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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * LAVORI AULA – MATTINATA: « SOSPESO L’ESAME DELLA MOZIONE LEGA SUL RAPPORTO SCUOLA-FAMIGLIA, PER RIVEDERE IL TESTO »

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14.24 - mercoledì 6 ottobre 2021

Respinto in aula il ddl del Pd per una profilazione genetica dei cani d’affezione che permetta di risalire sempre ai proprietari. Sospeso, su sollecitazione delle minoranze, l’esame della mozione della Lega sul rapporto scuola-famiglia per rivedere il testo. Nel primo pomeriggio il voto sulla mozione del Pd dedicata ad alpeggio, malghe e pascoli.

Questa mattina il Consiglio provinciale ha discusso e respinto in aula il disegno di legge 42 proposto dal Pd per la profilazione genetica dei cani d’affezione, e ha iniziato la discussione di due proposte di mozione: la prima della Lega dedicata al rapporto scuola-famiglia, sospesa e da concludere più tardi per correggere il testo come richiesto dalle minoranze; la seconda del Pd sulla gestione di malghe e pascoli, da concludere con il voto nel pomeriggio. I lavori riprendono alle 15.00.

NO AL DDL 42 PROPOSTO DAL PD SULL’ANAGRAFE CANINA.

Il testo del provvedimento proposto da un consigliere del Pd, respinto con 16 voti contrari, 12 a favore e 2 di astensione dei consiglieri di Onda Civica e Forza Italia, mirava ad integrare un articolo della legge provinciale sugli animali d’affezione del 2021, stabilendo che a partire dal 1 gennaio 2023 siano registrati anche i dati relativi al profilo genetico dei cani. “I costi – si legge nell’unica norma del ddl – sono a carico del proprietario o del detentore” del cane. “Per i cani che alla data del 1 gennaio 2023 sono già iscritti all’anagrafe canina, la registrazione dei dati relativi al profilo genetico avviene entro il 31 dicembre 2024. Le modalità di raccolta e di gestione dei dati relativi al profilo genetico sono stabilite dal regolamento di esecuzione”.

 

Il provvedimento mira semplicemente a profilare geneticamente i cani d’affezione.

Illustrando il ddl, il consigliere da cui è stato proposto ha sottolineato come questo testo non sia ideologicamente divisivo. Il testo – ha spiegato – mira ira semplicemente a profilare i cani d’affezione con una mappatura genetica poco costosa (qualche decina di euro). Questo consente di rintracciare i cani dispersi e di sanzionare i padroni che non si curano della pulizia e del decoro delle città rimuovendo dal suolo pubblico gli escrementi dei loro animali. Il ddl affida la Giunta le modalità per procedere in questo senso, come è stato fatto in provincia di Bolzano. Basta che l’esecutivo con una convenzione preveda che anche la provincia di Trento si avvalga della banca dati altoatesina. Il consigliere ha ricordato l’orientamento favorevole espresso sul ddl dal Consiglio delle autonomie locali e che non sono certo troppo onerosi per la Provincia i 100.000 euro da lui proposti per creare un’anagrafe canina provinciale. A suo avviso quindi il no della Giunta a questo provvedimento non si spiega neanche con la motivazione di lasciare ai singoli Comuni la gestione dei cani che vengono portati dai padroni anche fuori dal territorio in cui risiedono. Se invece il diniego è a prescindere per il proponente non resta che rammaricarsene. Per questo la consigliera ha auspicato un accordo che permetta l’approvazione del ddl.

 

Il Patt: i Comuni del Trentino avrebbero bisogno di un’anagrafe canina.

La capogruppo del Patt ha confessato di non aver compreso inizialmente la ratio di questo ddl, salvo poi rendersi conto che questa misura risponderebbe a un’esigenza dei Comuni del Trentino che tentanto di autotutelarsi con una norma. Ma molto più efficace sarebbe una legge provinciale istitutiva di una banca dati che permetterebbe di disciplinare i comportamenti dei cittadini trentini possessori di cani d’affezione.

Europa verde: provvedimento necessario per i troppi cani abbandonati ogni anno.

