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TRANSDOLOMITES * TURISMO DI MASSA: PRESIDENTE GIRARDI, « FERROVIE DELLE DOLOMITI, SÙBITO I PROGETTI PER LIMITARE IL DEGRADO AMBIENTALE »

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09.03 - domenica 25 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Ferrovie alpine e delle Dolomiti per dare futuro al turismo ed ai residenti: progetti subito. Il problema cova da anni ma come al solito quando si lancia l’allarme sull’insorgenza dei problemi sino all’ultimo essi restano inascoltati. Questo riguarda anche il futuro del turismo. C’è chi sostiene che questa formula turistica vada bene così. Numeri da record, grandi eventi che nella sostanza lasciano la stessa traccia di una meteora. Nella realtà ed i segnali che giungono dai territori sono di ben altro tono.

IL Centro di Competenza Turismo e Mobilità dell’Università di Bolzano ha da poco presentato un’indagine sul livello di accettanza dei territori a forte vocazione turistica. Per il Sudtirolo è emerso che l’86 % degli altoatesini sono insoddisfatti del troppo turismo.

Un senso di fastidio generalizzato più marcato nelle città rispetto alle periferie e comunque un fenomeno che coinvolge anche realtà alpine di Svizzera ed austriache dove il turismo di massa se da una parte produce benessere, dall’altra vede sempre più a rischio la pacifica convivenza tra turisti e residenti. Tema, quello del troppo turismo che anche in Italia tocca località quali ad es Venezia il Lago di Garda, e sul quale anche la Val di Fassa ha iniziato a riflettere.

Segno che questo modello di turismo invece di essere a favore delle comunità genera motivo di conflitto. Altro spunto di riflessione emerge da un articolo a firma di Christopher de Bellaigue sul The Guardian, Regno Unito anche esso dedicato al settore dei trasporti ed il ritardo che sta accumulando nel raggiungimento degli obiettivi climatici. Riguarda il concetto del “ chi inquina paga”. Esso è basato sul fatto che il costo del degrado ambientale debba essere sostenuto da chi lo causa. Anche se a malavoglia questo concetto è stato generalmente accettato e tra le azioni di compensazione Christopher de Bellaigue cita anche le tasse di soggiorno come strumento per mitigare gli effetti del sovraffollamento turistico.

Ma davvero la tassa di soggiorno svolge l’auspicata azione di mitigamento della pressione turistica? Siamo convinti che da questo punto di vista essa è ininfluente . Parlare di tassa di soggiorno è come camminare in un campo minato. Se però i tempi che corrono ci costringono ad un cambiamento di rotta per questioni ambientali e la necessità di puntare ad un vero turismo di qualità allora dobbiamo avere il coraggio di mettere in discussione non la tassa in sé ma il modo ormai antistorico con cui viene utilizzata.

Il suo scopo principale, si dichiara, è quello della promozione del territorio. Fatta una analisi ambientale e di sostenibilità del turismo in un contesto ove oltre il 90 % delle destinazioni turistiche si raggiungono in auto essa ponendosi come obiettivo l’incremento delle presenze turistiche , è di fatto responsabile in parallelo dell’incremento delle emissioni. La spasmodica ricerca di nuovi mercati del turismo ha come risultato il vomitare sulle località turistiche masse di traffico sempre più ingovernabili.

Ci si trova così con località dal mare ai laghi alla montagna che collassano sotto il peso del traffico ove si genera un diffuso malcontento tra i turisti stessi che sono costretti a pagarsi delle ferie per convivere con un modello di turismo più snervante di ciò che il turista magari vive n elle città ove risiede.

Questo troppo turismo mette sotto forte pressione anche chi lavora nei servizi di mobilità pubblica , non fa i conti con la sempre più preoccupante mancanza di manodopera ormai generalizzata che sta portando le aziende turistiche a non poter aprire le attività o che sono costrette a rivedere al ribassi i servizi della ristorazione e dell’ospitalità.

Per questo motivo questa tassa di soggiorno è antistorica e la nostra proposta è di ragionare con urgenza ad un suo riposizionamento facendo in modo che essa sia una opportunità per finanziare gli investimenti strategici funzionali alla crescita del qualità del turismo. Gettito che sia affiancato da corposi finanziamenti anche di carattere nazionale, europeo e che attirino nel contempo investimenti privati.

Non basta riempirsi la bocca di sostenibilità ad es. nell’edilizia delle strutture alberghiere quando a devastare le Dolomiti sono folli colonne di traffico. Non basta proporre eventi green sui passi dolomiti per sognare i passi liberi dalle auto quando poi per il trasporto delle bici al seguito servono centinaia di auto che intasano i fondovalle.

