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COMITATI NO TAV – TRENTINO * CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA: « LA BONIFICA DELLE AREE INQUINATE DI TRENTO NORD, IL CONVEGNO IN REGIONE (17/2 – 10.00) »

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18.28 - venerdì 16 febbraio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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A Trento Nord gli inquinamenti provocati dalle fabbriche ex SLOI ed ex Carbochimica si sono diffusi nel tempo nel sottosuolo e nelle falde idriche superficiale e profonda, come mostrano i tanti dati disponibili, fino a lambire il centro storico della città. Il progetto per la Circonvallazione Ferroviaria di Trento prevede che la nuova linea in uscita dal portale Nord della galleria attraversi le aree inquinate, a cominciare dall’ex Scalo Filzi, con una trincea posta inizialmente a meno 15 metri e con paratie laterali/centrali fino a 20 e 30 metri. L’effetto di ulteriore grave diffusione degli inquinamenti è certo.

Il Comune e la Provincia di Trento, insieme a Rete Ferroviaria Italiana, minimizzano il problema, sottovalutano i risultati delle indagini ambientali in corso, parlano di contaminazioni modeste o vicine alla superficie, ipotizzano bonifiche parziali finalizzate alla esecuzione dei lavori e collegate a progettazioni esecutive stralcio, senza tenere conto dell’unitarietà insuperabile del progetto e dell’interconnessione degli inquinamenti.
Costruire a tutti i costi la Circonvallazione è per la classe politica del Trentino condizione irrinunciabile per realizzare il “progetto integrato per Trento”, che ruota intorno all’interramento della ferrovia storica nel cuore della città: nei 16 ettari di aree così liberate, al di là della retorica sulla riqualificazione urbana e sugli usi pubblici, si prevedono enormi interventi edilizi multifunzionali che vanno soltanto incontro agli interessi della rendita e della speculazione.

A questo disegno contrapponiamo un diverso modello di sviluppo che mette al centro gli interessi collettivi per la tutela della salute e dell’ambiente. Per la città, dopo 45 anni di sostanziale inerzia delle amministrazioni locali, la bonifica integrale definitiva di tutte le zone contaminate di Trento Nord, non unicamente del SIN, è prioritaria e non rinviabile.

A questo risultato – che per le caratteristiche degli inquinamenti non può essere sostituito da improbabili misure di sicurezza – il Comune e la Provincia di Trento sono obbligati per legge, senza altri ritardi o interpretazioni di comodo su finalità e modalità della bonifica.
La bonifica è possibile con metodologie ad impatto nullo, anche se non potrà restituire terreni adatti a qualsiasi uso. Sarà un processo lungo e costoso, da condurre con risorse pubbliche. Le aree inquinate vanno acquisite senza espropri preventivi, che premierebbero le aspettative private formatesi su quelle aree anche per le promesse insensate di volumetria edilizia sempre rinnovate dal Comune.

Anzi per legge sui proprietari privati che irresponsabilmente non hanno disinquinato andrà esercitata, ma solo a fine bonifica, una rivalsa economica pari al valore commerciale delle aree. E’ per la bonifica poi che vanno usati i fondi destinati alla Circonvallazione Ferroviaria, che comunque va fermata subito perché danneggia la città di Trento e perché fa parte di un disegno globale, quello del quadruplicamento dell’accesso Sud alla galleria di base del Brennero, che non è la soluzione giusta per l’obiettivo dichiarato (lo spostamento del traffico merci dalla strada alla rotaia) e contrasta apertamente con tutti gli interventi in corso per attirare traffico merci sulla A22. E poco male se il “progetto integrato per Trento” dovrà essere abbandonato. Per raggiungere questi obiettivi, prendere consapevolezza e approfondire le questioni è un passo necessario, ma non basta. Occorre quindi mobilitarsi in tanti e con determinazione per contrastare poteri politici ed economici che sono pronti a sacrificarci in favore del profitto privato.

 

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I Comitati No TAV del Trentino

 

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