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METEO TRIVENETO * RILEVAMENTI: « INNEVAMENTO ECCEZIONALE SULL’ALTOPIANO DELLE PALE DI SAN MARTINO E UN RARISSIMO EPISODIO DI GELICIDIO OLTRE I 2.500 METRI DI ALTITUDINE »

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18.38 - lunedì 30 dicembre 2019

INNEVAMENTO ECCEZIONALE SULL’ALTOPIANO DELLE PALE DI SAN MARTINO E UN RARISSIMO EPISODIO DI GELICIDIO (PIOGGIA CONGELANTESI) OLTRE I 2500 METRI DI ALTITUDINE.

Gli appassionati dell’Associazione Meteotriveneto, nella giornata di ieri, 29 dicembre 2019, sono saliti sull’Altopiano delle Pale di San Martino per effettuare i consueti rilevamenti di temperature nell’ambito del progetto di monitoraggio sperimentale dei siti freddi, una collaborazione che vede Meteotriveneto insieme al CNR/Isac e il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino monitorare i siti più freddi d’Italia, nei quali in diverse occasioni sono stati sfiorati i -50°C (il record spetta a Busa Nord Fradusta con -49,6°C rilevati il 10 febbraio 2013, seguiti dai -49,5°C rilevati a Busa Riviera il 5 febbraio 2019.

Quest’anno nessun record di temperatura ma una quantità di neve mai vista a fine dicembre in 11 anni di monitoraggi e soprattutto un raro episodio di “gelicidio” (pioggia congelantesi) il 18 dicembre che ha ricoperto di ghiaccio gran parte dell’Altopiano, a tal riguardo anche Mariano Lott e Roberta Secco, storici gestori fin dal 1994 del Rifugio Rosetta posto a 2581 metri sull’Altopiano non hanno ricordi di un simile evento di “pioggia congelantesi”.

 

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NEVE
la quantità di neve caduta è notevole, tant’è che l’Associazione ha “perso” gran parte della propria strumentazione sepolta da metri di neve, che in alcuni siti (Busa di Manna 2 ad esempio) ha superato i 7 metri di spessore (grazie anche all’accumulo eolico), nell’immagine fig. 1 si vede il confronto tra il sito di Busa di Manna 2 29 dicembre 2019 e in estate.

Fig.1

 

Il fatto che la strumentazione sia stata seppellita dalla neve comporterà la perdita di tutti i dati dai datalogger termometrici posti all’interno degli schermi solari, questo nonostante l’Associazione si fosse premunita di posizionare gli stessi a fine settembre a circa 4 metri dal suolo con un ulteriore palo “sentinella” di circa 2 metri.

 

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GELICIDIO
Solitamente questo fenomeno si verifica quando in quota entrano masse d’aria calda, mentre al suolo è presente uno strato (“cuscino”) di aria fredda con temperatura negativa, formatosi in genere grazie ad una notte serena che ha permesso alle temperature in fondovalle di scendere sotto lo zero e creare una situazione di inversione termica. Quindi, temperature negative per alcune centinaia di metri sul fondovalle/pianura e temperature positive per diverse centinaia di metri in quota, seguito l’arrivo di venti “caldi”. Cosa succede in caso di precipitazioni? Dalle nubi (poste a quote molto più elevate) inizia a cadere neve, la quale attraversando lo strato di aria calda si scioglie, ad un certo punto però la pioggia incontrerà lo strato di aria fredda con temperatura negativa, posto a poche centinaia di metri dal suolo verso la pianura/fondovalle, e quindi l’acqua si ghiaccerà non appena toccherà il suolo dove la temperatura è ancora inferiore allo zero.

Si formerà pertanto su strade, automobili, cavi elettrici, rami di alberi, eccetera, un suggestivo ma quanto insidioso strato di ghiaccio. In questo caso invece il gelicidio si è verificato a quote superiori ai 2500 metri. Gli appassionati di Meteotriveneto Stefano Zamperin, Filippo Mengotti e Giampaolo Rizzonelli in questi due giorni hanno analizzato i dati di radiosondaggi, stazioni meteo dell’associazione stessa poste sulle Pale di San Martino, ma ancora non si è riusciti a capire come una bolla d’aria calda abbia potuto portare il 18 dicembre la pioggia fino oltre quota 2600 metri.
Sta di fatto che ieri e non solo ieri, il manto nevoso sull’Altopiano era particolarmente insidioso, lastre di ghiaccio estesissime consentivano lo spostamento solo con ramponi, ramponcini, ciaspole con ramponi o sci d’alpinismo con i rampant.

Fig.2

 

Fig. 3

 

Il tutto è testimoniato dalle immagini 2 e 3 (immagine di Mariano Lott che ritrae il ghiaccio che incrosta la parete del rifugio) nonché dal video youtube visualizzabile a questo link

https://www.youtube.com/watch?v=GU5yTe6yYI4&feature=youtu.be

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