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WWW.UPBILANCIO.IT – UFFICIO PARLAMENTARE BILANCIO * « PNRR, NON RISULTA FINANZIATA LA LINEA AD ALTA VELOCITÀ “VERONA – BRENNERO” (CHE COLLEGA ALL’EUROPA) » (REPORT PDF)

Scritto da
08.08 - domenica 17 marzo 2024

Si ringrazia per la segnalazione Martina Margoni, di Trento.

 

Estratto da Pdf (pagine 8 e 19)

«Tra i principali interventi usciti dal Pnrr e che attualmente non risultano rifinanziati rientrano: le linee ad alta velocità nel Nord che collegano all’Europa, la promozione di impianti innovativi (incluso off-shore), le connessioni diagonali e gli investimenti per le rinnovabili e le batterie».

 

 

 

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Audizione sul decreto recante misure urgenti per l’attuazione PNRR

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Comunicato stampa

Roma, 14 marzo 2024 – Si è tenuta oggi l’Audizione dell’Ufficio parlamentare di bilancio presso la Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati sulle ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano di ripresa e resilienza (PNRR) contenute nel DL 19/2024.

La Presidente Lilia Cavallari ha presentato le analisi dell’UPB in merito agli effetti finanziari del decreto, teso principalmente ad adeguare il tendenziale dei conti pubblici alle modifiche del PNRR approvate dal Consiglio della UE lo scorso 8 dicembre, oltre che a rimodulare alcune spese del Piano nazionale degli investimenti complementare (PNC) e a semplificare e accelerare la realizzazione degli obiettivi del PNRR. Le analisi sono state arricchite anche da elaborazioni su informazioni estratte dalla piattaforma di monitoraggio e rendicontazione delle misure del PNRR (ReGiS).

Per quanto riguarda gli aspetti finanziari del DL 19/2024, si evidenzia che impieghi e risorse riguardano quasi esclusivamente spese in conto capitale e che determinano un lieve miglioramento del disavanzo pubblico (7,4 milioni nel 2024, 77,3 nel 2025, 12,3 nel 2026).

Gli impieghi, pari a circa 16 miliardi, sono destinati essenzialmente a finanziare nuovi progetti del PNRR per 9,42 miliardi e progetti non più ricompresi in quest’ultimo per 3,44 miliardi; a ciò si aggiunge il rifinanziamento del PNC per 2,63 miliardi.

Le risorse, anch’esse pari a circa 16 miliardi, sono reperite principalmente attraverso: definanziamenti del PNC per 4,5 miliardi; riduzioni del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2014-2020 e 2021-27 per 5 miliardi, che potranno essere reintegrate con DPCM a valere su eventuali economie del PNC; tagli di spese dei Comuni (1,8 miliardi) e delle Amministrazioni centrali/Ministeri (1,8 miliardi); decremento del Fondo per l’avvio di opere indifferibili (0,9 miliardi).

Il decreto recepisce il cambiamento della composizione tra progetti in essere e nuovi progetti del PNRR e stabilisce il definanziamento parziale del PNC e la sua rimodulazione con spostamento in avanti degli interventi dal biennio 2024-25 al biennio 2027-28.

Nel dettaglio, sono inseriti nel PNRR e incrementati nuovi progetti per quasi 23 miliardi (di cui la metà riguardanti la Missione 7 relativa a RepowerEU), vengono definanziati nuovi progetti già presenti nel Piano per oltre 10 miliardi ed escono progetti in essere per circa 10, che rimangono finanziati da fondi già disponibili nel bilancio dello Stato.

Il conseguente effetto netto di 2,9 miliardi corrisponde alle maggiori risorse assegnate dalla UE. Escludendo queste ultime, la differenza tra il complesso dei nuovi progetti entrati o incrementati nel PNRR e quelli nuovi usciti determina le maggiori esigenze finanziarie di 9,4 miliardi, che vengono reperite nell’ambito del decreto e che vanno a incrementare il Fondo di rotazione per l’attuazione di Next Generation Europe (NGEU).

L’UPB ha sottolineato l’esigenza che nel quadro tendenziale del prossimo DEF vengano specificati il profilo annuale e la composizione per voce economica del complesso delle misure del PNRR e del PNC.

Secondo l’UPB, inoltre, il decreto fornisce informazioni non esaustive sulla destinazione delle nuove risorse e sui definanziamenti operati nell’ambito del PNRR, che plausibilmente diverranno disponibili in un futuro decreto ministeriale.

Infine l’analisi dell’UPB, servendosi delle informazioni estratte dalla piattaforma ReGiS, ha ricostruito il dettaglio dei progetti nuovi e in essere che escono dal PNRR, individuando gli interventi e i relativi importi che sono, rispettivamente, cancellati del tutto, rifinanziati dal decreto in esame o che rimangono a carico del bilancio dello Stato.

 

 

 

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Cos’è l’Upb

L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) è un organismo indipendente costituito nel 2014 con il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del Governo e di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee. L’Upb contribuisce ad assicurare la trasparenza e l’affidabilità dei conti pubblici, al servizio del Parlamento e dei cittadini.

L’Upb, costituito secondo quanto previsto dalla legge rinforzata sul principio del pareggio di bilancio e in attuazione delle normative europee sulla nuova governance economica, è una delle istituzioni di bilancio indipendenti create, nei tempi più recenti, in numerosi paesi dell’OCSE (Link utili).

L’Upb effettua analisi, verifiche e valutazioni in merito a:

  • previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica e impatto macroeconomico dei provvedimenti legislativi di maggior rilievo; in particolare, valida le previsioni macroeconomiche del Governo contenute nei documenti di programmazione (Lettere di validazione);
  • andamenti di finanza pubblica, anche per sottosettore, e osservanza delle regole di bilancio;
  • attivazione e utilizzo di alcuni istituti previsti dal nuovo quadro di regole europee (in particolare, il meccanismo correttivo e l’autorizzazione in caso di evento eccezionale);
  • sostenibilità della finanza pubblica nel lungo periodo;
  • ulteriori temi economico-finanziari rilevanti ai fini delle predette attività, con una attenzione particolare alla divulgazione di elementi informativi nei campi dell’economia e della finanza pubblica (Infografica).

L’Ufficio opera sulla base di un programma di lavoro annuale, predisponendo analisi e rapporti anche su richiesta delle Commissioni parlamentari competenti in materia di finanza pubblica.

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