, conseguentemente, apre ad una collaborazione con i comuni di Fassa, Fiemme e Cembra».

 

Da qui, la posizione all’unanimità scaturita in Consiglio della Pat.

 

“IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

impegna la Giunta provinciale ad avviare nel più breve tempo possibile lo studio di fattibilità di una ferrovia che colleghi Trento con le valli dell’Avisio, approfondendone, tra l’altro, gli aspetti finanziari;

a coinvolgere nella redazione dello stesso le istituzioni del territorio e le associazioni di cittadini costituite per questo scopo, in particolare valorizzando l’attività di studio ed approfondimento realizzati in questi anni dall’associazione Transdolomites.

Nei fatti le cose non si svilupparono in questo senso tanto che con la Determinazione del Dirigente (ing Raffaele De Col)  N. 236 del 19 dicembre 2016 per l’affidamento all’Università di Trento , Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale  e Meccanica ,nella persona del professor ingegnere Marco Tubino direttore del Dipartimento Ingegneria civile ambientale e meccanica, e del professor ingegnere Raffaele Mauro, quale responsabile scientifico, dell’incarico di redazione studio a supporto della valutazione tecnico-economica per la fattibilità e sostenibilità dei costi di costruzione e gestione degli interventi ferroviari riguardanti la mobilità su ferro, risultò evidente tentativo di ridimensionare e di svincolarsi dalla  proposta ferroviaria di Transdolomites.

Ciò però che troppi non conoscono, è che nello studio del Dicam si è insistito nel valutare il treno come un servizio a sé stante, non permeabile alla mobilità dei territori e chiuso dalle proprie biglietterie in un contesto di competizione con la macchina e con gli altri mezzi, come i minibus, con cui vengono spostati i turisti. In altre parole, si è voluto limitare la sua potenzialità al servizio degli attuali pendolari e utenti dei bus più una piccola quota di automobilisti che potrebbero decidere di passare al treno.

Transdolomites, nelle corso di questi anni ha invece ha fatto ben altro.

Negli studi finora promossi o sostenuti dall’associazione ci si è preoccupati di valutare la sostenibilità dei costi di gestione della nuova linea, anche nel caso in cui il volume turistico delle valli dell’Avisio restasse lo stesso di oggi (siamo invece convinti che la realizzazione della ferrovia sarà un volano per la sua crescita soprattutto al di fuori dei periodi di alta stagione, oggi già congestionati). Infatti, partendo dalle attuali presenze turistiche delle tre valli, circa sette milioni, e ipotizzando ad esempio una tassa di soggiorno di due euro a persona (cosa del tutto normale, visto che in altre parti d’Italia si arriva a molto di più) verrebbe coperto il 90% delle spese di gestione. Per il restante 10% sarebbero sufficienti i contributi oggi pagati per il servizio bus di linea principale (non quelli locali) e gli abbonamenti pagati dai residenti e dai proprietari di seconde case.

Cosa significa -tra l’altro- questo?

Essere sicuri della copertura dei costi e disporre di un treno “senza biglietteria” (= tutti i viaggiatori hanno un diritto di libera circolazione per tutto il giorno) al servizio di chi soggiorna nelle valli per turismo o per residenza. Una stranezza? No, su scala diversa questo sistema è in uso in molte città estere, ad esempio tedesche e svizzere e anche in Fiemme in estate. Paradossalmente, quindi, la gestione della ferrovia sarebbe sostenibile, anche se i treni viaggiassero vuoti!

Nella conferenza stampa che ha avuto luogo a Trento ieri alle 15.00 e trasmessa in diretta video dall’Agenzia giornalistica Opinione (qui il link) noi abbiamo denunciato pubblicamente l’assenza di riscontro della Giunta Provinciale di Trento rispetto alle richieste di incontro che dal gennaio 2019 abbiamo inoltrato sul tema della ferrovia Valli dell’Avisio, il progetto di Museo all’aperto dedicato alla ex Ferrovia Ora-Predazzo ed il tema della sicurezza stradale nelle valli di Fiemme e Fassa.

Nella lettera inviata ieri al Presidente Maurizio Fugatti abbiamo espresso un profondo disappunto per questa mancanza di dialogo e restiamo fermi nella convinzione che Transdolomites potrà contribuire a dare costruttività e sostanza al confronto sulla proposta ferroviaria.

Allo stesso tempo abbiamo rinnovato   la nostra richiesta ad un incontro di confronto con il Presidente, con  l’assessore  Roberto Failoni e l’assessore Mario Tonina per un incontro congiunto. Allo stesso tempo abbiamo ribadito l’impegno di Transdolomites nella difesa di quanto è emerso in questi anni dalle mozioni dei Comuni, Comunità di valle e Consiglio provinciale con la richiesta a giungere alla stesura dello Studio di fattibilità della Trento-Penia via Val di Cembra.

A tutto ciò, nel dicembre 2019 si aggiunge un altro elemento di novità.

Si tratta dell’ ordine del giorno numero 109 «Nuovo sistema di trasporto pubblico nelle valli dell’Avisio», approvato dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 13 dicembre 2019, in relazione ai disegni di legge n. 36: «Legge collegata alla manovra di bilancio provinciale 2020″, n. 37 – Legge di stabilità provinciale 2020 e n. 38 “Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2020-2022».

In esso il Consiglio della Provincia autonoma di Trento impegna la Giunta provinciale al finanziamento degli interventi in esame le risorse della competente missione-programma del bilancio della Provincia. Ovvero, qualora la stessa non presenti risorse disponibili, a dare priorità alla creazione di un sistema di trasporto basato sulla tecnologia del Bus Rapid Transit per quanto riguarda il territorio della Val di Fiemme, Val di Fassa e Val di Cembra, compatibilmente con il quadro finanziario che caratterizzerà la finanza provinciale anche a seguito delle manovre di finanza pubblica nazionale.

La nostra osservazione nei riguardi dei consiglieri provinciali della legislatura del 2014 riguarda l’assenza di memoria storica per quanto coloro avevano approvato nella precedente Mozione N.38. Il richiamo a tale modus operandi che è che chi è attivo in politica ha dimenticato di essere al servizio della comunità e retribuito con i soldi dei cittadini ha dunque il dovere di lavorare in funzione delle indicazioni che giungono dal basso e non può permettersi di voltare la faccia in altra direzione incurante delle richieste ufficiali che gli pervengono. Se non opera in questo senso, come avviene per il dipendente inadempiente, andrebbe licenziato

L’altro significato nella conferenza di ieri sta nel fatto che alcuni Comuni delle Valli dell’Avisio hanno e stanno deliberando sostegno economico per il nuovo studio ferroviario. Hanno doppiamente desiderio di conoscere e non di accantonare.

Lo studio che abbiamo in programma di assegnare vuole essere funzionale per essere presentato in futuro  al Ministero dei Trasporti, alla Commissione Europea e agli investitori. Una volta ultimato ci piacerebbe fosse presentato in anteprima a Zurigo innanzi ad una platea di imprenditori e investitori, per poi fare questo percorso anche in Trentino.

Un percorso che  in realtà dovrebbe fare un Esecutivo al Governo provinciale. Una sveglia complessiva ed un richiamo che la nostra associazione ha in programma di promuovere con la campagna di azione con due tipi di locandine che verranno esposte pubblicamente nelle valli.

 

*

Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites

 

 

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