Dobbiamo avere la coerenza di porci obiettivi e soluzioni forti che ci permettano di dotarci di strumenti atti a costruire una vera alternativa nella mobilità. Il settore dei trasporti in quanto strategico deve avere la priorità sotto questo aspetto perché è un grave spreco di risorse promuovere nel marketing le Dolomiti come le montagne più belle del monde a far vivere ad ospiti e residenti una esperienza indecente nella raggiungibilità e nella mobilità interna .

La ferrovia da questo punto di vista è ormai irrinunziabile, è l’unica via percorribile per le Alpi e per le Dolomiti. Il prezzo che siamo chiamati a pagare non è quello della costruzione e della gestione, bensì il costo del non averle.

Gli svizzeri stessi, nello studio di valutazione della ferrovia Avisio commissionato da Transdolomites sono giunti alla conclusione del loro lavoro scrivendo che se tale ferrovia già esistesse sarebbe di grande successo per le Valli dell’Avisio. E se lo dice la Svizzera.

Una nuova destinazione di parte delle entrate derivanti dalle imposte di soggiorno potrebbe rappresentare una forma di parziale finanziamento delle infrastrutture ferroviarie in Trentino e la eventuale partecipazione nella gestione di queste e dei servizi di mobilità pubblica. Si tratterebbe tra l’altro di un finanziamento in house.

Questo riposizionamento assumerebbe una nuova valenza rispetto a quella attuale .Attraverso il sostegno dei servizi sul territorio si creerebbe un grande valore aggiunto nella qualità dell’offerta turistica e concretamente darebbe modo di avviare un’alternativa credibile rispetto all’uso dell’automobile . Anche questo un sogno che sempre più turisti attendono si avveri.

Ma spostiamoci su un altro esempio, quello delle accise sui carburanti, tanto prese di mira nella ricerca del consenso politico ma altrettanto poco conosciute nella modalità di attuazione. La Commissione Europea ad es. impone agli Stati membri una quota minima di accise sui carburanti sotto la quale non si può scendere . Motivo del vincolo quello di disincentivare lo sperpero di energia per limitare gli effetti negativi dovuti all’inquinamento. L’accisa europea minima sulla benzina è di € 0,359 , 0,33 per il diesel e 0,125 per il Gpl.

Questa ultima forma di tassazione si pone un fine nobile che sarebbe coerente fosse del tutto onorato se la destinazione del ricavato dell’accisa sui carburanti fosse dirottata a sostenere gli investimenti sul fronte della mobilità pubblica, ossia tutte quelle forme di mobilità sostenibile che disincentivino la mobilità privata.

Quali conclusioni trarre?

Che per finanziare la transizione verso una mobilità e turismo sostenibili non occorre inventarsi nulla. Serve l’intelletto e la volontà si trasformare i proventi di certe entrate correnti in investimenti strategici del medio e lungo periodo. Risorse economiche che si possono rafforzare affiancandoli con sostegni di natura nazionale ed europea.

Il problema di fondo è che dobbiamo fare i conti con una classe politiche dirigenziale che non riesce ad afferrare il significato del termine “ programmazione strategica” di conseguenza del termine “ investimento strategico” Ultimo esempio è l’incapacità di orientare in questo senso le importanti risorse previste in seno al PNRR.

Nella previsione di poter accedere ai finanziamenti europei 2027-2035 per le ferrovie regionali, saremo così stolti da perdere anche questa storica occasione? A fronte di questo fallimento è molto più facile e comodo creare nella credulona pubblica opinione la falsa cultura che l’investimento è un costo mentre nella realtà mantenendo lo status quo si continua a pianificare e istituzionalizzare lo sperpero di grandi risorse pubbliche.

Guardando in casa nostra e con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale autunnale in modo schietto diciamo; Cari signori e signore è giunto il momento di smetterla con i discorso a spot fatti semplicemente per riempire le pagine dei giornali nella ricerca del mero consenso elettorale

Troppe occasioni storiche per finanziare progetto strategici sono andate perse causa l’immobilismo di chi siede in politica. Ai e alle future candidate mandiamo a dire; se non siete convinti o non credete nel ruolo strategico delle ferrovie in Trentino, esistenti o le nuove auspicate, abbiate l’onestà intellettuale e senso del rispetto del bene comune restandovene semplicemente a casa. Abbiate il buon senso di fare un passo indietro e cedete il passo a coloro che trasversalmente hanno la sincera volontà di investire nel cambiamento.

Nel corso di questi ultimi anni Transdolomites ha assunto una posizione di puntuale critica sempre accompagnata da un atteggiamento costruttivo e propositivo. Se però non giungerà un chiaro segnale di svolta sarà nostro impegno iniziare a sollevare i coperchi dalle pentole a fare alzare il vento . A qual punto Vaia sarà stata una brezza rispetto alla voce che inizieremo ad alzare e ce ne sarà per tanti.

 

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Massimo Girardi

Presidente di Transdolomites

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