Anche l’esponente di Europa verde nel gruppo misto ha espresso condivisione sul ddl soprattutto per contrastare l’abbandono dei cani d’affezione e renderne possibile la rintracciabilità. Ogni anno vengono abbandonati in Italia 100.000 cani: un numero enorme tale a suo avviso da rendere importante che il Trentino si doti di un’anagrafe genetica di questi animali. Occorre per la consigliera intensificare l’educazione delle persone nel trattare i cani.

 

Futura: la Giunta dovrebbe dire sì al ddl per i valori di sicurezza e decoro urbano.

Anche il consigliere di Futura si è pronunciato a favore del ddl che, al di là dell’apparenza, non è affatto banale nel proporre la tracciabilità dei cani. C’è il problema dello smarrimento, dell’aggressione e della mancata rimozione delle deiezioni canine. Non si capisce a suo avviso il no della Giunta visto anche il parere favorevole del Cal. I valori della a sicurezza e il decoro urbano di cui la maggioranza si è riempita la bocca in campagna elettorale, sono in gioco in questo ddl. Sorge il dubbio che siano stati ancora una volta i tecnici a giudicare complicato e a suggerire ai politici di stoppare il provvedimento. O forse il motivo è che è proposto da sinistra.

 

Trentino in Azione: tema né di destra né di sinistra, per cui il ddl va approvato.

Il rappresentante di Trentino in Azione ha manifestato stupore chiedendo come si possa bocciare una misura del genere, anche considerato il fatto che a Bolzano stanno già operando in questa direzione. Appare a suo avviso incredibile che la Giunta non possa o sappia dire all’Apss di spendere 100.000 euro per attuare un’iniziativa del genere. “Le cacche dei cani o l’abbandono di un povero cane non sono questioni né di destra né di sinistra”, ha osservato. Inoltre il provvedimento entrerebbe in vigore nel gennaio 2023 e quindi ci sarebbero un anno e due mesi di tempo per attuare questa norma.

 

UpT: sì al ddl perché risponde a un’esigenza sentita nei Comuni.

Il consigliere dell’UpT ha detto di condividere il ddl ricordando che nei consigli comunali si affrontano almeno una volta all’anno i problemi legati al controllo dei cani d’affezione rispetto al decoro urbano, all’abbandono di questi animali e alla sicurezza.

 

Lega: testo da approvare per intensificare i controlli.

La capogruppo della Lega ha citato la relazione di maggioranza che riporta i pareri negativi emersi dalle audizioni in Commissione e ricordato che l’anagrafe canina già esiste e che i microchip permettono di identificare i proprietari. Occorre semmai intensificare i controlli perché i cani non arrechino danni all’arredo urbano o alle persone sanzionando i proprietari. Bisognerebbe per la consigliere prestare piuttosto attenzione al mercato illecito di questi animali che per questo spesso non sono registrati. Non c’è quindi nessuna preclusione ideologica su questo ddl, dunque, ma solo la presa d’atto delle numerose criticità evidenziate nelle audizioni.

 

M5S: un gran numero di trentini preferisce avere un cane.

L’esponente del M5S nel gruppo misto ha segnalato il dato statistico che rivela come un grandissimo numero di famiglie trentine scelga di avere un cane anziché un figlio. Occorre quindi prendere atto delle enormi dimensioni di questo fenomeno e intervenire anche con un disegno di legge come questo.

 

Onda Civica: no al ddl perché colpirebbe la maggioranza corretta dei proprietari.

L’esponente di Onda Civica ha detto di non condividere lo strumento di un ddl che è figlio di un modo di educare in base al quale per colpire un trasgressore si puniscono anche tutti quelli che invece si comportano bene. Chi non rispetta le regole di comportamento nella geestione dei loro cani è una maggioranza esigua. Il problema sta quindi nell’incapacità di controllare i pochi proprietari di cani che si comportano male. Occorre che chi ha il compito di far rispettare le norme le faccia effettivamente rispettare, ma non si colpisca chi si comporta in modo corretto.

 

L’assessora: il no al ddl è emerso dalle audizioni ed è dovuto alle spese elevate.

