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MARCHIORI (PATT) * CULTURA: « L’UNIVERSITÀ DI TRENTO È ESSENZIALE PER LA NOSTRA AUTONOMIA, ABBIAMO PERSO TERRENO RISPETTO AL VICINO SÜDTIROL »

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18.02 - martedì 19 settembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Marchiori (PATT): “Università essenziale per la nostra Autonomia”. Il dibattito che si è aperto con l’intervento del Rettore dell’Università degli Studi di Trento non deve esaurirsi ad un “problema di soldi”, ma deve essere più ambizioso e capace di affrontare, senza pregiudizi, le criticità del nostro sistema provinciale, un sistema che negli ultimi 20 anni ha perso terreno rispetto al vicino Südtirol.

L’istituzione dell’Università ha avuto un ruolo fondamentale nel processo di modernizzazione del Trentino consentendo ad un territorio economicamente ancora arretrato e ad una società statica, com’era il Trentino degli anni Sessanta, di aprirsi al mondo. Nacque da un’iniziativa della Provincia Autonoma che, pur non avendo competenze specifiche in materia, avvalendosi della propria competenza primaria in materia di istituzioni culturali, promosse, nel 1962, l’Istituto trentino di cultura da cui prese poi vita l’Università degli Studi di Trento.

Fin dalle sue origini quindi, il rapporto tra governo dell’Autonomia e Università è sempre stato stretto. Un rapporto che si è ulteriormente rafforzato con la delega sull’Università frutto dell’Accordo di Milano tra Provincia e Stato. L’investimento pubblico, nella nostra Provincia, in questi decenni, in ricerca, alta formazione e innovazione è stato ed è consistente e, in rapporto al Pil, tra i maggiori di tutto il Paese.

È un impegno che va rafforzato per un modello economico sostenibile e proiettato verso il futuro. Ciò premesso va però rilevato che il sistema della ricerca, dell’alta formazione e dell’innovazione trentino è costituito da una pluralità di attori molto articolato e piuttosto frammentato. Si dovranno certamente valorizzare le numerose eccellenze che sono state create in questi anni, mettendo a fattor comune esperienze e buone pratiche. Al tempo stesso gli investimenti promossi, spesso in fasi di finanza pubblica espansiva, vanno governati, razionalizzati e coordinati maggiormente con gli investimenti privati. Vanno strutturati e sistematizzati maggiormente i collegamenti tra il mondo della ricerca e dell’impresa.

Accanto agli investimenti pubblici, dobbiamo quindi sempre più favorire gli investimenti privati, come si è cercato di fare con la recente riforma della legge sugli incentivi alle imprese. Le nostre imprese dovranno infatti scommettere sulla conoscenza e il lavoro di qualità e il compito della Provincia deve essere quello di accompagnarle affinché gli investimenti diventino un’occasione di sviluppo e di crescita per le generazioni future.

Simone Casalini, nel suo editoriale di domenica, ha evidenziato come, nell’ultimo decennio, l’impulso della Provincia si è affievolito. Va però ricordato che si è trattato di una fase complicata della nostra Autonomia, una fase in cui, per la prima volta, le risorse finanziarie sono state minori che in passato. Anche l’Università è stata costretta a “fare meglio con meno”, ma ora dobbiamo tutti valorizzare al meglio le risorse, le vocazioni, le potenzialità, le intelligenze, le esperienze di cui è ricca la comunità trentina.

In questo contesto è sicuramente legittima la richiesta di adeguare il finanziamento provinciale all’Università all’incremento dei costi e alle nuove progettualità promosse, come la scuola di Medicina, e su questo binario andrà promossa, nella prossima legislatura un’ulteriore fase di coordinamento e di sinergie fra Università e Provincia in grado di garantire da un lato le risorse necessarie e, dall’altro, l’apporto quanto più mirato possibile alle esigenze di una società in continua evoluzione e ad un sistema di autogoverno complesso come il nostro.

Ma la sfida dell’efficienza riguarda necessariamente anche l’Università di Trento. Il suo ruolo strategico per lo sviluppo del nostro territorio non va messo in discussione. Come non vanno messi in discussione gli investimenti pubblici per l’innovazione e la ricerca. È venuto però il momento di velocizzare ulteriormente il percorso di riforma, secondo uno schema orientato ad una maggior efficienza del sistema della ricerca, dell’alta formazione e dell’innovazione trentina. Di sicuro, quello che non si può accettare, è ciò che alcune forze politiche vanno ventilando e, cioè, la rinuncia alla delega sull’università. Questa sarebbe una retrocessione dell’Autonomia che farebbe perdere l’intero nostro territorio.

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Simone Marchiori
Segretario politico PATT

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