L’imminente uscita del libro di Andrea Merler intitolato “Cronache di un viaggio nella (in)sicurezza sul lavoro” impone delle riflessioni.
Il titolo è la sintesi del racconto dell’autore che inizia dal 1997 e arriva fino ad oggi. L’autore, esperto in materia di salute e sicurezza sul lavoro, espone vicende della sua esperienza professionale, nella molteplicità dei suoi aspetti: ora entusiasmanti, ora drammatici.
Se è vero che l’uomo piccolo guarda gli altri, quello medio gli eventi e quello grande sé stesso, già il fatto di esporre eventi che hanno segnato numerose vite è di per sé meritevole.
Più ancora registrare, attraverso l’esperienza lavorativa, eventi che appartengono agli uomini, piccoli o medi o grandi ch’essi siano: la cultura del lavoro, su cui si sofferma Andrea Merler, implica il fatto che il lavoro è cultura. Un saper lavorare che ha fatto grande questo paese e a cui non sempre segue un reciproco supporto. Ma questa è già un’altra storia, e solo indirettamente trattata da Andrea Merler nel suo libro; è, invece, il titolo a render manifesto il percorso seguito: la prima parte è narrativa, la seconda professionale.
Perché dunque è un libro importante? Perché riesce spontaneamente a conciliare l’aspetto umano e quello professionale, arrivando ad unirli spesso di fronte alle tragedie sul lavoro a cui ha dovuto assistere per dovere professionale. O le vicende di suo zio, giovanissima vittima sul lavoro.
Al di là dell’intrinseco valore del libro, quello estrinseco vale per la tematica affrontata.
Da qui le due prefazioni, curate dall’assessore provinciale all’economia e lavoro Achille Spinelli e dal Sindaco del Comune di Trento Franco Ianeselli, già segretario generale della Cgil del Trentino, denotano l’importanza della materia e della questione di sensibilizzazione di tutta l’opinione pubblica nei confronti di un tema così importante.
Marco Albertazzi
Notizie più dettagliate sull’uscita del volume si possono richiedere direttamente all’editore: www.la-finestra.com
