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PRO VITA E FAMIGLIA * “MATERNITÀ IN-ATTESA“: COGHE, « A MACERATA INSULTI E MINACCE DALLE ATTIVISTE FEMMINISTE, PER IMPEDIRE LO SVOLGIMENTO DEL CONVEGNO »

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15.30 - mercoledì 26 aprile 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Venerdì scorso decine di attivisti di un collettivo studentesco di estrema sinistra hanno tentato di impedire con la forza lo svolgimento del convegno “Maternità In-Attesa. Preservare la salute della donna in gravidanza” organizzato da Pro Vita & Famiglia e altre associazioni nella Biblioteca Statale di Macerata, col patrocinio della Regione Marche.

Poco prima dell’inizio dell’evento, attiviste femministe e abortiste hanno occupato la sala esponendo striscioni e cartelli, urlando cori, insulti e minacce per intimorire i partecipanti (molti dei quali sono letteralmente fuggiti) e per impedire agli organizzatori e ai relatori di prendere la parola non appena tentassero di farlo.

Lo striscione srotolato dalle femministe davanti al tavolo dei relatori per impedire lo svolgimento del convegno. Uno dei cartelli esposti dagli attivisti a difesa dell’aborto, nonostante il tema del convegno fosse la tutela della salute della donna durante la gravidanza. Solo l’intervento della Polizia ha permesso di iniziare finalmente il convegno, sebbene in estremo ritardo e con la sala lasciata in uno stato di totale baraonda.

Nonostante la violenza dei collettivi di estrema sinistra, grazie al cielo, nessuno è rimasto ferito. Questo è solo l’ultimo di una serie sempre più lunga di episodi di violenza e intolleranza che subisce, in Italia, chi vuole promuovere la natalità, la maternità, la salute delle donne in gravidanza e una cultura della Vita in alternativa all’ideologia abortista (quante volte – praticamente sempre – le nostre affissioni pubbliche vengono censurate dalle amministrazioni di Sinistra o vandalizzate dai collettivi femministi).

I fatti di venerdì, però, dimostrano qualcosa in più: i movimenti femministi, radicali e di estrema sinistra non vogliono impedirci “solo” di protestare espressamente contro l’aborto – la violenta uccisione di un essere umano nel grembo materno – ma anche di promuovere concrete alternative per quelle donne che NON vorrebbero abortire ma si sentono spesso costrette a farlo per condizioni di bisogno economico, solitudine sociale o pressione familiare.

Paradossalmente, sarebbe proprio la Legge 194 che nel 1978 ha legalizzato l’aborto in Italia a prevedere nei suoi primi articoli il dovere dello Stato di tutelare socialmente la maternità e dare alle donne alternative all’aborto. Guarda caso, però, i collettivi femministi questa parte della Legge 194 fanno finta di non conoscerla…

Alcune settimane fa Pro Vita & Famiglia ha avviato una specifica campagna per difendere il diritto delle donne a NON abortire, fatta di affissioni pubbliche in tutta Italia – ovviamente subito VANDALIZZATE dai collettivi femministi – e da una petizione che ha già superato le 30.000 firme.

I manifesti per chiedere aiuti alle donne che si sentono costrette ad abortire, vandalizzati dai collettivi femministi. Sebbene il movimento femminista e i collettivi di estrema sinistra lamentino inesistenti violazioni del presunto “diritto” ad abortire in Italia, spesso col solo scopo di attaccare il diritto umano all’obiezione di coscienza dei medici e del personale sanitario, la realtà delle cose dimostra l’esatto opposto: in Italia non esiste una sola donna che, volendolo, non abbia potuto abortire, mentre sono migliaia le donne indotte o di fatto costrette ad abortire per mancanza degli aiuti concreti di cui avrebbero bisogno per portare avanti una gravidanza inaspettata o complicata.

Oggi in Italia non è violato il presunto “diritto” ad abortire, ma il vero diritto a NON abortire: per questo avevamo organizzato il convegno di Macerata, assaltato dai collettivi femministi.

Noi non ci faremo intimidire! I loro attacchi sempre più violenti contro le iniziative di Pro Vita e Famiglia sono la dimostrazione che la nostra voce sta producendo un reale cambiamento. Di questo loro sono consapevoli, per questo stanno intensificando le loro aggressioni.

 

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