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DEGASPERI (ONDA) – INTERROGAZIONE * CARCERE TRENTO: « È NOTO CHE IL PROGETTO (“MODELLO BOLLATE”) È DA TEMPO ABBANDONATO E L’ISTITUTO DI SPINI È DIVENUTO UNA STRUTTURA ORDINARIA? »

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08.45 - venerdì 12 aprile 2024

Carcere di Trento: a fare le spese del naufragio del progetto è il personale. Presso il carcere di Trento si verificano ormai con frequenza regolare episodi di violenza. A farne le spese innanzitutto è il personale, sottoposto a rischi, stress e minacce.
L’iniziale prospettiva per l’istituto di Spini era quello di replicare il modello del carcere di Bollate, caratterizzato dalla cosiddetta “reclusione attenuata”, dove l’aspetto punitivo e quello rieducativo, nelle intenzioni, si sviluppano in maniera personalizzata con detenuti scelti che studiano e lavorano.
Su queste basi era nato il carcere di Trento con una capienza di 245 persone.
La cronaca ci conferma, purtroppo, che l’idea originaria è da tempo superata. Dal 2015 circa, a Trento si sono iniziati a trasferire detenuti senza alcun riferimento al progetto complessivo. Addirittura gli autori di danni altrove arrivano a Trento. Sono state aperte pure due sezioni per i cosiddetti “protetti”. Lo stravolgimento del modello di partenza fa sì che le modalità gestionali/operative (rimaste inalterate) si palesino come inadeguate.
Progettato sulla base di un disegno che prevedeva controlli blandi, a distanza, per mezzo di telecamere e dell’elettronica, il carcere di Trento ha perso tutti gli spunti originali. Oltre ad avere un numero di ospiti che supera di parecchio i 300 rispetto ai 245 previsti, il cambio di modello ha aggravato la già cronica carenza di personale. Un conto infatti è gestire una struttura “aperta”, altro una tradizionale, con aperture e sezioni chiuse gestite manualmente. Come detto, i primi a subire l’inadeguatezza del modello sono gli agenti, ma anche i detenuti pagano lo scotto di un progetto che sembra ormai naufragato. Eppure l’impegno del personale è massimo e a testimoniarlo (anche se non sono mai nominati) i tanti ospiti colpiti da malori salvati dal personale.

Un’idea per alleggerire la cronica carenza di personale potrebbe essere concretizzata limitando le traduzioni verso il Tribunale, incentivando l’utilizzo delle videoconferenze.

Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere

se è noto che il progetto iniziale (“modello Bollate”) è da tempo abbandonato e il carcere di Trento è divenuto una struttura ordinaria;

se è noto che, in conseguenza di ciò, l’atavica carenza di personale pesa maggiormente visto che la pianta organica rimane quella originaria e come intende intervenire per superare questa difficoltà aggiuntiva;

se intende intervenire presso il Tribunale di Trento per patrocinare l’utilizzo delle teleconferenze alleggerendo gli oneri del trasferimento per il personale di custodia.

 

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Filippo Degasperi

Consiglio Provincia autonoma Trento (Onda)

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