L’assessora al welfare e alla salute ha precisato che per i cani che mordono le persone ci sono già i microchip e che contro chi non raccoglie gli escrementi è possibile anche oggi risalire ai proprietari. La Giunta – ha proseguito – non respinge questo ddl per motivi ideologici ma perché la commissione provinciale che si occupa di animali d’affezione e alla quale partecipa anche il Cal, ha evidenziato che su questo tema si dovrebbero affrontare altre problematiche di cui il ddl non tratta. Inoltre il ddl prefigura costi elevati a carico della Provincia perché oltre ai 100-120.000 euro previsti per la creazione di una banca dati ad hoc, che non risulterebbe sovrapponibile con quella già esistente, implicherebbe anche altre spese, ad esempio per l’analisi dei campioni genetici.

 

Il primo firmatario: i proprietari dei cani condividerebbero questa legge.

Il proponente ha osservato che gli argomenti esposti dall’assessore confermano la tesi che sono stati gli uffici a dire no a questo ddl. Ma le questioni tecniche sollevate dai funzionari dei vari servizi non dovrebbero essere anteposte alla volontà di perseguire un obiettivo politico, che in questo caso prevede il potenziamento degli strumenti di controllo per l’identificazione dei cani d’affezione. Con la legge proposta in un Comune basterebbero due controlli per individuare i proprietari dei cani che sporcano il suolo pubblico. Rispetto ai pareri raccolti dalla Commissione, ovvio che siano emerso delle criticità, come nel caso del costo di 28 euro che graverebbero sul proprietario. Il fatto che un cane da identificare per un morso abbia già un microchip non permette di risalire al proprietario se l’animale poi scappa. Il consigliere ha concluso esprimendo la convinzione che il 90% dei proprietari dei cani d’affezione sarebbe favorevoli a questo ddl, mentre non lo sarebbero i proprietari dei cani che sporcano.

 

Le dichiarazioni di voto.

Nelle dichiarazioni di voto, la capogruppo del Patt ha replicato alle dichiarazioni della consigliera della Lega che ha giustificato il no al ddl per le critiche emerse dalle audizioni in Commissione, come se a decidere non dovesse essere chi governa.

L’esponente di Futura ha stigmatizzato il peso dato dalla Giunta e dalla maggioranza alle audizioni perché con la stessa logica l’esecutivo dovrebbe rinunciare al progetto della Valdastico. Il ddl avrebbe una funzione di deterrente nei confronti dei proprietari maleducati, prevedendo di punirli con una multa che non raccoglie le deiezioni del suo cane. Quanto al costo, i 20 euro a carico dei proprietari sarebbero sostenuti volentieri da chi gestisce i loro cani in modo corretto.

Il consigliere di Trentino in Azione ha ribadito che il motivo politico per cui questa legge non passerà non è stato rivelato. E ha raccomandato comunque alla Giunta di sensibilizzare i proprietari dei cani perché raccolgano le deiezioni dei loro animali e si assumano la responsabilità della pulizia delle strade.

 

 

SLITTA IN CODA AI LAVORI L’ESAME DELLA MOZIONE 346 PROPOSTA DALLA LEGA PER LA CERTIFICAZIONE “SCUOLA AMICA DELLA FAMIGLIA”, MODIFICATA CON UN EMENDAMENTO DELL’ASSESSORE.

Il dispositivo della mozione proposta da un consigliere della Lega, impegna la Giunta in due direzioni, il primo dei quali interamente sostituito con un emendamento concordato con l’assessore all’istruzione: 1. ad incaricare l’Agenzia della famiglia affinché si attivi in sinergia con la Sovrintendente scolastica e il Dipartimento istruzione della Provincia ad elaborare un percorso di certificazione con un riconoscimento specifico alle istituzioni scolastiche che si adoperano per offrire un servizio scolastico libero da fenomeni di bullismo e cyberbullismo. 2. a prevedere, nell’ambito di tale certificazione, percorsi formativi per genitori, insegnanti e ragazzi e la realizzazione di eventi o convegni, studi e ricerche e la partecipazione a concorsi, bandi o iniziative del territorio di appartenenza.

 

Pd: ignorati gli organismi esistenti già dedicati a questo tema.

