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COMUNE FOLGARIA (TN) * MALGA ZONTA – ANNIVERSARIO ECCIDIO NAZIFASCISTA: SINDACO RECH, « MEMORIA E DEMOCRAZIA, DUE VALORI INSCINDIBILI »

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17.29 - martedì 15 agosto 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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A tutti voi il buongiorno e ancora il benvenuto a Folgaria, ben ritrovati anche quest’anno a Malga Zonta. A nome dell’Amministrazione Comunale il saluto a tutti voi, alle autorità presenti, ai colleghi Sindaci che vedo numerosi, alle rappresentanze delle associazioni, dei comitati dell’Anpi, alle forze dell’ordine e di protezione civile. Un saluto cordiale al Presidente delle Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che ringrazio di essere con noi oggi per la prima volta a riprova dell’importanza di questo appuntamento.

Un sentito e speciale benvenuto ai rappresentanti dell’Associazione famigliari vittime di Sant’Anna di Stazzema, Comunità con la quale condividiamo una data terribile e l’anniversario di un crimine che a Sant’Anna, fu particolarmente ignobile e disumano. Un sentito grazie, infine, a Don Maurizio Mazzetto per la celebrazione della messa che seguirà. È il quinto anno che intervengo a Malga Zonta in rappresentanza della Magnifica Comunità di Folgaria e in tutta sincerità ancora, vi assicuro, non riesco ad abituarmi alla tensione che questo impegno genera in me. Una sorta di inquietudine crescente a mano a mano che si avvicina l’anniversario. Chiedo a me stesso, sarò all’altezza, saremo all’altezza? All’altezza di cosa poi.
All’altezza di quei giovani, di quegli ideali, di quella fede cieca nel futuro avvenire e in particolare nell’affermazione della democrazia. Direi soprattutto all’altezza di quella pace conquistata e costruita con tutte le loro forze. Ecco mi chiedo siamo all’altezza oggi di quella lapide e di tutte le lapidi, presentandoci con una situazione come quella contemporanea.

È sufficiente aprire un giornale qualsiasi di un giorno qualsiasi per farsi un’idea di quanto accenno: la guerra in Ucraina e tutti i conflitti che interessano vaste aree del mondo, le disuguaglianze e i morti in mare lasciati al loro destino anche dalle nazioni più avanzate, il nazionalismo pulsante che sfocia in pericoloso razzismo. Un contesto che sorprenderebbe molto io credo i nostri padri costituenti o forse non li sorprenderebbe affatto poiché le debolezze di oggi sono più o meno le stesse di allora, magari più nascoste, dormienti, ma di fatto le stesse. Certo abbiamo maturato più anticorpi, ma credetemi, non siamo immuni e forse non lo saremo mai. Ha ragione Cossali quando afferma nel suo editoriale che “la società non è mai definitivamente sicura”. I fatti di cronaca recente hanno sconvolto il nostro Trentino con due ravvicinati e tremendi episodi di femminicidio. Una piaga della quale si ha coscienza da lungo tempo e che conferma purtroppo esistere ancora una diffusa sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale e purtroppo un impianto normativo inefficace e incapace di impedire. Morti ingiuste, abominevoli, talmente senza senso da togliere il fiato. Ma non le parole, purtroppo. Si è detto molto e troppo.

Perché di fronte a tanta crudeltà, sfocia, si gonfia, si rafforza, uno stato di diffidenza verso gli altri a maggior ragione se di cultura, nazionalità o religione differenti dalla locale prevalenza. E sono proprio questi i momenti dove le donne e gli uomini che rappresentano le istituzioni e la politica, sono chiamati ad esercitare un ruolo di faro guida, di cerniera, di serietà e analisi oggettiva, rimanendo al loro posto e facendosi garanti dei valori per i quali questi giovani hanno combattuto e sono morti. Gli amministratori, i politici, dispongono di informazioni e di analisi di contesto complessivo che i cittadini non possono avere. Strumenti che devono essere utilizzati per promuovere una comunicazione sana, efficace, vera.
Non di certo per avvantaggiarsi politicamente ma per fare in modo che da queste tragedie ne esca una società più sicura e i conseguenti provvedimenti. E allora non né questione di destra o sinistra, né di colori, ma di condividere e pretendere un perimetro oltre al quale qualsiasi uomo o donna che rappresenta le istituzioni non deve andare. E allora quali parole potrebbero oggi aiutarci a rinnovare l’impegno in questa nostra annuale cerimonia. Secondo me due, ancora una volta: Memoria e Democrazia. Direte: sono sempre le solite parole, concetti scontati.
Ed è purtroppo vero. Lo sono diventate nell’uso corrente.

