(Fonte: Claudio Civettini) – Assessore Ferrari sceglie il numero chiuso per l’accesso all’università prediligendo una gestione alberghiera rispetto alla qualità e alla crescita degli studenti.
Fa francamente specie che l’Assessore provinciale all’Università e alla ricerca si schieri, come ha fatto nelle scorse ore, totalmente a favore dei numeri chiusi all’interno delle università, senza richiamare la qualità dei risultati, ma semplicemente chiamando in causa problematiche di gestione perché – questo il suo pensiero – attraverso una buona gestione alberghiera e della programmazione, si arriverebbe a proposte qualitative.
Come dimostrano le Proposte di Mozione n. 26/XV, contro la penalizzazione degli studenti trentini che hanno trasferito per motivi di studio la residenza fuori provincia, e la n. 424/XV, atta a migliorare il collegamento tra sistema formativo universitario e mondo del lavoro, siamo sempre nettamente stati, come Civica Trentina, a favore di una università di qualità inclusiva e non esclusivista, ragion per cui la posizione dell’Assessore ci lascia molto perplessi.
Anche perché crediamo che molti degli aspetti qualitativi – in quest’ottica – sarebbero trascurati, a fronte di studenti che magari, dinnanzi a dei banali test cui vengono sottoposti, verrebbero esclusi.
Crediamo piuttosto in un’università fortemente selettiva nella quale vi sia un accesso libero per tutti e dove, dopo il primo anno, si diano gli effettivi indirizzi alla qualità dello studente, dello studio e della resa.
E su questi temi ci vorremmo confrontare non tanto sulla questione numerica quanto sulla gestione della qualità e dell’innalzamento dei risultati in termini di riscontro della formazione.
Foto: archivio Pat