La capogruppo del Pd ha osservato che il testo dell’emendamento concordato dal proponente con l’assessore e che sostituisce interamente il precedente dispositivo, non c’entra assolutamente nulla con il tema delle scuole amiche della famiglia originariamente oggetto della mozione. Il testo ignora del tutto gli organismi già esistenti quali le consulte per il rapporto scuola-famiglia e che hanno solo bisogno di essere maggiormente valorizzati. Il tema è importante ma è condivisibile solo se l’intenzione è sostenere con ulteriori risorse le istituzioni scolastiche già impegnate nella battaglia al bullismo e al cyberbullismo.

 

Europa Verde: no a un marchio che discrimina le scuole.

La consigliera di Europa Verde nel gruppo misto ha ricordato che vi sono già strumenti di interazione scuola-famiglia, a partire dagli organi collegiali previsti dai decreti delegati degli anni ‘70, per non citare le consulte, i rappresentanti di istituto, il consiglio dell’educazione (ex consiglio scolastico provinciale). Sbagliato a suo avviso voler “marchiare” una scuola perché amica della famiglia, discriminando così le altre come se se ne disinteressassero. Si dovrebbe piuttosto valorizzare quel che già c’è.

 

Futura: oggi l’attenzione primaria va accordata alla scuola, non alla famiglia.

Anche l’esponente di Futura ha giudicato poco chiara e ideologica questa mozione perché dovrebbero essere le famiglie a dimostrarsi amiche della scuola che già aiuta a crescere i figli, senza bisogno di un marchio che certifichi questo impegno educativo. Inoltre secondo il consigliere all’origine dei problemi di bullismo ci sono proprio certe famiglie e non la scuola.

 

Onda Civica: di fatto con l’emendamento l’assessore ha bocciato la mozione.

Il rappresentante di Onda Civica ha osservato che questa mozione, il cui testo originario proponeva una certificazione per le scuole amiche della famiglia, è stata di fatto bocciata dall’assessore all’istruzione con l’emendamento sostitutivo, che orienta l’impegno della Giunta verso il contrasto ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Impegno, quest’ultimo, già ampiamente previsto dalle normative provinciali esistenti. Ha quindi suggerito di stralciare la premessa che non c’entra più nulla con il dispositivo di cui potrebbe restare solo il secondo punto.

 

Trentino in Azione: mozione poco seria.

L’esponente di Trentino in Azione ha giudicato poco seria questa mozione perché nella premessa dice cose completamente diverse dal dispositivo. E ha chiesto al presidente del Consiglio se ritiene ammissibile o meno un testo del genere. Visto che si vuole fare della famiglia una bandiera – ha suggerito – approfittiamone per indicare con questa mozione un modello da seguire, come il distretto famiglia del Comune di Trento.

 

M5Stelle: valorizzare le scuole già impegnate contro il bullismo.

Anche il consigliere pentastellato del gruppo misto ha suggerito di cogliere l’opportunità dell’emendamento al dispositivo per arricchire la proposta di mozione valorizzando l’esempio delle scuole del Trentino che hanno già adottato valide misure antibullismo.

 

L’assessore: la mozione sostiene le scuole che vogliono portare avanti un percorso.

L’assessore all’istruzione ha premesso che già oggi la scuola è amica della famiglia. Tuttavia è a suo avviso opportuno promuovere l’esperienza che alcune scuole stanno portando avanti su questo tema perché diventi un patrimonio diffuso. Per questo l’emendamento vuole valorizzare le scuole che desiderano portare avanti un percorso di certificazione orientato in tal senso. Non un marchio distintivo, quindi, ma lo sforzo per implementare le esperienze dirette a sviluppare l’amicizia scuola-famiglia.

 

Le minoranze suggeriscono ed ottengono di sospendere l’esame della mozione per migliorarne e riproporre il testo in coda ai lavori consiliare.

Per la capogruppo del Pd, considerata la quasi inammissibilità della mozione ha chiesto al proponente la disponibilità a ricedere e a ripresentare il testo in un altro momento. L’esponente di Trentino in Azione ha rinnovato al presidente la richiesta di chiarire se la mozione riformulata con l’assessore sia ammissibile o meno. La consigliera di Europa verde nel misto ha chiesto, in alternativa, di poter almeno votare la mozione per parti separate. L’esponente di Onda Civica ha ribadito che il titolo stesso della mozione non c’entra con la riformulazione del dispositivo. Il proponente alla fine ha accolto il suggerimento del rappresentante del M5S di sospendere la discussione e far slittare la mozione in coda ai lavori.

