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DE GODENZ (UPT) – ODG * COMPARTO ZOOTECNICO: « LA GIUNTA PAT VALUTI L’INNALZAMENTO DELLA SOGLIA DI IMPORTO E QUELLA AI CAPI PER AZIENDA »

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16.48 - giovedì 28 luglio 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

In questi giorni molti sono stati gli emendamenti presentati in Consiglio, riunito per l’assestamento – tra i quali trovano spazio anche due a firma del cons. De Godenz – per dare un vero aiuto al settore della zootecnia che in questo momento si trova in crisi e, sicuramente, alcuni verranno ammessi. Il consigliere oltre alla richiesta di aumentare il capitolo finanziario di quasi 1.000.000 di euro ha presentato un ordine del giorno per dare ulteriore sostegno agli allevatori trentini .

Come leggibile nel dispositivo, De Godenz ha richiesto un impegno della Giunta a valutare, nell’ambito della nuova notifica del premio alpeggio da erogare dal 2023, l’innalzamento della soglia di importo e di quella relativa ai capi per azienda, al fine di rendere più congruo l’aiuto rispetto ai costi effettivi che gli allevatori si trovano ad affrontare.

A margine, Pietro De Godenz, sempre molto attento al settore in questione, ha voluto aggiungere “Abbiamo visto oggi sulla stampa come il costo del foraggio sia duplicato. La crisi di questi anni e il complesso momento che tutti stiamo vivendo, allevatori compresi, richiedono un rinnovato impegno per far sì che il sistema regga e, laddove possibile, riparta.

So che la Giunta provinciale condivide le mie preoccupazioni e saprà operare in velocità affinché chi in Trentino lavora nella zootecnia e alleva animali non si senta abbandonato. Ora è il momento di intervenire con efficacia e credo proprio che l’innalzamento delle soglie di importo e di capi per azienda sia una scelta positiva. ” ha concluso. L’ordine del giorno è stato quindi approvato a larga maggioranza.

 

 

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Sotto si riporta testo completo dell’ordine del giorno

PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO

Uno dei settori in Trentino che in questo momento si trova più in difficoltà è sicuramente quello del comparto zootecnico.
Infatti solo nell’ultimo periodo di questo 2022 sono già quindici le stalle trentine dedicate all’allevamento di vacche da latte che, per mancanza di risorse per far fronte alla crisi causata dall’innalzamento dei costi dell’energia e delle materie prime, hanno deciso di chiudere la propria attività.
“Aziende sane che sono state obbligate a chiudere perché non riuscivano più ad andare avanti in perdita” ha dichiarato alla stampa locale il Presidente della Federazione Allevatori.

Considerato che nella nostra provincia ci sono circa 1000 allevatori che vanno dal più piccolo (circa 200) agli 800 condotti a livello professionale a cui si aggiungono gli allevamenti per la produzione della carne, la chiusura negli ultimi mesi è un dato molto rilevante.
Tenuto conto che i costi dei mangimi e delle farine sono ormai diventati quasi proibitivi a causa del rialzo delle principali materie prime quali soia, mais e cereali anche a causa dell’attuale crisi Ucraina e che la produzione del foraggio di qualità non soddisfa le esigenze quantitative degli allevatori la conseguenza e di tanti allevamenti costretti a chiudere e di tanti altri che rischiano di doverlo fare a breve, il contributo del premio alpeggio di 150 euro a capo per un massimo di 30 capi per stalla in questo momento storico non è sufficiente.

Considerato che la notifica attuale alla Commissione Europea del premio alpeggio, che contiene i due limiti di cui sopra, viene a scadenza con il 31 dicembre 2022 e che quindi si rende necessario provvedere a breve a una nuova notifica di questo aiuto alla zootecnia di montagna.
Tenuto conto che il settore lattiero-caseario svolge un ruolo strategico per il Trentino dal punto di vista economico, ma anche paesaggistico turistico e che quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, paesaggi, prati per il foraggio, formaggi tipici e soprattutto famiglie impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado delle valli.

Considerato infatti che degli allevatori complessivi in Trentino in estate oltre 75% propendono a trasferire le manze in alpeggi per accrescere la qualità del prodotto, contribuendo così in modo importante e fattivo al mantenimento della montagna anche da punto di vista turistico riscontrando non pochi problemi, e ulteriori costi negli ultimi anni, in quanto gli animali vanno protetti dai continui attacchi da parte dei grandi carnivori – soprattutto lupi – che sono diventati parte costante della vita in alpeggio in continua crescita, purtroppo, su tutto il territorio provinciale si ritiene doveroso che gli allevatori vadano ulteriormente premiati.

Per tali ragioni utilizzando gli stanziamenti già previsti a bilancio

il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna la Giunta Provinciale:

– a valutare, nell’ambito della nuova notifica del premio alpeggio da erogare dal 2023, l’innalzamento della soglia di importo e di quella relativa ai capi per azienda, al fine di rendere più congruo l’aiuto rispetto ai costi effettivi che gli allevatori si trovano ad affrontare.

 

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Cons. Pietro De Godenz

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