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COMITATO RETE CITTADINI * BYPASS FERROVIARIO TRENTO: “ IL PROGETTO DI CIRCONVALLAZIONE È FALLITO E VA FERMATO, ERA TUTTO PREVEDIBILE “ APPRENDIAMO DA

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15.10 - sabato 23 settembre 2023

Comunicato Rete dei Cittadini – 23 settembre 2023

Il progetto di circonvallazione è fallito e va fermato. Era tutto prevedibile.

 

Apprendiamo da notizie di stampa (il T, 23 settembre 2023) che il progetto di circonvallazione merci sarebbe irrealizzabile e che sarebbero allo studio due alternative progettuali. La zona a nord dello scalo Filzi sarebbe, secondo le analisi effettuate da RFI e da APPA – mai pubblicate – inquinata da idrocarburi e incompatibile con il progetto originario.

Con sconcerto rileviamo che lo scenario peggiore è del tutto fondato. Decine di denunce, inascoltate dalle istituzioni locali, trovano ora piena conferma. Tutti i comitati cittadini hanno sempre sostenuto che l’attraversamento delle aree di Trento Nord determinasse un rischio gravissimo. La decisione delle autorità locali e di RFI di sostenere un progetto complesso nei tempi irrealistici previsti dal PNRR poteva portare solo a due alternative: la violazione di legge, con un rischio per la salute inaccettabile, o il fallimento del progetto, con grave spreco di fondi pubblici unita alla perdita dei finanziamenti europei.

Secondo le notizie di stampa, sarebbero allo studio due ipotesi per “salvare il salvabile”: un drastico cambio delle pendenze che porti i treni merci ad uscire in superficie allo scalo Filzi senza prolungamento della galleria artificiale; il prolungamento della circonvallazione in galleria fino a Salorno.

Di fronte a queste notizie la posizione della Rete dei Cittadini è chiara: le autorità locali e RFI devono fermare la realizzazione del progetto attuale. È ormai evidente a tutti che il rispetto della legge e la tutela della salute dei cittadini non consentono soluzioni improvvisate.

Osserviamo in particolare quanto segue:

1) Le soluzioni progettuali prospettate costituiscono nuovi progetti che richiedono un nuovo iter di approvazione che comprenda un’approfondita valutazione di impatto ambientale. In ogni caso, sono del tutto incompatibili con quanto rappresentato alla popolazione nel corso del dibattito pubblico;

2) Cambiare le pendenze di uscita dei treni merci senza prolungare la galleria di 165 metri nella zona di Nassirya vìola una prescrizione vincolante apposta al progetto dal Comune di Trento. Ci aspettiamo quindi che il Comune, per elementare coerenza, si opponga ad ogni soluzione derogatoria rispetto ad una propria prescrizione;

3) L’uscita in superficie allo scalo Filzi e il cambio delle pendenze aumentano il rischio di incidenti nel trasporto di merci pericolose; non garantiscono l’assenza di interazioni tra le lavorazioni del cantiere e gli inquinanti e costituiscono un aggravamento dello sfregio paesaggistico incompatibile con i progetti di riqualificazione dell’area. Ricordiamo inoltre che le pendenze in uscita erano state definite come intoccabili durante il dibattito pubblico da RFI;

4) La presenza di inquinanti nell’area dello scalo Filzi non può essere descritta come una circostanza “imprevedibile”. Una prescrizione vincolante della Commissaria Firmi prevedeva l’obbligo di sondaggi nell’area prima dell’inizio dei lavori. La Circoscrizione Centro Piedicastello aveva esplicitamente richiesto la sospensione degli scavi fino ai risultati delle analisi sull’inquinamento. Il Comune di Trento si era già espresso con preoccupazione sull’attraversamento dello scalo Filzi fin dal 2009;

5) Analisi ambientali tempestive nell’area dello scalo Filzi e nell’area limitrofa a SLOI e Carbochimica avrebbero dimostrato subito le difficoltà realizzative del progetto. Un “cantiere pilota” degno di questo nome, e non un’inutile buca di due metri, avrebbe permesso di approfondire le complessità del progetto a tempo debito. Tutto ciò che emerge oggi era assolutamente prevedibile;

6) Con grave sottovalutazione dei rischi si è scelto di realizzare il progetto di circonvallazione secondo la logica dello “spacchettamento” procedendo per blocchi, senza pubblicare il progetto esecutivo e ostacolando le richieste di accesso agli atti dei cittadini. In modo dissennato, si è dato inizio alle opere preparatorie, compresi gli abbattimenti e gli espianti agricoli, senza avere la certezza che il progetto potesse essere realizzato;

7) La settimana scorsa l’assessore Facchin presentava parte del progetto esecutivo in due circoscrizioni, alla presenza dei progettisti del consorzio Tridentum e di RFI, senza fare cenno all’impossibilità di proseguire i lavori secondo il progetto originario. Non possiamo presumere che mentisse: dobbiamo allora ritenere che nulla sapesse della presenza di inquinanti oltre i limiti di legge? Che tempestività di accesso ai dati hanno il Comune di Trento e la Provincia rispetto alla realizzazione di un’opera così complessa e rischiosa?

8) Tramonta definitivamente il legame tra la circonvallazione merci e il cosiddetto metaprogetto di interramento della linea passeggeri con cui per mesi è stato gettato fumo negli occhi dei cittadini: le modifiche progettuali ipotizzate sono incompatibili con una stazione interrata allo scalo Filzi;

9) Tramonta definitivamente l’ipotesi di finanziare un’opera complessa e rischiosa attraverso i fondi del PNRR. Come abbiamo sempre sostenuto, il rispetto della legge e la tutela della salute dei cittadini di Trento impongono tempi incompatibili con il termine di fine lavori di agosto 2026.

10) Chi pagherà i danni di questo disastro annunciato? I cittadini di Trento sapranno riconoscere, quanto meno, le responsabilità politiche di questi evidenti errori di progettazione e di queste carenze nei controlli? Provincia e Comune sapranno rinsavire, tutelando finalmente i propri cittadini, o insisteranno contro ogni logica sostenendo un progetto rischioso e irrealizzabile?

Le notizie di oggi dimostrano ancora una volta che senza il controllo dei comitati si sarebbe esposta la popolazione a un rischio inaccettabile per realizzare un progetto sbagliato. Per questo la Rete dei Cittadini continuerà a monitorare l’operato degli enti locali, di RFI e delle imprese con tutte le proprie energie. Lo scempio deve finire.

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