 

VOTO NEL POMERIGGIO PER LA MOZIONE DEL PD SULLA TUTELA DELLE AZIENDE ZOOTECNICHE TRADIZIONALI NELL’ACCESSO AI BANDI PER MALGHE E PASCOLI.

Il dispositivo della mozione 395, che mira alla tutela delle malghe proposta dal Pd, sostituito con un emendamento firmato anche con l’assessora all’agricoltura, impegna la Giunta a continuare nel percorso di dialogo con il Consorzio dei Comuni, le amministrazioni locali interessate, le Asuc, le Comunità delle Regole, i sindacati agricoli, la Federazione allevatori trentini, rappresentanti di categoria e tutte le altre realtà interessate, affinché gli strumenti ad oggi presenti possano avere ampia attuazione per la corretta gestione delle malghe e dei pascoli presenti nel territorio provinciale, trovando se necessario nuove procedure e azioni concrete.

 

L’assessora: occorre l’impegno di tutti per evitare speculazioni.

L’assessora competente ha ringraziato il consigliere per aver accettato l’emendamento proposto dalla Giunta e ha ringraziato gli allevatori della Val Rendena per l’incontro dedicato a questo tema per evitare che si verifichino casi di speculazione. L’auspicio è che con un accordo questi fenomeni anche di speculazione autoctona siano evitati. L’ultima delibera con cui la Giunta ha definito dei criteri per il rispetto dei disciplinari in modo da tutelare l’attività dell’alpeggio e le pratiche connesse sul nostro territorio. Il percorso indicato non sarà breve ma con la crescita anche culturale del mondo degli allevatori si potranno evitare certe pratiche illecite.

 

La Civica: tutelare l’allevamento tradizionale.

La rappresentante de La Civica ha apprezzato la mozione in quanto è necessario tutelare il territorio dalle conseguenze disastrose di un presidio inadeguato di malghe e pascoli affidati a soggetti mossi da altri interessi. Va rafforzata a suo avviso la conoscenza degli strumenti giuridici esistenti per procedere con bandi corretti alla tutela di malghe e pascoli salvaguardando le aziende locali impegnate nel settore dell’allevamento. L’allevamento trentino deve basarsi non sull’allevamento intensivo ma su stalle piccole e con pochi capi gestiti con modalità tradizionali. L’intervento della Provincia va orientato alla salvaguardia di questo modello.

 

Patt: la Provincia si muova per non perdere i fondi europei.

Un esponente del Patt ha ricordato che dietro questi argomenti (affitto delle malghe e dei pascoli) si nascondono spesso interessi economici e speculazioni inconfessabili. La situazione della zootecnia trentina soddisfa gli allevatori in funzione dei titoli posseduti, dei premi e dei contributi. Finché sugli scaffali al posto del latte trentino vi sarà il latte austriaco a prezzi molto più bassi, il problema rimarrà. Il metodo normalmente seguito è quello di competere nelle gare con l’offerta economicamente più vantaggiosa. Se si interviene sui prezzi delle malghe si interviene sulla marginalità aziendale. Se la Provincia non si muove per ottenere i fondi europei finalizzati alla gestione e la custodia di questo partrimonio, quelle risorse restano a Bruxelles e vengono destinati ad altri Paesi. Il consigliere ha invitato quindi a non parlare di mafia delle malghe e a promuovere una cultura della legalità per non perdere questi fondi europei.

 

M5S: manca una rappresentanza delle Asuc nelle sedi istituzionali.

Il consigliere del M5S ha sottolineato per la tutela dell’allevamento quanto si importante il ruolo delle Asuc, ricordando che la superficie del territorio provinciale è al 50% degli usi civici. Il problema è che le Asuc non hanno la possibilità di far sentire la loro voce per far valere i loro diritti nelle sedi istituzionali competenti. Secondo il consigliere invece dovrebbero poterlo fare con un’adeguata rappresentanza al pari dei Comuni, che hanno invece gli strumenti per poter far sentire la loro voci attraverso il Cal. Servirebbero quindi a suo avviso degli Stati generali degli usi civici.

I lavori riprenderanno alle 15 con la replica del proponente.

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