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WELFARE TRENTINO: CAL, OK AD ASSEGNO UNICO PROVINCIALE A SOSTEGNO FAMIGLIA

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12.30 - giovedì 10 agosto 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consorzio comuni trentini) – Assegno unico provinciale. Parere positivo del Consiglio delle autonomie locali alla Proposta di delibera della Giunta provinciale concernente “Approvazione del regolamento di attuazione dell’articolo 28, comma 3, della legge provinciale 29 dicembre 2016, n. 20 (legge di stabilità provinciale) concernente la disciplina dell’assegno unico provinciale”.

Ad aprire i lavori è stato il Presidente del Cal Paride Gianmoena che ha sottolineato la necessità di condividere l’impostazione della proposta perché Comuni e Comunità sono la voce del territorio in grado di redigere una vera e propria anagrafe del bisogno. In aula era presente anche il Vicepresidente della Giunta provinciale Alessandro Olivi che ha introdotto l’illustrazione della riforma del Welfare trentino.

Si basa sull’assegno unico provinciale che accentra le varie modalità di intervento e che mobilita 75 milioni di euro, sono circa 16 milioni di euro in più per mettere in campo interventi concreti e mirati. È una nuova misura che, in maniera coordinata, cerca di semplificare i processi di sostegno alla famiglia, alla disabilità e ai processi demografici in generale.

L’obiettivo è quello di semplificare le procedure, ma soprattutto evitare disuguaglianze, aumentando, invece, l’efficacia degli interventi. Si vuole in sintesi aiutare chi ha bisogni reali, evitando parassitismi e i professionisti del bisogno. Si punta, infatti, all’affrancamento dal bisogno contrastando le cronicità. Due, in sostanza, i percorsi in questa direzione: percorsi per l’inserimento lavorativo e la promozione della cittadinanza attiva.

La quota dell’assegno unico provinciale mira a una conduzione economica sufficiente a soddisfare i bisogni delle famiglie con figli contrastando le situazioni di povertà. Finalizza, in particolare, il mantenimento, la cura e l’istruzione dei minori, l’accesso ai servizi di prima infanzia e il sostegno ai soggetti invalidi del nucleo famigliare.

Per i bisogni generali della famiglia, contro la povertà, l’accesso all’assegno unico viene considerato un indicatore Icef inferiore a 0,15 con una residenza continuativa di minimo tre anni in Trentino. Inoltre i componenti del nucleo famigliare non devono avere la capacità di assumere un ruolo lavorativo riferito alle condizioni previste dal regolamento.

Per quanto riguarda i bisogni particolari vale a dire la cura il mantenimento e l’istruzione dei figli l’indicatore Icef deve essere inferiore a 0,30. Nel caso di famiglie con un figlio il contributo è previsto fino ai 7 anni. Nei nuclei famigliari con più di un figlio il limite arriva fino a 18 anni.

Per l’accesso ai servizi di prima infanzia l’indicatore sale a 0,40. Deve essere inferiore a 0,36, invece, per il sostegno di componenti dichiarati invalidi.

È scontato che per mantenere il diritto all’assegno unico i soggetti abili al lavoro del nucleo famigliare devono attivarsi per uscire dallo stato di povertà iscrivendosi ai centri per l’impiego rendendosi disponibili a proposte lavorative. Devono, inoltre, essere disponibili a contribuire a iniziative di cittadinanza attiva promosse dagli Enti Locali e da soggetti del terzo settore.

L’assessore del Cal Stefano Bisoffi ha sottolineato il parere positivo al regolamento facendo presente la necessità di un confronto continuo su aspetti tecnici che non inficiano l’impostazione della proposta. Fabrizio Inama, Sindaco di Denno e Ugo Grisenti, Sindaco di Baselga di Pinè hanno posto l’accento sulla necessità di controlli attenti e mirati per evitare l’occultamento di patrimoni, ma anche per verificare le unioni anagrafiche. In merito si stanno ampliando i controlli grazie all’incrocio di banche dati.

Al regolamento farà seguito la delibera definitiva che dovrebbe essere pronta a inizio settembre e sarà oggetto di un ulteriore confronto con il Consiglio delle autonomie.

Il Presidente Gianmoena ha concluso gli interventi sul punto all’ordine del giorno con la richiesta di condividere con la Provincia anche gli atti successivi al Regolamento.

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