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MAGISTRATURA DEMOCRATICA * RECLUTAMENTO MAGISTRATI: « 5.000 PROFESSIONISTI POTREBBERO TRANSITARE NEI RUOLI ORDINARI NELL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA »

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16.43 - giovedì 1 febbraio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Ieri, in serata, un’agenzia di stampa ha diffuso la notizia di un progetto del Governo diretto a bandire un concorso straordinario per il reclutamento di magistrati, riservato solo a chi abbia svolto le funzioni di magistrato onorario. Una successiva, timida, smentita, sempre affidata alla stampa, comunica che nessuna bozza è stata esaminata nelle sedi deputate. Trapela, insomma, che la bozza esista. E che esista non sorprende affatto. Basta consultare il sito del Centro Studi Livatino, per rinvenire un autorevole intervento del 25 maggio 2022 dell’attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, On.le Alfredo Mantovano, in cui, nel contesto di un’articolata riflessione sul concorso di accesso alla magistratura e sull’organico, si legge, fra l’altro, che: “L’emergenza dovrebbe suggerire soluzioni coerenti: alcune di immediata realizzazione, altre di medio e lungo termine. Quanto alle prime, soprattutto dopo la sentenza della Corte costituzionale n. 42/2021, che ha posto limiti all’utilizzo dei magistrati onorari in grado di appello …, è ancora più urgente domandarsi perché non attingere al loro interno: perché, cioè, non puntare al progressivo assorbimento dei giudici onorari nella magistratura ordinaria, facendolo coincidere con un congruo aumento dell’organico.

Si tratta di circa 5.000 professionisti impiegati quasi a tempo pieno nell’amministrazione della Giustizia, che hanno maturato qualche anno di esperienza, e per questo – se non tutti e tutti insieme – ben potrebbero transitare nei ruoli ordinari. Si potrebbe optare fra quote loro riservate nell’ambito di concorsi ordinari, ovvero – e in modo più netto – un concorso per titoli loro dedicato, da svolgere rapidamente. Chi obietti sulla adeguatezza di tale soluzione per un verso non considera le forti competenze accumulate da non pochi di loro, per altro verso non spiega perché – se si nutrono tali riserve – si permette loro di amministrare larghi settori della giustizia civile e penale, e infine ignora quanto si sia abbassato il profilo medio dei magistrati ordinari. Va vinta la resistenza dell’Anm alla ‘contaminazione’: ma non dovrebbe essere difficile, vista la credibilità non eccellente di cui l’Associazione oggi gode”.

Non sembra, allora, una bozza, ma un progetto ancora più strutturato, di cui si fatica a capire la necessità (essendo stati banditi già tre concorsi ordinari per il prossimo futuro), che appare ispirato ad un’ottica aziendalistica, di mera produttività e non di servizio, e che ha l’obiettivo di minare la disciplina costituzionale dell’accesso alla magistratura, fondato sull’apertura a tutti i cittadini, e non a pochi (o a pochi eletti), e sulla base di un pubblico concorso per esami, e non per titoli. La magistratura trova larga parte della sua legittimazione istituzionale proprio nell’accesso al ruolo ordinario da parte di ognuno che ne abbia merito e all’esito di un concorso serio, e difficile.

Md riconosce alla magistratura onoraria un ruolo essenziale nel quotidiano esercizio della giurisdizione e si è sempre spesa, in linea con i pronunciamenti della Cgue, per il riconoscimento di ogni forma di tutela dei diritti (economici e non) di chi è protagonista, con i magistrati ordinari, ogni giorno, nelle aule di giustizia. Se, in passato, si è sottovalutato il problema di una vera e propria forma di precariato nel mondo della giustizia, pare che, finalmente, si stia ponendo mano ad un progetto organico sulla magistratura onoraria. Non vorremmo, però, che, il giusto disegno di risistemazione della magistratura onoraria divenga, surrettiziamente, mediante questo ulteriore, e diverso, strumento, l’occasione per realizzare, attraverso un’innaturale torsione del sistema di accesso alla magistratura, in spregio alle norme costituzionali degli art. 97 e 106, un ulteriore percorso di delegittimazione della magistratura.

L’Anm si è già espressa, in occasione dell’ultimo Cdc, sebbene a maggioranza, sul complessivo disegno che sembra in atto per minare l’assetto costituzionale della magistratura e siamo certi che proseguirà nel suo continuo impegno di difesa di quell’assetto. Siamo anche certi che lo farà in maniera unitaria, avendo il sostegno di Md, e che rifuggirà inutili corse in avanti, o ricerche di visibilità, da parte di alcuni, specie di chi chiede di essere ricevuto dal Ministro uti singulus.

 

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L’Esecutivo di Magistratura democratica

 

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