(Fonte: Marino Simoni) – Sul sito dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari alla voce screening mammografico troviamo le seguenti informazioni: “La mammografia è il più efficace strumento di diagnosi precoce per lotta al tumore della mammella. Recentemente la mammografia è stata integrata con la tomosintesi che consente di aumentare la riconoscibilità dei tumori e contemporaneamente di risolvere parte dei dubbi diagnostici che avrebbero richiesto un successivo richiamo di approfondimento. Se l’esame mammografico non indica la presenza di tumore, i risultati saranno comunicati all’interessata mediante lettera riservata entro un mese circa dalla data di esecuzione della mammografia”. Ma non è così! Su segnalazione di parecchie pazienti interessate allo screening si è rilevato un allungamento delle tempistiche di elaborazione del referto, anche in presenza di tumore, che superano anche i 90 giorni!
Perché chiedono queste pazienti negli ospedali privati/convenzionati in venti minuti si effettua l’esame e si ha immediatamente la risposta?
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Tutto quanto premesso, si interroga l’Assessore di merito per sapere:
se è conoscenza della lunga tempistica nella comunicazione dei risultati dello screening mammografico;
se e quali soluzioni intenda adottare per ovviare a tali ritardi che possono, in caso di presenza di tumore, incidere negativamente sulla possibile cura e guarigione.
In allegato l’interrogazione:
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