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CONSIGLIO PAT * TERZA COMMISSIONE: « ASCOLTATI I COMITATI CONTRO IL PROGETTO DI MALGA LAGHETTO E L’ABBATTIMENTO DELL’EX MASERA DI LEVICO »

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19.04 - mercoledì 5 luglio 2023

Terza commissione, ascoltati i comitati contro il progetto di Malga Laghetto e l’abbattimento dell’ex Masera di Levico. Terza commissione dedicata principalmente alla questione di Malga Laghetto nel comune di Lavarone e a quella dell’ex Masera di Levico. Sono stati ascoltati i referenti delle due petizioni che hanno ribadito e motivato il no al progetto edilizio turistico e, nel caso del centro della Valsugana, il no all’abbattimento dello storico edificio. Nel caso di Malga Laghetto la commissione ha ascoltato anche la posizione del comune di Lavarone.

Sì unanime al regolamento per la direttiva Habitat

La seduta della Terza commissione, presieduta da Ivano Job (Coraggio Italia) si è aperta con il parere positivo unanime alla delibera che è stata presentata dall’assessore Mario Tonina e che riguarda modifiche del regolamento del 2008 per valutazione dell’ incidenza ambientale che riguarda le aree tutelate della direttiva comunitaria Habitat. Nel 2019 sono state approvate le linee guida dal Governo e in accordo con la Conferenza Stato – Regioni con l’obiettivo di applicare correttamente la normativa come richiesto dall’Unione Europea e alle quali la Pat con questo regolamento si adegua. In sostanza, tutti gli interventi edilizi che vengono effettuati nelle zone Habitat di interesse comunitario devono essere accompagnate da una scheda di prevalutazione dell’incidenza ambientale la cui congruità verrà controllata dalla forestale. L’architetto Angiola Turella, dirigente del Servizio aree protette e Sviluppo sostenibile rispondendo a una domanda di Alex Marini (5 Stelle) ha affermato che le prevaluazioni interessano opere che, come i pannelli solari, non presentano incidenze significative. Per gli interventi più impattanti, invece, rimangono le Valutazioni di incidenza vera e propria o gli screening di incidenza che verranno fatti dal Servizio aree protette.

Si sono poi svolte le consultazioni sull’odg qui , a prima firma di Filippo Degasperi, approvato il 16 dicembre scorso, e che impegna la Giunta a intervenire per evitare ulteriori speculazioni sull’area di Malga Laghetto. L’assessore del comune di Lavarone, Giuliano Bertoldi ha ricordato che l’intervento previsto è di recupero urbanistico che non è stato impugnato, mentre è stata impugnata davanti al Tar la delibera della Pat sull’espansione su un’area di proprietà degli Usi civici. Le ragioni dell’amministrazione, ha detto Bertoldi, sono quelle di risanare una ormai antica piaga nata negli anni ‘70 e che è data da un blocco di cemento di 15 mila metri cubi chiuso dall’inizio negli anni ‘80. Quindi l’obiettivo è quello di riqualificare l’area e al tempo stesso dare una spinta allo sviluppo turistico. La vecchia struttura, inoltre, non può essere recuperata. Nel 2018 è stato sottoscritto un accordo con la proprietà, ha ricordato il primo cittadino, e gli investitori che ha portato una riduzione da 45 mila metri cubi a 41 mila.

Un dialogo per ottimizzare anche dal punto di vista ambientale l’intervento.
Lucia Coppola ha detto che si pensa di intervenire con un albergo e un campeggio in una zona meravigliosa e di grande valore naturalistico dove, negli anni ‘70, è stato creato un manufatto terrificante e che andrebbe giustamente demolito Ma non si capisce perché, anziché limitarsi al ripristino naturalistico, si preveda un ulteriore consumo di territorio di proprietà degli Usi civici. Inoltre, ha aggiunto l’esponente dei Europa Verde, in un quadro che vede moltissime case sfitte o abbandonate. Filippo Degasperi ha affermato che sarebbe necessario avere un rendering per valutare l’impatto del progetto fatto nel 2005 e che, anche per questo, mostra i suoi limiti (progetto che ancora non c’è, ha risposto Bertoldi, perché si tratta di un piano attuativo). Il Comune, ha aggiunto, è stato messo sotto scacco dal proprietario di una struttura sulla quale potrebbe costruire il nuovo albergo senza bisogno di sacrificare altro territorio. Infine, Degasperi ha chiesto se è stata fatta un’analisi di mercato per capire se questa iniziativa ha senso. Il sindaco di Lavarone, Isacco Corradi, ha detto che non si tratta di un progetto del 2005 ma di un piano attuativo nato dal confronto con la proprietà. L’area è già urbanizzata e potrebbe ospitare un intervento edilizio impossibile da realizzare in un’altra area del Comune degli Altipiani Cimbri. Lavarone, ha aggiunto, sta soffrendo per il fatto che non ci sono alberghi con numeri sufficienti di camere. Corradi ha poi affermato che in un primo momento si era pensato anche alla ristrutturazione degli appartamenti, ma ci sono troppi proprietari. Il dirigente dell’urbanistica, Romano Stanchina, rispondendo a Job, ha detto che sono state fatte le verifiche sulla variante del 2021 e ha ricordato che l’operazione, pur con la stessa volumetria, permetterebbe, rispetto all’ipotesi 2007, di risparmiare suolo. L’assessore del Comune ha affermato che l’ipotesi sul tavolo è molto migliore rispetto alla precedente e, pur non essendo stato realizzato un’analisi di mercato, si sa che il turismo di montagna sta andando verso strutture, anche di campeggio, di qualità.

