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FENALT * APSP: MOSER, « AUMENTARE LE RETTE È SOLO SOLUZIONE TAMPONE, NECESSARIO PROCEDERE A RIORGANIZZAZIONE SETTORE »

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12.31 - lunedì 12 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Aumentare le rette delle Case di Riposo è solo una soluzione tampone .RIORGANIZZARE LE APSP PER GARANTIRNE LA SOSTENIBILITA’ ECONOMICA. Da anni Fenalt chiede una razionalizzazione dei costi di gestione amministrativa.

Fenalt offre alcuni spunti di riflessione al dibattito sul fabbisogno finanziario delle Apsp, spunti che abbiamo proposto più volte negli ultimi 15 anni agli Assessori che si sono succeduti, inascoltati, e che ora diventano di evidente attualità. Non possiamo passare sotto silenzio le parole dell’attuale presidente di UPIPA, Michela Chiogna, che, sulla stampa, per giustificare la richiesta di aumento delle rette nelle Case di Riposo, invoca i crescenti costi fissi legati al personale, che consentirebbero ridotti margini di efficientamento. Come sindacato che vanta una lunga esperienza nel campo delle APSP, ci permettiamo di far notare che, anziché risparmiare sui costi funzionali alla qualità del servizio, come quelli del personale, sarebbe il caso di riconoscere e ridurre i costi improduttivi.

A tal proposito ci chiediamo quali siano le ragioni della sproporzione che si registra fra i costi di direttori e presidenti, ad esempio: l’APSP “Don G. Cumer” di Vallarsa ha 35 posti letto e un direttore che nel 2019 costava circa 58.000 euro, oltre al quale va considerato il presidente che percepisce il 40% dello stipendio del direttore, circa 20.000 euro, per un totale di circa 80.000 euro, cioè un costo per posto letto di circa 2.300 euro. La Civica di Trento ha 310 posti letto e un direttore con uno stipendio di circa 70.000 euro con un presidente che riceve il 40% dello stipendio del direttore, circa 28.000, per un totale di circa 100.000 euro, cioè 320 euro a posto letto.

Come è possibile che il costo annuo per posto letto di un direttore e di un presidente vari fra i 320 e i 2.300 euro l’anno?

Come mai ci sono Apsp che condividono il direttore e altre no? Fra direttori e presidenti complessivamente si può stimare una spesa di circa 5 milioni l’anno. Si consideri che anche UPIPA ha un costo, che andrebbe razionalizzato e che è sostenuto dalle Case di Riposo.

Se vogliamo aumentare la retta agli ospiti, prima bisognerebbe anche chiedersi perché la forbice tra una casa di riposo e l’altra vari da 44 euro al giorno ai 52,5 euro, cioè il 20% di differenza. In altre parole in una Casa di Riposo l’ospite può spendere fino a 3000 euro all’anno in più rispetto ad un’altra. Ciò significa che ci sono margini di ottimizzazione della gestione ancora estremamente ampi, in particolare nel campo della condivisione dei servizi fra strutture, e su questo la ex Presidente Parolari ha ragione, anche se forse lo ha capito tardi.

Per garantire maggiore equità, vale la pena chiedersi anche perché non venga calcolato un indicatore patrimoniale per calibrare le rette degli ospiti. E’ corretto che chi riceve 600 euro di pensione paghi come chi ne riceve 2.000 o più?

Anche la tipologia di pazienti accuditi può far variare ampiamente la spesa. Un giovane cinquantenne con problemi comportamentali richiede un’assistenza costosa. La Casa di Riposo non deve più essere la soluzione per patologie incompatibili con il soggiorno degli anziani: devono entrare in gioco meccanismi di assistenza diversi e mirati.

Come Fenalt crediamo che un nuovo modello organizzativo che recuperi il senso originario della mission delle APSP sia anche la garanzia della loro sostenibilità economica, senza attingere ulteriormente a soldi pubblici o a quelli degli utenti. Il rischio maggiore oggi è che si chiedano più soldi con meno assistenza vista la carenza cronica di infermieri e OSS che si traduce in un minor servizio e a volte anche in un servizio meno qualificato. Per questo è necessario procedere ad una riorganizzazione complessiva del settore, e per farlo è indispensabile anche un dialogo serio con il Sindacato: il dibattito tardivo di oggi lo dimostra ampiamente.

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Roberto Moser

Vice segretario generale Fenalt

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