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BIBLIOTHECATERRAESANCTAE.ORG * “BASILICA S. SEPOLCRO GERUSALEMME“: « LA MOSTRA PER CONOSCERE IL LUOGO PIÙ MISTERIOSO DELLA TERRA SANTA »

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08.46 - domenica 12 marzo 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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LINK SITO UFFICIALE BIBLIOTECA TERRA SANTA.

Questa mostra ha un duplice scopo. Da una parte offrire un percorso molto semplice per conoscere qualcosa della storia della Basilica del Santo Sepolcro: stanno cominciando importanti lavori di restauro della pavimentazione e l’occasione è assai opportuna. Dall’altra valorizzare il patrimonio della biblioteca dei Francescani a Gerusalemme, mostrando il servizio da essa reso alla conoscenza della realtà della Terra Santa. Si cercherà perciò di ripercorrere le vicende legate alla Basilica illustrandole con immagini tratte dai libri della biblioteca francescana. Si tratta di un esperimento di valorizzazione del patrimonio librario legato all’esperienza degli studenti dell’Università Cattolica di Milano che da anni si impegnano a studiare questo materiale, rendendolo sia funzionale alla vita della chiesa locale, sia una occasione di incontro con le diverse comunità che vivono sul territorio.

 

 

Per chi giunge oggi in pellegrinaggio in Terra Santa, la visita alla Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme costituisce un po’ il culmine del suo percorso. Non si tratta di una chiesa, ma di un ambiente sacro in cui convivono luoghi diversi e differenti responsabilità tra alcune comunità cristiane di antica tradizione: cattolici, ortodossi, armeni, copti, siriaci, etiopi… Si tratta di un ampio e solido edificio dal- la struttura in parte medioevale che racchiude due ambienti. Da una parte quello del Calvario, il luogo della crocifissione di Gesù, dall’altra l’edicola del Santo Sepolcro, che custodisce la tomba dove fu deposto il corpo prima della sua resurrezione. In altre parole, il vasto edificio celebra il più incredibile fatto della storia: un sepolcro vuoto che ricorda la resurrezione di Gesù dal regno dei defunti.

Quando, intorno all’anno 30 d.C., si svolsero i fatti narrati nei Vangeli, il luogo doveva essere molto diverso. Circa un secolo più tardi, l’imperatore romano Adriano distrusse la città, costruendovi al suo posto Aelia Capitolina. Solo nel 325 l’imperatore Costantino (con l’intervento della madre Elena), una volta riscoperto il luogo della passione e resurrezione di Gesù, provvide a far edificare sul posto chiese e monasteri che si svilupparono poi sotto i bizantini. Distrutta a metà del VII secolo dai Persiani, la basilica fu poi riedificata: l’invasione islamica del 637 non causò danni fino alla metà dell’ XI secolo, quando la chiesa venne distrutta. Con l’arrivo dei crociati fu riedificata e, tra alterne vicende, perdura sino a oggi.

 

 

Sin dai primi secoli molti pellegrini da tutto il mondo cristiano si sono recati a visitare i luoghi della vita di Gesù. Tra tutti i santuari cristiani, fatta forse ec- cezione per la grotta di Betlemme, nessuno ha richiamato tan- ti fedeli come il Santo Sepolcro. Fra i molti che hanno voluto lasciare la loro preziosa memoria scritta, piace qui ricordare il francescano Niccolò da Poggibonsi (città oggi in provincia di Siena) che visitò la Terra Santa a metà XIV secolo, poco dopo che i francescani avevano avuto dal Papa l’incarico di custodire le memorie cristiane locali. Il suo racconto (in lingua volgare) fu copiato numerose volte e fu anche stampato, sia pur anonimo. Le molte illustrazioni che ornano la prima edizione dell’anno 1500 e le numerose ristampe costituisco- no (sia pur con un po’ di fantasia) un ricchissimo dossier che informava sulla realtà dei luoghi santi e in particolare sulla grande basilica di Gerusalemme.

Il canonico tedesco Bernhard von Breydenbach visitò la Terra Santa a fine XV secolo, accompagnato dal pittore Erhard Reuwich che realizzò una serie importantissima di incisioni che illustrarono poi l’edizione del racconto redatto da Breydenbach. Ci si trova in questo luogo davanti a una particolare tipologia di pellegrino (dotato di una sostanziosa dotazione economica) che, oltre a compiere il viaggio per devozione personale, vuole produrre sia una guida, lasciando una documentazione efficace perché altri possano effettuare a loro volta il viaggio, sia un trattato che in- formi adeguatamente sui luoghi, le chiese, le popolazioni via via incontrate. L’opera del Breyndenbach diverrà a lungo una fonte importante, anche per quei viaggiatori mossi da intenti eruditi o scientifici piuttosto che religiosi.

 

 

La conformazione del luogo in effetti può stupire il pellegrino. A ben leggere però è il Vangelo stesso a porre il Calvario e la sepoltura di Gesù in due luoghi tra loro vicini. Si trattava dunque di uno spazio allora posto fuori dalle mura, in quanto destinato alle esecuzioni capitali. Era probabilmente una cava di pietra abbandonata, con parti sopraelevate e altre profondamente scavate. In particolare, la tomba doveva essere stata ricavata in una parte rocciosa che poi è stata eliminata proprio per rendere accessibile ed evidente la tomba del Signore.

