(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Riflessioni sul Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Regione Trentino-Alto Adige per le Carceri di Trento e di Bolzano, dopo la risposta di Kompatscher.
Il presidente della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige, Arno Kompatscher, ha replicato all’interrogazione presentata da una quindicina di consiglieri regionali firmatari – Francesco Valduga (Campobase), Lucia Coppola (Federazione Verdi trentini), Andrea de Bertolini e Mariachiara Franzoia e Paolo Zanella (Partito Democratico del Trentino), Paola Demagri (Casa Autonomia.eu), Brigitte Foppa (Verdi a Bolzano) e molti altri – affermando che: per fare il punto sul progetto dell’istituzione di un apposito Provveditorato in regione è necessario innanzitutto pervenire alla sottoscrizione degli accordi ministeriali pluriennali per poi giungere alla fase decisoria.
Pertanto l’iniziativa, per istituire un Provveditorato regionale in Trentino-Alto Adige, avanza a piccoli passi.
La proposta, già promossa da Alleanza Democratica Autonomista (ADA), si attiene al programma presentato per le elezioni del 22 ottobre 2023, nell’ambito del carcere. Secondo ADA, la Regione Autonoma Trentino-Alto Adige ha la possibilità di rendere più coerente la gestione del carcere per diverse ragioni.
Perché istituire un Provveditorato locale nella regione Trentino-Alto Adige è più che mai necessario (benché alcune forze politiche non vogliono parlarne da anni). Perché un Provveditorato è un organo periferico, di livello dirigenziale generale del Ministero della Giustizia, ma quello in regione Trentino-Alto Adige sarebbe distinto dalla regione Veneto e Friuli-Venezia Giulia (attualmente le strutture di Trento e di Bolzano dipendono dal Provveditorato di Padova, che ha competenza sulle aree del Triveneto).
Perché un Provveditorato opera con sede e competenza sugli istituti penali della regione nel settore degli istituti e servizi per adulti sulla base di programmi, indirizzi e direttive disposti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, in materia di personale, organizzazione dei servizi e degli istituti, detenuti ed internati, e nei rapporti con gli enti locali, le regioni ed il servizio sanitario nazionale.
Perchè un Provveditorato locale promuove una giustizia di qualità, più vicina alla comunità.
Perché un Provveditorato favorisce un dialogo a livello locale, per intervenire in maniera puntuale e celere. Perché un Provveditorato regionale permette una sinergia fra l’amministrazione statale decentrata e gli enti locali. Perché riflettere sul carcere comporta una maggiore consapevolezza, responsabilità, doveri costituzionali.
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Giovanna Ceol, Flavia Decarli, Damiano Trenti, Fabio Valcanover
Gruppo Più Europa Trento