Ma siamo sicuri che siano ancora parole vissute, unanimemente condivise, amate, trasmesse con impegno ed efficacia tra le generazioni?
Mi faceva riflettere qualche settimana fa in Comune, un cittadino per avvalorare una sua richiesta, mi ha riferito che la sua famiglia è rimasta a Folgaria “resistendo”. Ho chiesto cosa intendesse per “resistendo” quando Folgaria è una nota località turistica con alti indicatori sociali ed economici. Si riferiva alla disparità di servizi della montagna rispetto al fondo valle e alle città. Ma se resistere nel vocabolario dell’oggi significa sopportare una connessione internet meno veloce, un programma del cinema ridotto e i negozi che ancora chiudono la domenica, credo condividerete con me, che parlare di Memoria e pensare che passi automaticamente quell’insieme di valori irrinunciabili che appartengono al patrimonio della Resistenza con la R maiuscola, commettiamo un errore. “Memoria” non può essere cosa che appartiene solo ad una ristretta cerchia di appassionati o intellettuali oppure materia che spetti solo ai nostri, pur apprezzati e fondamentali, musei.

La Memoria vive e continuerà a vivere solo se in simbiosi con la Comunità. E si conserva nella verità e nella lealtà verso la Storia. Certo, una lealtà che non deve diventare ragione di faziosità ma neppure può declinare nella rimozione dei fatti e delle loro origini. Fare Memoria a Malga Zonta, della Resistenza, della lotta per la liberazione dal regime fascista e da ogni regime, non vuol dire richiamare genericamente un periodo drammatico e difficile della nostra Storia locale, nazionale ed europea. Vuol dire invece ricordare chi era dalla parte giusta e chi no; onorare chi ha avuto il coraggio di non piegarsi anche a costo della vita; non dimenticare chi invece decise di stare con un potere violento e liberticida. Oggi, in Italia, possiamo celebrare il 2 giugno, la festa della nostra Repubblica Democratica e possiamo ritrovare in essa la ragione della nostra unità di popolo.

Ma il 2 giugno non ci sarebbe stato senza il 25 Aprile. La Repubblica non ci sarebbe stata senza la Resistenza e la lotta per la liberazione dal fascismo.
Giusto e doveroso guardare avanti e non rimanere prigionieri del passato. Ma guai ad assimilare piano piano dentro di noi i revisionismi storici che confondono chi soffrì e morì per la Libertà di tutti e chi invece sostenne o accettò la tirannia.
E permettetemi di dire senza alcun indugio o fraintendimento, che nelle istituzioni della nostra Repubblica non c’è e non deve esserci alcuno spazio per simpatizzanti ufficiali o ufficiosi di quei poteri totalitari.

Lo stesso rigore richiede la seconda parola che voglio richiamare: “Democrazia”. Questo bene prezioso, che abbiamo ricevuto in dono dai nostri padri e nonni, non può diventare un rito stanco; vuoto di valore comunitario; giocato da tifoserie sempre più ristrette a sostegno di nuovi e vecchi leader mediatici che appaiono e scompaiono come stelle cadenti. Non era questa la qualità della Democrazia per la quale l’Italia migliore ha lottato e sofferto.
Essere anche quest’anno qui a Malga Zonta deve dunque dignificare per tutti noi un impegno a riempire di partecipazione, passione civile, tensione ideale la nostra Democrazia. A proteggerla dai rischi di “svuotamento di senso” e dalle tendenze sempre più individualistiche che le fanno perdere il valore comunitario e di liberazione sociale.

Memoria e Democrazia, quindi. Due valori inscindibili che richiedono, oggi più che mai, spirito critico, responsabilità, libertà interiore e attitudine solidale. Dovremmo sentire questi obblighi soprattutto noi trentini: essere artefici di una “Comunità Autonoma” non dà luogo solo a diritti, ma principalmente a doveri. I doveri di una esigente responsabilità e di una libertà vissuta con dignità e “schiena dritta” di fronte ad ogni potere e ad ogni difficoltà. Viva Malga Zonta, Buon Ferragosto.

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Michael Rech

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