Chi arriva al Santo Sepolcro ora entra su un lato della Basilica, la cui facciata si trova davanti a un cortile con evidenti tracce di un colonnato, forse di epoca costantiniana: qui nel medioevo trovava posto la Pietra dell’unzione su cui sarebbe stato adagiato il corpo di Gesù per avvolgerlo nel lenzuolo. A destra della “facciata” una cappella sporgente dove un tempo i pellegrini potevano sciogliere il loro voto anche senza entrare nella Basilica, a sinistra un campanile ora tronco. Al centro due porte, di cui una murata. Questa immagine è certo quella più famosa e riprodotta, fino in epoca moderna.

Una volta entrati si ha oggi di fronte una lastra di pietra che ricorda, appunto, l’unzione del corpo di Gesù, mentre a destra si sale al Calvario e a sinistra si pro- cede al Sepolcro. Il complesso, dominato da due alte cupole, è monumentale. A fine XVI secolo il francescano Bernardino Amico da Gallipoli in Puglia, abile disegnatore, ne ha ricavato misure e planimetrie (così come di altri santuari cristiani di Terra Santa). In questo modo dai suoi disegni sono poi sta- te ricavate alcune preziose calcografie che rendono possibile una visione “tridimensionale” della Basilica. L’eccezionalità di queste rilevazioni è testimoniata da due edizioni del suo Trattato delle piante et imagini dei sacri edificii di Terra San- ta disegnate in Gierusalemme secondo le regole della prospettiva, & vera misura della lor grandezza, quella romana del 1609 e quella fiorentina del 1620.

 

 

Entrati a destra, salita una stretta scala ricurva, si giunge al Calvario. Qui, sulla destra, un alta- re per le celebrazioni dei cattolici, al centro un’immagine di Maria Addolorata, mentre a sinistra trova posto l’apice del- la pietra dove fu infissa la croce. Questa parte, gestita dalla chiesa ortodossa, è decorata da icone e illuminata da lampa- de votive: affreschi di epoca relativamente recente coprono le volte. Davanti al Calvario ci si può inginocchiare in preghiera a contemplare il mistero della morte redentrice di Gesù e con la mano si può toccare la pietra attraverso uno stretto pertugio. Da una balconata ci si affaccia sulla grande chiesa degli ortodossi racchiusa al centro della Basilica.

Proseguendo invece a sinistra, sotto la grande volta dell’Anastasis, trova posto l’edicola, costruita a forma di una piccola chiesa: il suo senso è conservare, proteggere e onorare nel modo più dignitoso ciò che resta del Sepolcro. All’esterno diverse decorazioni e lampade solennizzano l’ingresso nell’edicola. Un primo ambiente quadrato ricorda l’angelo che annunciò la Resurrezione ai primi visitatori della tomba. Dopo una porta molto bassa si entra nel sacello più prezioso e ci si può inginocchiare di fronte al Sepolcro. Nella parte opposta all’ingresso, i copti egiziani venerano una parte della pietra che costituisce la base del Sepolcro, l’unica esposta e visibile.

Le tante vicissitudini subite dal luogo, la devozione dei pellegrini che ne hanno asportato frammenti per molti secoli, hanno in gran parte distrutto la tomba vera e propria, conservando però, come ha evidenziato l’ispezione compiuta pochi anni fa (2016), la base della stessa, sulla quale venne sepolto il corpo del Signore. Si tratta del monumento più misterioso che si possa immaginare. È la memoria di una assenza: la tomba vuota significa che Gesù di Nazaret, ucciso dai Romani tramite crocifissione, è risorto dai morti. Χριστός ἀνέστη (Christos anèsti): Cristo è risorto, non è più qui!

Tre comunità monastiche (cattolica, greca e armena) vivono entro lo spazio della Basilica per custodirne e celebrarne le memorie. Migliaia di pellegrini vi giungono ogni giorno, spesso mossi non solo da curiosità, ma da autentica fede. Specie nell’Ottocento si sviluppa però la moda di una rappresentazione molto “romantica” dei luoghi santi, in cui si enfatizza l’esotismo dei costumi, la stranezza degli ambienti, la particolarità del comportamento dei personaggi rappresentati. Tali raffigurazioni (che sfruttano anche le tecniche di illustrazione allora scoperte: litografia e cromo- litografia) sono poi entrate nell’immaginario collettivo occidentale, contribuendo a un certo “orientalismo” iconografico.

Di carattere molto diverso sono invece quelle raffigurazioni che, sviluppando la metodologia dell’Amico, guardano alla struttura della Basilica ponendosi domande di tipo archeologico, architettonico, storico. Si tratta di un approccio più tecnico che ha per presupposto l’importanza religiosa del monumento, ma sviluppa una riflessione funzionale alla conoscenza o alla manutenzione o addirittura al restauro della Basilica. Un esempio di grande interesse è costituito dallo studio del complesso offerto da Ferdinando Forlati a metà degli anni Cinquanta del Novecento, prima del restauro iniziato nel 1959. I lavori sulla pavimentazione, intrapresi nel 2022, garantiranno nuove conoscenze e una migliore conservazione della Basilica (si veda anche la sala in allestimento al Terra Sancta Museum). LINK

 

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Mostra realizzata tra luglio e novembre 2022 dal CRELEB, Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca dell’Università Cattolica all’interno del progetto“Libri Ponti di Pace”sviluppato con l’Associazione Pro Terra Sancta. Con il contributo della Biblioteca Generale della Custodia di Terra Santa, della Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

 

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