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CASA AUTONOMIA.EU * UNIVERSITÀ TRENTO: DEMAGRI, « CONTI IN ROSSO E LA GIUNTA PAT NON ASCOLTA, SENZA CONFRONTO NON C’È DEMOCRAZIA »

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19.54 - giovedì 14 settembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Università, conti in rosso e la Giunta non ascolta. Senza confronto non c’è democrazia. Sui giornali di oggi spicca la questione dei conti in rosso dell’Università. Un tema che, volenti o nolenti, tocca tutta la comunità trentina, in quanto l’Ateneo è un pezzo fondamentale nello sviluppo della ricerca e nella formazione dei giovani. Di conseguenza, sarebbe ragionevole aspettarsi un intervento da parte della politica provinciale, in accordo con i vertici dell’Università.

Per questo motivo, la collega Maestri ed io, abbiamo richiesto di poter audire il rettore in quinta commissione prima di esprimere un parere su un argomento di fondamentale importanza. Una richiesta a nostro parere ragionevole, se non dovuta, che però non è stata accolta, né dalla presidente della commissione Dalzocchio né da altri consiglieri fra l’altro, preoccupai di non creare un precedente a fine legislatura. L?audizione avrebbe a dovuto esserci prima di esprimere un parere sulla proposta di deliberazione della Giunta provinciale avente ad oggetto” Approvazione dell’atto di indirizzo per l’università e la ricerca per il triennio 2023-2025 per l’Università degli studi di Trento e assegnazione delle risorse per l’esercizio finanziario 2023”. A noi è sembrata un’opportunità sprecata quella di poter audire il Rettore e gli articoli di giornale di oggi lo certificano.

Ancora una volta questa giunta evidenzia la propria incapacità di confronto, sia con le minoranze, sia con le parti direttamente coinvolte. Insomma, coerenti fino alla fine, almeno nel rifiuto del dialogo.

Come se non bastasse, non è la prima volta che la Provincia esclude dalla conversazione parti direttamente interessate. Già nei giorni scorsi il Comune di Trento è stato messo da parte durante la discussione sul Polo di Medicina, che dovrebbe essere costruito proprio sui terreni del Comune.

Ormai, dopo cinque anni, è evidente che l’esclusione sia un “valore aggiunto” di questa maggioranza. Tra supponenza, presunzione e superficialità hanno comandato (non governato) per un quinquennio, rifuggendo il dialogo, base di qualunque democrazia degna di questo nome, e preferendo indire tavoli solo per sé stessi e per i propri amici.

Programmare, definire linee di sviluppo, anche solo analizzare il presente senza la consultazione delle parti interessate è senza dubbio un esercizio sterile, che non può che portare visioni ristrette e forzatamente ‘di parte’.

Nel caso dell’Università la complessità dei temi che spaziano dai contenuti didattici, alle competenze di ricerca, dalla disponibilità di spazi per aule e laboratori agli alloggi per gli studenti, agli spazi e occasione ricreative, richiede la presenza di tutti gli attori al tavolo programmatico, richiede studio e interlocuzione. Una riunione pre elettorale, in cui si escludono i rappresentanti delle parti, può lanciare idee, individuare pecche, ma senza il dibattito e l’interlocuzione, resta un esercizio sterile destinato a venir spazzato via dalla realtà dei fatti, che avvengono al di fuori dei quell’aula.

Come possono pensare i trentini che alla destra che avanza nuovamente in Trentino possa interessare il capitolo università e istruzione in generale?

 

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Paola Demagri
Movimento Casa Autonomia.eu

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