Il comitato: Lavarone paga un modello di sviluppo sbagliato

Sono poi intervenuti i referenti del Comitato su Malga Laghetto che ha presentato una petizione contro il progetto. Annette Mayer ha letto un documento (allegato) nel quale si contesta radicalmente la sostenibilità economica – urbanistica e ambientale del progetto che invece aprirà la strada ad un’ulteriore assalto speculativo in una realtà che è già fuori scala e con un numero di presenze turistiche eccessive: 10 turisti per ogni residente. Quindi, per i rappresentanti del comitato non c’è bisogno di un nuovo campeggio a Malga Laghetto. A Lavarone, ha concluso Annette Mayer, gli alberghi chiudono, compresi i pochissimi 4 stelle.

Tra l’altro prevedere un campeggio da mille persone lontano dal paese non ha senso e produrrebbe solo ulteriori costi. L’operazione, ha ricordato, è partita nell’ormai lontano 2005 e ci troviamo di fronte ad un cambiamento profondo che si sta evidenziando in questo inizio di stagione estiva. Inoltre, la legge statale del 2017 ha stabilito che le proprietà degli Usi Civici non sono cedibili, ma devono essere conservati per le prossime generazioni. Quindi, ha detto ancora, ci si chiede perché la Pat abbia approvato nel 2021 il piano attuativo quando non c’è la certezza della proprietà: incertezza che rischia di mettere a rischio anche l’investimento che l’imprenditore intende fare. Luigi Longhi ha ricordato che Lavarone è rimasto vittima di un modello di sviluppo nato negli anni ‘60 – ‘70 e che ha contribuito alla crisi attuale che ha portato alla chiusura di tutti i migliori e storici alberghi.

Ma l’intervento previsto a Malga Laghetto non è sicuramente una soluzione per risollevare il Comune. Lucia Coppola ha condiviso il documento del comitato e ha sottolineato che il progetto di Malga Laghetto è stato affrontato con superficialità ritenendolo importante per il rilancio della zona. Inoltre, non si tiene conto della spinta che viene dal basso a favore dei beni collettivi, come gli Usi civici come presidi e sentinelle del territorio. Quindi, iniziative di questo tipo sono fuori dal tempo e dalla storia come ha dimostrato il progetto mai nato di realizzare un albergo a 4 stelle alle caserme delle Viote. Il tema è invece quello di rinaturalizzare togliendo di mezzo le brutture puntando su attività legate all’ambiente e alla tradizioni dei luoghi. Ogni comune, ha aggiunto, ha diritto a gestire il proprio territorio che però deve essere tutelato dalla Pat e anche in questo caso deve assumersi le sue responsabilità.

Filippo Degasperi, infine, ha rilevato che il comitato è arrivato in commissione con un documento di analisi mentre i rappresentanti del comune di Lavarone non hanno portato nulla. Gli amministratori non si sono preoccupati dei perché i turisti dovrebbero venire a Malga Laghetto: ci si limita a fare la “scatola” e a nutrire la speranza che arrivi qualcuno. E si delega a un imprenditore di Brescia di portare avanti un’idea da anni ‘60. Per Degasperi la Pat, che ha investito moltissimo al di là del passo Sommo, dovrebbe rilevare il rudere dal proprietario, risanarlo per poi pensare a qualche iniziativa in scala con la tipologia degli ospiti che vengono a Lavarone. Ivano Job ha chiuso ricordando che la Pat e i Comuni si muovono sempre nel rispetto delle leggi.

