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LETTERE AL DIRETTORE

CLAUDIO CIA * ENERGIA: « POCO CREDIBILE PENSARE DI VENIRNE FUORI ABBASSANDO DI 2 GRADI LA TEMPERATURA, CI VUOLE ALTRO PER PROTEGGERE LE FAMIGLIE »

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05.27 - venerdì 23 settembre 2022

Caro Direttore,

per decenni la politica occidentale ha destabilizzato, anche con operazioni militari, i Paesi mediorientali produttori di idrocarburi con la certezza che questo non avrebbe avuto contraccolpi devastanti per la propria economia. Essa infatti poteva contare sugli idrocarburi dei diversi Paesi dell’est e dell’Asia, sicura di poter attingere lì quanto le era necessario per garantire la continuità di tutte le attività produttive ad un prezzo di favore.

In pochi sanno che, ad esempio, la forza dell’economia tedesca è dovuta (anzi sarebbe meglio dire era dovuta) al fatto di poter ottenere idrocarburi dalla Russia ad un prezzo esclusivo, un terzo del reale valore pagato dagli altri clienti. Mentre l’instabilità creata ad arte, ad esempio in Iraq e in Libia, non vede ancora via di soluzione, oggi anche nei Paesi dell’est e in Asia si sono materializzate condizioni di conflitto tali da togliere ogni certezza circa l’approvvigionamento di fonti energetiche. Una crisi energetica che apre le porte alla de-industrializzazione, quindi alla povertà e alla disoccupazione per l’Italia e l’Europa.

Si prevede che quest’inverno il 40% dell’industria europea potrebbe interrompere la produzione, ciò sarebbe il colpo di grazia per il nostro sistema produttivo. A poco pare sia servito il peregrinare delle cancellerie europee verso altri Paesi produttori, alla questua di nuovi contratti come quello firmato tra Italia e Algeria ma che ora, quest’ultima, scopre di non essere in grado di rispettare. Siamo arrivati al punto che ognuno ora cerca di pensare per sé. Ad esempio in Francia, dove si sono tenute imponenti manifestazioni per chiedere le dimissioni di Macron per il caro vita, è già stato annunciato che nei prossimi due anni non sarà possibile fornire elettricità all’Italia. E il bello deve ancora venire.

Io non so se, e fino a che punto, le sanzioni danneggino o danneggeranno l’economia russa. Di certo mi pare si possa dire che il conflitto e la latitanza della politica nel contrastare le criminose speculazioni, forse vi è pure complice, hanno portato l’Europa in un cul-de-sac. E pare poco credibile pensare di venirne fuori abbassando di 1 o 2 gradi la temperatura dei termostati di casa, posizionando un riduttore di flusso dell’acqua calda sui rubinetti, tornare alla bacinella per lavare a mano i panni e le stoviglie…. Ci vuol ben altro per proteggere famiglie e imprese. Se non si stronca la speculazione che prospera in tempi difficili, come quelli che stiamo vivendo, ogni altra iniziativa politica servirà solo ad allungare l’agonia del nostro Paese.

 

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Claudio Cia

Consiglio Provincia autonoma Trento (Presidente – Gruppo FdI)

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