Rinviare l’abbattimento dell’ex Masera. Non è pericolosa

Consultazioni anche sulla petizione per salvare l’ex Masera di Levico qui. Edificio che, ha affermato il primo firmatario, Maurizio Dal Bianco, numeri alla mano, non è pericoloso. Le murature della struttura sono ancora buone, ha detto Emilio Libardoni, anche se è emerso il problema della tenuta delle fondazioni che però, nell’ipotesi di riutilizzare la struttura come edificio scolastico, si sarebbe dovuto e potuto superare rinforzandole come è stato fatto in tanti altri casi. Quindi, i calcoli statici che sono stati fatti sono incompleti perché non tengono conto della possibilità di adattare le fondazioni ai nuovi carichi. Si potrebbe poi mettere in sicurezza l’edifico togliendo il tetto sostituendolo, con una cifra attorno ai 120 mila euro, con un tavolato. In sintesi, secondo gli esponenti del comitato, non si sono valutati in modo corretto le questioni statiche.

Maurizio Dal Bianco ha affermato che se fossero emersi davvero problemi strutturali il comitato non sarebbe certo intervenuto. Ma anche nel caso di ex Masera emerge la mancanza di progettualità, come si è già visto nel caso dell’ex cinema di Levico. Luca Tieppo ha ricordato di aver presentato 3 anni fa un’ipotesi di recupero di un edificio che ha un’importanza storica e culturale. Il progetto Leaf, casa delle farfalle che avrebbe pochissimi esempi in Europa, e che permetterebbe di conservare la Masera creando un polo di attrazione innovativo sia sul piano della biodiversità che storico. Non a caso, ha ricordato, c’è stato l’interesse della Trentini del Mondo che vedrebbe bene nella struttura di Levico un luogo della memoria dell’emigrazione trentina. Masera, ha affermato, fondata dal senatore Luigi Fontanari, costituente e padre della Lega contadini, e che quindi ha un valore anche per l’identità del Trentino. Il progetto Leaf, ha aggiunto, ha raccolto l’interesse del Muse e sarebbe possibile la sinergia con Arte Sella in una prospettiva di potenziamento dell’immagine del Trentino. Anche sul piano politico – amministrativo provinciale, ha ricordato ancora Tieppo, ci sono stati contatti che, un primo tempo, hanno fatto ben sperare.

Lucia Coppola ha sostenuto senza indugio la richiesta del comitato che vuole tutela un bene storico importante. Una vicenda simile, ha ricordato, alla colonia Miralago di Riva. Strutture legate alla storia più profonda della nostra gente e che hanno conservato la loro bellezza. Il nostro Paese ha bisogno di conservare quello che le generazioni precedenti ci hanno lasciato risparmiando territorio. Invece, si vede una pigrizia amministrativa che taglia corto e propone abbattimenti. La consigliera di Europa Verde, anche in base a quanto affermato dagli esponenti del comitato, ha chiesto alla Giunta di sospendere l’abbattimento dell’edificio.

L’ingegner Mauro Groff, dirigente della Umst gestione del patrimonio, ha detto che nessuno è pervaso dallo spirito di demolizione, ma ci sono elementi tecnici e economici. L’ipotesi di rinforzare le fondamenta c’è, ma comunque l’edificio non sarebbe comunque adeguato a livello di solai, di spinte e dal punto di vista sismico. Le ipotesi scolastiche e culturali sarebbero comunque ostacolate da normative tra le più severe. L’ing. Groff ha comunque detto che il pericolo c’è, e ha ricordato che non vengono più accettate immobilizzazioni di beni pubblici che non hanno una programmazione La demolizione è stata aggiudicata (base d’appalto 500 mila euro, ribasso del 14,2%), anche se i lavori sono sospesi fino a settembre – ottobre, ma ci si trova in una fase avanzata. Chi volesse presentare iniziative sull’area “pulita” potrà farlo comunque. Anche se il mantenimento di 21 mila metri cubi è enorme e un intervento di mantenimento non può essere parziale. Secondo Groff si dovrebbero utilizzare questi mesi per studiare un’ipotesi di partenariato pubblico – privato.

Per Alex Marini (5 Stelle, ricordato le sue interrogazioni sulla Masera, è mancato il dialogo con l’amministrazione di Levico e di fronte alle richieste venute dai cittadini la pubblica amministrazione, oltre a mancare di trasparenza visto che non ha diffuso la perizia tecnica sull’edificio, è rimasta silente rendendo impossibile una programmazione condivisa per il recupero di questo bene storico. Un vulnus democratico che non ha permesso di sfruttare anche occasioni come quelle offerte dal Pnrr. L’ingegner Groff ha risposto affermando che la perizia sulla Masera è stata mandata al comune nel dicembre del 2022 e, come ha richiesto Job, verrà mandata alla commissione. Katia Rossato (FdI) ha ricordato il suo impegno per evitare l’abbattimento della Masera che sembra avere un destino, per quanto drammatico per la comunità, segnato.

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